Ridisegnare rapporti e spazi...

Il modo di ripensare alle emergenze

-PENSIERI, PAROLE & MOUSE di Giovanna Angelino-


Abbiamo cambiato all’improvviso il nostro modo di pensare, è sotto gli occhi di tutti, è talmente chiaro che anche un cieco se ne sarebbe accorto. La parola più giusta da usare, però, in questo caso, è ripensare. Bisognerà ripensare a nuovi modelli per vivere la quotidianità, dalla spesa al lavoro, ai rapporti umani, che hanno subito, purtroppo, il più duro colpo. Una stretta di mano e un abbraccio, e quei lunghi secondi in cui il sangue correva veloce, e parlava più di mille parole, quanto ci manca! Una sfida forse ulteriore a guardare oltre le apparenze, oggi oltre mascherina e guanti; una sfida ad abbandonare il sospetto e la diffidenza, chissà se ci riusciremo.
Ripensare alle città e agli spazi verdi, ripensare all’ambiente e alle folle senza senso; non a caso un famoso filosofo raccomandava una certa pulizia, necessaria anche nei rapporti umani. Le fabbriche e i negozi che hanno aperto e quelli che si preparano a farlo seguiranno dei protocolli ben precisi, hanno già disegnato la distanza dei tavoli e l’ingresso dei clienti. Anche le nostre case si sono trasformate, il tempo in cui siamo diventati virtuali non è passato, anche se cerchiamo in tutti i modi di separarlo da quello reale. Il mondo già è cambiato, e così anche noi.

Cosa è successo durante le emergenze del passato

Perfino Ippocrate, il padre della Medicina, affermava che l’aggregazione è pericolosa nella diffusione delle malattie, e dava molta importanza all’ambiente, il quale doveva essere sano e pulito. Oggi non scopriamo nulla di nuovo disinfettando le superfici, evitando le folle, anzi, lo sappiamo molto bene, che le malattie si diffondono più rapidamente in ambienti sporchi e che virus e batteri trovano in spazi poco salubri la più alta possibilità di diffusione. In questi mesi abbiamo poi scoperto il distanziamento sociale, abbiamo scoperto che rispettare la natura fa bene e che l’inquinamento influisce perfino sulla nostra salute.

In un passato non molto remoto, la peste si diffuse proprio per mancanza di norme igieniche adeguate; il colera, in molti casi, per la mancanza di un sistema fognario, come si scoprì poi. Basti pensare ai fondachi a Napoli, ai vicoletti bui e stretti, senza servizi igienici; la città partenopea, infatti, a causa della peste subì il più alto numero di decessi. Anche in quelle emergenze si pensò di adeguare alcune strutture, come i Monasteri a case per l’assistenza sanitaria, e di risanare gli edifici; durante quelle epoche nasce il termine quarantena, la quale fu praticata da molti, in particolare da chi arrivava a bordo di navi. In alcune città, gli ospedali e i cimiteri furono spostati, perché possibile fonte di contagio.

A metà Ottocento Londra subì una brutta epidemia, dopo la quale si progettarono strade più larghe e l’installazione di condotte fognarie più ampie, tali da raggiungere tutte le zone della città. Alcuni studi dell’epoca dimostrarono che l’acqua stagnante provocava numerose malattie. Fu proprio il diffondersi di nuove patologie e epidemie a far pensare a spazi verdi, e fu questo spirito che spinse alla realizzazione di Central Park al centro di New York. Già allora si sapeva che la natura e il verde hanno il potere di rendere l’ambiente sano e che l’ossigeno influisce positivamente sulla salute delle persone. Molti architetti, oggi, hanno pensato già a costruzioni verdi, ovvero palazzi come parchi verticali, dove il verde è quasi ovunque, è pensile, è sui balconi, sulle facciate degli edifici e nello spazio circostante. Dopo tutte le emergenze si pensa e si ripensa, adeguando edifici e spazi, ricostruendo e ridisegnando anche per il futuro; basti pensare ai terremoti e alle alluvioni. Oggi si ripenserà a creare una nuova architettura per le case e gli spazi comuni, per le norme igieniche e le protezioni, per far sì che nasca un nuovo modello anche nei rapporti umani, senza eliminarli del tutto, semplicemente introducendo qualche ...antica innovazione, come il rispetto e la cura di se stessi e l’amore per il prossimo.

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola

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