“CAMPAGNA VELENOSA”


Salvatore Motta stigmatizza i “metodi subdoli” con cui si sta affrontando la battaglia pre-elettorale...


Riceviamo e pubblichiamo questo articolo del segretario della sezione “Enrico Berlinguer” dei Comunisti Italiani di San Nicola
:

«Una campagna elettorale così tesa, con colpi bassi e squallidi, a San Nicola la Strada, non si era mai vista. Le ragioni sono tante e varie, ma una più di tutte è quella che fa alzare i toni dello scontro e surriscalda gli animi di molti. I forti interessi sul territorio! Altro che per migliorare la vivibilità della città, altro che impegnarsi per un cambiamento, altro che “scendere in campo” perché è arrivato il momento di dare un prezioso contributo alla collettività. La verità è che la prospettiva di afferrare o non cedere una porzione della torta alletta il palato di molti. Pertanto, ogni scorrettezza diventa lecita, ogni abuso si rende necessario. “Il Principe” di Niccolò Machiavelli viene rispolverato alla grande in più occasioni, divenendo così il manuale in questo periodo più in voga da consultare e mettere in pratica.
Allora eccoti le solite false promesse, la moltiplicazione dei pani e de...gli Euro, la “ricetta per eliminare la disoccupazione”, la garanzia di costruire, anche alla presenza di qualche vincolo urbanistico, la formula alchemica per trasformare, non il ferro in oro, ma i terreni (quei pochi rimasti)  agricoli o destinati al verde attrezzato e alla pubblica utilità in lotti edificabili, ecc..
Per essere più incisivi e persuasivi, alcuni utilizzano nuovi e subdoli metodi di fare campagna elettorale. Essi ricorrono:
- alla mistificazione della realtà, come, ricalcando il più collaudato schema di stampo berlusconiano, il recapitare a casa dei cittadini, in plico chiuso, un “album fotografico e grafico”, con tanto di logo istituzionale, “insieme” al programma elettorale (in fedele fotocopia) e i fac-simili con “VOTA ... A REUCCIO”;
- a forme di ostruzionismo più becero, come l’escamotage, creato ad hoc e regolamentato, del divieto di utilizzo delle strutture pubbliche in campagna elettorale, o come il rilasciare le autorizzazioni per le varie manifestazioni politiche (in senso lato e pseudo-istituzionali), da svolgersi contemporaneamente nello stesso luogo e nello stesso tempo;
- alla esponenziale intensificazione di eventi pubblici, quali sfilate, mostre, spettacoli, inaugurazioni, convegni e quant’altro possa avere eco o risalto;
- a metodi più diretti e convincenti.
Per non parlare di chi (meschino!!!), pur di aver risalto e visibilità sui mass-media, non disdegna di speculare sulle disgrazie degli altri, e, nella fattispecie, sui Caduti di Nassiryia.
Sulla questione è bene precisare e puntualizzare a costoro alcune cose.
In primo luogo, i Comunisti tutti (PdCI e PRC) hanno pieno rispetto dei caduti nella guerra in Iraq, come onorano i caduti di tutte le altre guerre, i caduti per la salvaguardia della legalità e i caduti sul lavoro, anche se, nel merito, disapprovano la guerra quale strumento per risolvere le questioni internazionali, etniche, religiose, economiche, ecc..
In secondo luogo, il sindaco uscente, in cinque anni di amministrazione comunale e in tutte le manifestazioni pubbliche, non si è mai degnato di formalizzare un invito ufficiale ai rappresentanti politici (segretari e presidenti cittadini) dei partiti di opposizione (presenti e non in consiglio comunale), come invece ha fatto per tutti gli altri rappresentanti istituzionali (autorità religiose, civili, militari e politiche), di circoli e di associazioni. Un siffatto invito, anche in occasione dell’inaugurazione del monumento dedicato ai Caduti di Nassiryia, è pervenuto né alla Segreteria dei Comunisti Italiani né a quella di Rifondazione Comunista, né tanto meno è pervenuto al candidato sindaco avversario, nonché assessore provinciale, Dott.ssa Lucia Esposito. Comunque sia, la non partecipazione (in veste di normali cittadini) è da ricercare per sopraggiunti o già presi impegni di natura professionale, lavorativa o personale (anche se per alcuni la qualcosa determina la perdita dello status giuridico di essere Italiano). 
Infine, è strumentale e da vili associare gli slogan di pochi imbecilli, che hanno urlato “10, 100, 1000 Nassiryia” , e che non hanno niente a che fare con la politica, alle manifestazioni civili dei militanti Comunisti. È bene ricordare, a chi è “corto” di memoria, che i Comunisti italiani hanno combattuto, e molti sono morti, per la liberazione dell’Italia dal regime nazi-fascista, per la libertà individuale e di espressione, per ottenere le attuali conquiste sociali, e si opporranno sempre, anche con la forza se è necessario, ogniqualvolta la libertà, in tutte le sue forme, sarà messa in pericolo.»