SPERANZE E FRUSTRAZIONI DI UN GIOVANE CITTADINO SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Da “La Posta dei Lettori” del Corriere di San Nicola

«Gentile Redazione del Corriere di San Nicola,
ho letto con molto piacere e quasi con gioia il Vs ultimo articolo (https://www.corrieredisannicola.it/ambiente/notizie/ambiente/wdfgd - ndr) dedicato alla raccolta differenziata nel nostro Comune, a quella che, giustamente, avete definito un vero e proprio disastro! Premetto di essere un giovane laureato in giurisprudenza, da tempo impegnato nello studio del diritto dell'ambiente; una materia complessa, che richiede passione, conoscenza, competenza e, concedetemi, consapevolezza! Dopo aver letto l'articolo (di cui condivido ogni parola e ogni ragionamento) mi sono sentito quasi "in dovere" di rispondere, non per fare il maestrino della situazione, tantomeno sostituirmi a chi, per legge, deve (o dovrebbe) lavorare quotidianamente per migliorare le tante, troppe, cose che non tornano in materia di gestione dei rifiuti nel nostro territorio.

Vi scrivo da cittadino, consapevole dei diritti e dei doveri che l'appartenenza alla nostra comunità mi garantisce di esercitare e mi impone di rispettare, sperando (magari!) che queste parole possano giungere a chi, evidentemente, questi diritti e doveri deve far rispettare!

Perché no! Spero anche di rispondere alla Vostra domanda circa la pochezza dei risultati di Raccolta Differenziata rispetto agli sforzi che noi cittadini, il Comune e la ditta appaltatrice del servizio facciamo quotidianamente.

Vorrei partire da un mio personalissimo pensiero: siamo così sicuri che il sannicolese medio sia, al netto degli eventuali disservizi ed errori gestionali, così ligio e preparato in materia? io, sinceramente, penso proprio di no! E lo dimostra un evento che, settimanalmente, si ripete: la quantità di rifiuto c.d. indifferenziato (che poi si chiamerebbe residuo secco non riciclabile) che giace davanti alle nostre abitazioni. sembrano quasi mini discariche; sembra che i nostri concittadini il giovedì si scatenino gettando qualsiasi cosa che per loro sia, appunto, "ammiscat", indifferenziato. Il problema, quindi, non è la quantità di rifiuto che a san nicola si differenzia, ma piuttosto quello che NON si differenzia, per sciatteria, per menefreghismo, per ignoranza: "tanto che fa! quelli sempre se lo ritirano no?" E vi assicuro che solo aprissi i sacchetti di secco non riciclabile dei miei vicini di casa (io abito in via Turati), probabilmente un buon 50% sarebbe da eliminare, o meglio, da differenziare! La quantità pazzesca di rifiuti (solo sulla carta) non riciclabili che i nostri concittadini non differenziano è facilmente dimostrabile: il giorno di ritiro del secco residuo, la DHI non arriva a raccogliere i nostri rifiuti prima delle 12-12:30 (almeno nella mia zona di residenza), probabilmente perché i mezzi che utilizzano si riempiono tanto e subito, ergo devono sversare e poi ritornare a raccogliere. La soluzione a tutto questo? L'applicazione puntuale della tariffa sullo smaltimento degli RSU: meno differenzi, più paghi! non vuoi differenziare? Tua scelta, ma sappi che pagherai il doppio, il triplo di quello che paghi! certo, ci sarebbe da fare un discorsino anche su chi effettivamente queste tariffe le paga… ma non voglio andare troppo lontano dal mio discorso. E' evidente, però, che questo discorso comporta delle modifiche all' intero sistema, in primis, l'abbandono del sistema porta a porta per un sistema che garantisca la pesatura istantanea del proprio rifiuto (a proposito: ma siamo sicuri che a San nicola il porta a porta sia la scelta migliore sia economica che gestionale?), sistema oramai sperimentato in tantissime cittadine italiane.

Avrei tantissime altre osservazioni da fare al riguardo, ma per evitare di tediarvi oltre, mi limito a fare un'ultima osservazione: siamo proprio sicuri che fare ennesime campagne di sensibilizzazione sia necessario? No perché se proprio vanno fatte, che si scelgano bene gli aspetti su cui i cittadini vanno sensibilizzati: per esempio che consegnare gli ingombranti, gli elettrodomestici e i RAEE ai c.d. ferrivecchi o svuota cantine non solo è, dal punto di vista ambientale, molto pericoloso e dannoso, ma soprattutto con il nostro menefreghismo siamo complici della consumazione di un reato (art. 256, d.lgs. 152/2006). E vi assicuro che anche in questo caso, i rimproveri da fare ai nostri concittadini sarebbero tanti, almeno per quelli residenti nella mia zona.

Cordiali saluti.

Un cittadino».

ANTONIO BERNARDO, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
24/6/2020

-Sono a ringraziarLa, egregio Dottore, della Sua condivisione. Provo soprattutto gioia nel leggere che Lei è da tempo impegnato nello studio del diritto dell'ambiente, materia per la quale -come Lei giustamente sottolinea- si richiede quella virtù molto rara e sconosciuta che si chiama "passione".
Le Sue sono considerazioni molto pregevoli, soprattutto perché vengono da un giovane. Sì, perché, come tantissime volte ho scritto e continuo a rafforzare nell’idea, soprattutto dai giovani -e non da presunti soloni e scienziati- probabilmente può venire il contributo decisivo per una svolta da imprimere al disastrato settore dell’ambiente. 
Nicola Ciaramella
 

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