In viaggio con Diomede alle origini di Mergellina

Sul filo dell’acqua fra angeli e demoni, storia e leggenda

 

Domenica 20 giugno la Locus Iste ha ripreso le sue attività, accompagnando i visitatori nel viaggio con Diomede, fra la storia e le leggende di Mergellina, fino ad arrivare alla chiesa di Santa Maria del Parto.
Sulle origini di Mergellina circolano tante storie; secondo alcuni il nome deriverebbe da Mar Jallianus, mare cristallino. Mergoglino o Merguglino sono termini che indicano un piccolo uccello di mare, mentre Mergogline deriva dal latino Margellus e significa limitrofo; la zona Chiaia (quartiere che ospita Mergellina), un tempo solo mare e terreno, era considerata il confine di Napoli città. Molti dei palazzi antichi che oggi popolano il quartiere sono stati costruiti in epoca borbonica, come l’antico casino reale. Il poeta Jacopo Sannazzaro alla fine del Quattrocento ricevette in dono da Federico d’Aragona, suo amico, un podere proprio sul mare. Dopo aver costruito una torre, fece edificare due chiese, una superiore dedicata a San Nazario martire, suo santo protettore, e quella inferiore dedicata a Santa Maria del parto, che prende il nome da una delle sue più importanti opere letterarie: De Partu Virginis.

Oggi il cemento ha preso il posto di pezzi di spiaggia e mare; Via Mergellina che affacciava direttamente sul mare è diventata una strada interna. La fontana del leone posta nell’omonima piazzetta fu costruita in occasione del restauro del casino reale da Ferdinando IV di Borbone; dalla bocca del leone sgorgava un’acqua che proveniva da Posillipo. Quel leone di marmo oggi non guarda più al mare e non è più una fontana, però si erge sempre maestoso, fra l’incuria e l’indifferenza dei passanti a ricordare storie e leggende antiche. Nella vicina Piazza Sannazzaro è in compagnia della fontana della sirena Partenope. L’antico borgo dei pescatori ospita la stazione di Mergellina, un’imponente palazzo costruito nel 1925, la fontana del Sebeto del 1635, posizionata a Largo Sermoneta solo dal 1939.

Ma qual è il viaggio di Diomede Carafa? Vescovo di Ariano Irpino (1492-1560), era nipote del papa Paolo IV, che lo nominò cardinale in giovane età. Nella chiesa di Santa Maria del Parto a destra si trova il suo altare, in alto il dipinto chiamato, il diavolo di Mergellina. Il dipinto, realizzato da Leonardo Grazia da Pistoia nel 1542, fu commissionato da Diomede Carafa. Una delle leggende che circolano racconta che Vittoria d’Avalos, una nobile napoletana, si sarebbe innamorata del cardinale, mettendo a dura prova i suoi voti. Questo fu il motivo per il quale San Michele viene dipinto con il volto di Diomede e il demonio con il volto di Vittoria, a simboleggiare la vittoria del bene sul male. Sul quadro Diomede fece incidere Fecit Victoriam alleluia 1542 Carafa. La facciata della chiesa ha subito alcuni restauri, che hanno deformato in qualche modo le forme originarie; all’interno si può ammirare ancora il presepe ligneo del Merliano, con statue a grandezza naturale.

Dietro all’altare maggiore si trova la tomba di Sannazzaro, una meravigliosa opera marmorea molto complessa, il cui progetto appartiene proprio al poeta.
Benedetto Croce nel 1892 scrisse: Quella mescolanza di sacro e di profano ch’è tanto caratteristico della poesia del Sannazzaro, quale pienezza di fede estetica nel paganesimo raggiungono un’espressione plastica in questo monumento sepolcrale.
È chiara in quest’opera l’ispirazione all’antico Colombarium che ospitava i resti di Virgilio. Infatti nell’epitaffio posto sulla cappella scritto da Pietro Bembo si legge: Da sacro cineris flores: hic ille Maroni Sincerus musa proximus ut tumulo – Spargi fiori sulle sacre ceneri: qui giace Sincero vicino a Marone nella poesia come nel sepolcro. Questa iconografia celebra definitivamente Sannazzaro come il nuovo Publio Virgilio Marone.

Dal 1530 l’ordine religioso dei Servi di Maria ha trasformato la casa del poeta in un convento. Oggi, nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina molte coppie decidono di celebrare le loro nozze, altrettante donne chiedono alla Vergine il dono di un figlio o di accompagnarle durante i difficili mesi della gravidanza.

Chi ci conduce abilmente nel viaggio con Diomede ci suggerisce una nuova visione e ci invita a ripercorrere quelle strade come un salto nelle profondità delle acque e dell’anima. Qualcuno dice che Mergoglino fosse un uccello acquatico, altri che si trattasse di un giovane pescatore innamorato di una sirena, il quale si tuffò in mare per raggiungerla, spinto dalla passione e non riemerse più (poco distante dal mare c’è una sua statua). Forse giace nei fondali, insieme alle leggende e ai versi del poeta.
Ed è così che bisogna affrontare il viaggio di Diomede, immergendosi e guardando oltre i palazzi antichi che oggi brulicano di nuovi orpelli, oltre il degrado che circonda il Leone di Mergellina e al di là delle bancarelle, dei turisti che affollano i bar e del traffico caotico. Con uno sguardo al mare e uno alla leggenda, ai maestosi monumenti che sfidano il cielo. Sempre alla ricerca, per sconfiggere i demoni d’ogni circostanza, così come fece Diomede, in un lungo viaggio interiore. Fecit vitoriam alleluia.

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola

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Approfondimenti storici e dettagli artistici sulla chiesa Santa Maria del parto - https://lifestyleslow.com/2020/06/24/santa-maria-del-parto-a-mergellina/