Da Papa Francesco i più grandi insegnamenti




Ma i suoi messaggi saranno, come sempre, inascoltati.
Troppo pusillanimi gli indifferenti, la “politica”, i distruttori della natura, l’umanità in genere per poterli raccogliere... 





Un appuntamento a cui Francesco ci ha abituati dall'inizio del suo Pontificato. Oggi più che mai. Dalla cappella di Casa Santa Marta, le sue omelie durante la Messa mattutina sono autentiche lezioni all'umanità da parte di chi di essa è certamente l'Uomo più grande.

19 aprile, a tutti: «Ora, mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me. Si parte da qui e si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso».

20 aprile, ai “politici”: «In questo momento di pandemia cerchino insieme il bene del Paese, e non il bene del proprio partito». Il Sommo Pontefice ha pregato per gli uomini e le donne di tutti i Paesi “che hanno vocazione politica”: «La politica è una forma alta di carità».

22aprile, ai distruttori del Creato: «Occorre crescere nella coscienza della cura della casa comune, che è stata inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. Abbiamo bisogno di una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete. Come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune. Sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c'è futuro per noi se distruggiamo l'ambiente che ci sostiene. Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore. Dio perdona sempre; noi uomini perdoniamo alcune volte si' alcune volte no; la terra non perdona mai. La terra non perdona: se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta. Occorre vivere in armonia con la terra. Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento; siamo stati noi a rovinare l'opera del Signore. Bisogna ripristinare un rapporto armonioso con la terra, che non è un deposito di risorse da sfruttare».

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola