Brucia il Sud

Dai Monti Tifatini in Campania alla situazione drammatica in Calabria: i perché di questi disastri e i “modelli antincendi” dimenticati.

 



Tutti i principali mass media, in queste ore, stanno documentando gli incendi che da più versanti stanno imperversando sulla nostra penisola, in particolare su Sardegna, Sicilia, Campania e Calabria.

In Campania, da oltre 24 ore un incendio propagatosi dalla frazione di San Leucio, nel casertano, ha raggiunto i Monti Tifatini e l’area montuosa di San Prisco. Sul posto sono presenti due squadre dei Vigili del fuoco e un elicottero ed è stato richiesto l’intervento di un Canadair.

In Calabria la situazione è davvero drammatica. Le fiamme (che si sviluppano sempre in contemporanea) partite dalla località San Luca rischiano di distruggere le Faggete Vetuste di Valle Infernale, patrimonio Unesco. Il Parco dell’Aspromonte custodisce uno dei patrimoni di biodiversità più importanti d’Italia. La geomorfologia del parco naturale dell’Aspromonte permette ai visitatori di avere una panoramica a 360 gradi dello Stretto di Messina, del Monte Etna, delle Isole Eolie, dei territori calabresi greci, del territorio di Locri e della Piana di Gioia Tauro.

Le fiamme hanno distrutto ettari di boschi e intere aziende agricole e in Calabria, oltre a quattro vittime, gli incendi hanno distrutto le speranze e il lavoro di anni.

“Vent’anni fa gli incendi erano crollati del 90%, il modello dimenticato” è il titolo di un articolo apparso poche ore fa sul quotidiano “L’Avvenire”, nel quale Tonino Perna, vicesindaco esterno di Reggio Calabria, spiega come fino a dieci anni fa con un bando pubblico si affidavano i boschi dell’Aspromonte ad associazioni e cooperative sociali. Il piano prevedeva diverse azioni per contrastare gli incendi, fra cui rilevatori a infrarossi sulle cime delle montagne, chiamati early warning, per rilevare focolai e agire tempestivamente. Il sistema funzionava e costava poco, però all’improvviso (forse proprio perché funzionava) è stato abbandonato, con le evidenti conseguenze di oggi.

Perché gli incendi si sviluppano prevalentemente al sud?

Le ragioni sono tante e complesse: una percentuale altissima di terreni abbandonati, assenza o non applicazione di un sistema di monitoraggio e di prevenzione incendi, bassa cultura ambientale delle comunità e delle istituzioni.

Calabria verde, ad esempio, è una struttura appartenente alla Regione Calabria, sul cui sito si legge, in bella vista, “Se avvisti un incendio chiama subito”.
Peccato che quando si parla di Campagna antincendio, bisognerebbe considerare innanzitutto la prevenzione, attuando tutte le misure necessarie previste da appositi protocolli molti mesi prima dell’inizio dell’estate.

Sulla pagina social del parco naturale dell’Aspromonte sono state diffuse le immagini, riproposte dal Corriere di San Nicola, che raccontano una tragedia dalle vaste proporzioni.

Al momento, miracolosamente, le Faggete Vetuste, patrimonio Unesco, non sono state interessate dalle fiamme, nonostante l’immane incendio che da giorni sta devastando la zona e che ha bruciato uno dei boschi di pino calabro più importante e storico del Parco, quello di Acatti – è quanto si legge sull pagina social del Parco naturale Aspromonte –

Siamo in una condizione difficile e catastrofica in tutte le zone dell’Aspromonte con incendi sullo Zomaro, sulle montagne di Mammola, nell’Area Grecanica fino a Polsi.


Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola

(Immagini: Pagina Social Parco Naturale Aspromonte)