Insegnare ad amare Dio...

Vedete questo bimbo? Si chiama Gabriel ed è un’altra vittima innocente della Terra dei fuochi.

Il piccolo Gabriel ora è in cielo accanto a Dio e ai nostri angeli.

Non ci viene neppure in mente di scrivere che abbia perso la sua battaglia contro il mostro, come spesso sentiamo dire in queste atroci circostanze.

Chi come lui ha sempre lottato con il sorriso, chi non hai mai concesso alla malattia di cambiarlo nella tempra, in quel caratterino da piccola peste e al contempo di una tenerezza infinita, chi in soli nove anni è riuscito a insegnare tanto a tanti, non può essere considerato un perdente.

Gabriel resta un grande dono nonostante tutto il dolore che resta, per mamma Susy e papà Antonio, per il fratellino Gennaro e per tutta la sua numerosa e meravigliosa famiglia a cui ci stringiamo con immenso affetto e dolore e anche per noi che abbiamo avuto il privilegio di viverlo.

Un’anima nobile e speciale, nato e cresciuto in una famiglia piena d’amore, da due genitori che gli hanno insegnato soprattutto ad amare Dio e gli altri più di se stesso.

E anche in questo Gabriel eccelleva, amore puro, piccolo grande uomo.

A presto piccolo, la vita è un soffio rispetto all’eternità e noi ci ritroveremo in qualche buco di infinito di nuovo a chiacchierare, a prendere i tuoi “cazziatoni “ infiniti, a giocare insieme. Per sempre tu

Sono le parole postate il 25 maggio scorso sulla pagina Angeli Guerrieri della Terra dei Fuochi onlus, e salutano un altro piccolo eroe di questa guerra inutile e infinita.

Alcuni giorni fa, proprio, dopo la morte del piccolo Gabriel, don Maurizio Patriciello ha lanciato un ennesimo appello a Papa Francesco.

Il Parroco simbolo della lotta contro la criminalità che tiene sotto assedio una terra vittima dei più orrendi reati contro l’ambiente, in una lettera pubblicata sulle pagine di Avvenire, rivolgendosi al Papa scrive:

Santità, scrivo per tutti, ma mi rivolgo soprattutto a lei. Il piccolo Gabriel se n’è andato proprio nel giorno in cui si concludeva l’«Anno Laudato si’. Gabriel va ad aggiungersi ai tantissimi bambini, adolescenti, giovani, che in questi anni sono volati in cielo, vittime di un sistema assurdo che per interesse o per negligenza miete migliaia di vittime innocenti. Finalmente, dopo anni di civilissime lotte e proteste, l’Istituto superiore di sanità, ha riconosciuto che nella nostra terra tra ambiente malsano e salute c’è un nesso di causalità. Gli scarti industriali vengono bruciati nelle campagne, sversati nei corsi d’acqua o addirittura interrati, con le conseguenze che ognuno può intuire. Purtroppo, come sempre accade quando gli uomini si fanno lupi dei loro fratelli, a pagare il prezzo più alto sono i più poveri, gli emarginati, i piccoli. I bambini, Santità! Abbiamo nei loro confronti tantissimi doveri e quasi nessun diritto. Ci furono affidati perché li aiutassimo a crescere nel migliore dei modi; a tenere sotto controllo gli egoismi personali, familiari, nazionali per godere la gioia di abbracciare e servire il mondo. Gabriel si è arreso. Era tanto, tanto stanco, questo piccolo Cireneo. Ha preferito il paradiso. «Il nostro egoismo, la nostra indifferenza e i nostri stili irresponsabili stanno minacciando il futuro dei nostri ragazzi … Prendiamoci cura della nostra madre Terra, vinciamo la tentazione dell’egoismo che ci rende predatori di risorse…» è il suo monito all’umanità. Grazie, Santità.

Papa Francesco conosce benissimo la Terra dei fuochi e l’opera che don Maurizio Patriciello da anni presta per la sua comunità, e lo ha più volte incoraggiato a continuare, nonostante tutto. Nel 2014, il Papa durante una visita a Caserta sorvolò le terre martoriate dai rifiuti, e anche in quell’occasione rivolse parole di speranza alla popolazione. Davanti alla Reggia, tralasciando il suo discorso scritto, disse: So che voi soffrite per queste cose. Non lasciatevi rubare la speranza. Quando sono arrivato, uno di voi mi ha detto: 'Padre ci dia la speranza', io non posso darvi la speranza ma posso dirvi che questa c'è dove c'è Gesù.

Allora cosa possiamo fare per i nostri figli? Lasciarli morire in una terra avvelenata? Somministrare loro un dolore che consuma il respiro? I genitori di Gabriel gli hanno insegnato soprattutto ad amare Dio e gli altri più di se stesso, ed è forse, solo l’amore immenso di Dio che può far rinascere la speranza, che può dare un senso di grandezza a ogni nostro piccolo gesto.


Giovanna Angelino 

©Corriere di San Nicola 



Immagini da Pagina Social Angeli Guerrieri della Terra dei fuochi onlus