Vecchia nuova piccola cara Santa Maria della Pietà...

Don Filippo Frattolillo ha celebrato la prima messa festiva nella cappella della Rotonda dopo i lavori di ristrutturazione


Sabato 1 maggio, alle ore 19, il parroco Don Filippo Frattolillo, assistito dal diacono Don Alessandro Augusto, ha celebrato la prima messa festiva nella riaperta chiesa di Santa Maria della Pietà dopo la conclusione dei lavori di ristrutturazione.
Presenti una quarantina di fedeli, quanti la cappella può oggi contenerne a norma delle disposizioni anti-Covid concernenti il distanziamento tra le persone.
Di grande impatto l’aspetto interno della chiesa, che ha acquistato luminosità e fascino visivo.
Un momento senza dubbio importante per la comunità della Rotonda (e per chi, come chi scrive, alla Rotonda è nato e dei “pellicci” ha respirato l’inebriante profumo), che ha potuto riassaporare la gioia di tornare a sedersi sui vecchi banchi della piccola e cara chiesa dopo che per moltissimo tempo le funzioni religiose si erano svolte esclusivamente nel salone parrocchiale a piano strada.
La ristrutturata cappella di Santa Maria della Pietà è stata benedetta martedi scorso dal vescovo Mons. Pietro Lagnese.

Come descrive lo studioso di storia dell’arte Renato Ciaramella, la fabbrica della chiesa dedicata a Santa Maria della Pietà (che divenne sede della omonima parrocchia nel 1967 e che ha avuto sinora cinque parroci: Don Giuseppe Bartolucci, Don Giovanni Argenziano, Don Pasquale Lunato, Don Oreste Farina e, dal 14 giugno 2015, Don Filippo Frattolillo) è collocabile nel periodo storico architettonico del neoclassicismo in quanto rispecchia appieno sia i canoni stilistici dell’ordine ionico per la parte esterna, sia le esigenze del culto cristiano per la zona interna.
La facciata esterna principale presenta due alte e slanciate colonne in tufo, poste su un basamento di pietra e sormontate da capitelli in stile ionico. Il piccolo ambulacro (pronaos) risultante dalla posizione delle colonne è coperto da una volta a padiglione e preannunzia il vero e proprio ingresso principale della chiesa. La parte superiore della facciata, divisa da quella sottostante dalla tipica trabeazione architravata, sulla quale è posta la scritta “Monstra te esse matrem”, non poteva trovare altra logica conclusione che nel frontone triangolare anch’esso in stile con la presenza di dentelli.
Lo spazio interno al primo impatto sembra generato da un’unica ed ampia navata di forma rettangolare, ma analizzato più attentamente rivela uno schema a pianta cruciforme, che riconduce a quell’ideale di centralità che è anche la caratteristica predominante dell’esterno.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola  


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