I luoghi del contagio: impariamo a riconoscerli

Riaperture, e poi? Erin Bromage: Ecco perché non bisogna abbassare la guardia.

 Nelle pre-fasi, alle origini, quando non si immaginava che il Covid-19 dalla Cina sarebbe arrivato in Italia, il Ministro della Salute rassicurava gli italiani sull’inesistente rischio di contagio.
Dopo poco più di due mesi e qualche timida apparizione del Ministro, siamo giunti ...finalmente alla fase due.
Ciò che ha creato più panico e destabilizzato l’equilibrio emotivo del mondo intero sono state le poche informazioni che si avevano sulla nuova Pandemia. L’ignoranza, poi si è diffusa, travolgendo ciò che era bene fare e ciò che non andava fatto nel caos generale, mentre alcuni esperti, rincarando la dose, sono riusciti a parlare perfino di ciò di cui non avevano la minima cognizione.
Oggi, sicuramente si hanno più informazioni, soprattutto arrivano dai medici, che, impegnati in prima linea nella lotta con il virus, sperimentano e trasmettono i dati, mettendoli a disposizione del mondo scientifico.

Non finisce qui...
Anche le riaperture sono state poco chiare; ancora una volta, non avendo una visione completa, si è preferito dire ma non dire, consentire ma non troppo; la conseguenza prevedibile è che molti italiani non hanno compreso bene come comportarsi durante la fase due.

Fortunatamente, sul web si trovano interessanti articoli di autorevoli esperti che chiariscono i motivi per i quali non bisogna abbassare la guardia.
Il concetto base è che bisogna considerare spazi chiusi e tempi prolungati. Erin Bromage, immunologo e professore associato all’Università di Dartmouth, in un lungo articolo elenca i luoghi dove è più facile ammalarsi e afferma, senza mezzi termini, che la riapertura getterà benzina sul propagarsi del virus.

Secondo Bromage, i bagni abbondano di superfici che possono trasmettere il virus. Particolare attenzione bisogna prestare ai colpi di tosse e agli starnuti, che rilasciano rispettivamente tremila e trentamila goccioline e possono raggiungere una velocità di 300 chilometri orari e propagarsi molto velocemente sia all’aperto che in luoghi chiusi.
Il respiro è anch’esso conduttore di virus. Il professore afferma che i focolai peggiori possono esplodere nei penitenziari, negli ambienti di lavoro, come i call center, durante le cerimonie religiose e le feste, negli impianti di macellazione, nei ristoranti, durante gare sportive al chiuso.
I primi luoghi ai quali di solito si pensa che possano essere più a rischio contagio sono quelli chiusi, come i supermercati e i negozi; invece, secondo l’immunologo Bromage, il contagio dipende dal periodo prolungato di esposizione e dalla grandezza dello spazio chiuso. Se in un supermercato, ad esempio, si rispetta la distanza, e si transita solo per il tempo necessario per gli acquisti, indossando mascherine, quel luogo è molto più sicuro di altri. L’imperativo quindi è quantità (delle goccioline: tosse, starnuti, respiro) e tempo.

Un altro interessante articolo apparso sulla rivista Vox mette a confronto studi condotti sulla trasmissibilità del virus all’aperto, rilevando alcune incongruenze fra le diverse ricerche effettuate dagli esperti.
Molti di tali studi stabiliscono i metri di distanza fra un corridore e l’altro, calcolando la quantità di particelle emesse e così via. In realtà, stando all’aperto e in luoghi poco affollati, si riesce ad avere una buona distanza da altre persone; di conseguenza si riduce la durata dell’esposizione al virus e la ventilazione dell’aria riduce di gran lunga il rischio di contagio.
Anche all’aperto, però, bisogna rispettare le distanze e utilizzare le mascherine, anche se ci sono indubbiamente rischi minori.
Non è un mistero il fatto che in molte parti del mondo e anche in Italia si è pensato alla riapertura per ovvie ragioni economiche, sottovalutando che la fase due potrebbe essere un’ulteriore occasione di diffusione del virus. In fondo i dati oggettivi sono pochi, si parla di previsioni, di curve, le quali quando scendono possono risalire, come sta avvenendo in altri paesi, ad esempio in Cina, dove è stata imposta una nuova quarantena. Il direttore generale dell’OMS ha dichiarato che la pandemia è tutt’altro che finita. Non possiamo più circoscrivere gli eventi al nostro paese; ciò che avviene nel mondo ci riguarda sempre più da vicino, è globale e non possiamo più seguire le fasi, gli annunci, le curve e ancor meno i numeri. Questo è il momento di attingere al buon senso, merce sempre più rara in questi tempi, a quanto pare.




Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola
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Leggi anche l’articolo integrale di Erin Bromage https://lifestyleslow.com/2020/05/21/covid-19come-evitare-il-contagio-nei-giorni-della-riapertura/

Immagine Erin Bromage:CNN