La "Famiglia Betania" benedetta dal Vescovo

Il Gruppo fortemente voluto da Don Franco Catrame nell'ambito delle attività parrocchiali di Santa Maria degli Angeli ha ricevuto la visita di Mons. Pietro Lagnese. 
Il momento sublime nella preghiera finale: "Possa essere questo un gruppo che non si chiude in se stesso, ma che senta di dover andare, di contagiare, che senta di dover farsi missionario”.

IL VIDEO  
https://youtu.be/TPTqN_Pl4Gc
All'interno, ampia galleria fotografica dell'evento.

 

Domenica 19 settembre, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli in San Nicola la Strada, il Gruppo Famiglie "Betania", costituito da Don Franco Catrame e operante da circa tre anni nella parrocchia da egli guidata, ha vissuto il suo momento più bello, ricevendo la visita del Vescovo della Diocesi di Caserta, Mons. Pietro Lagnese, al quale sono stati illustrati gli scopi e il programma della importante attività. 

Prima della funzione liturgica, il mirabile discorso di presentazione di Don Franco, di cui è noto il profondo e lungo impegno sui temi della Pastorale familiare (crescita e affermazione del valore della famiglia), che rappresenta uno dei principali obiettivi della sua missione spirituale, al quale egli ha dedicato la maggior parte della sua vita e dei suoi studi sui relativi fondamenti biblici e magisteriali, scrivendo testi e riflessioni per la formazione della famiglia e pubblicando il libro “Famiglia cristiana”.

Il parroco di Santa Maria degli Angeli ha spiegato la forte ispirazione che è alla base del Gruppo Betania, costituito da un insieme di famiglie e di coppie di fidanzati ai quali egli porge le esortazioni apostoliche di Papa Francesco, necessarie alla famiglia di oggi, quella già formata o prossima alla formazione, per comprendere e vivere in un modo più consapevole la vita di ogni giorno. 

Papa Francesco ha tracciato l’inizio di un cammino cercando di incoraggiare un nuovo approccio pastorale nei confronti della vita familiare. La sua intenzione principale -ha detto Don Franco- è quella di comunicare in un tempo e in una cultura profondamente mutati uno sguardo all’uomo e alle famiglie da parte della chiesa”. 

E poi, la forza che deve animarci per “Diventare custodi della bellezza della famiglia e prendersi cura delle fragilità e delle sue ferite”.  

Carissimo Vescovo Pietro-ha proseguito con fede e calore Don Franco- vi presento la piccola comunità di famiglie, dodici coppie, anche di fidanzati, cui ho dato il nome di Betania, il luogo dell'amicizia. Durante il lockdown, esse non hanno mai fatto mancare il oro sostegno umano, spirituale e anche economico per le tante richieste che mi giungevano da persone provate da situazioni di assoluta emergenza. Ho sperimentato la verità di un amore fraterno e sincero, sempre pronto alla condivisione con generosità e totale disponibilità. Queste coppie che sto accompagnando da quasi tre anni hanno vissuto con me incontri di preghiera, di adorazione eucaristica, di riflessioni sui principali testi di Papa Francesco. Queste coppie svolgono, però, anche servizio per la parrocchia, provvedono alle tante necessità per il decoro della chiesa”.

Vi chiedo di benedire queste nostre famiglie, coppie di sposi e di fidanzati che desiderano prepararsi a vivere il progetto di amore matrimoniale che Gesù consacrerà il giorno del loro matrimonio”.

Molto sentita e toccante la benedizione del Vescovo, impartita dopo aver ringraziato Don Franco per la passione con cui ha realizzato questo progetto. 

Quindi la celebrazione della Santa Messa presieduta da Mons. Lagnese, assistito da Don Franco, Don Stefano e dai diaconi Don Michele e Don Raffaele e dagli accoliti. 
Ad animarla l'ensamble Regina Mundi.

L'omelia è stata stupenda, tutta mirabilmente incentrata su quei concetti su cui ruota la speranza di un’umanità in grado di capire e di abbracciare la Parola: “Se volete essere grandi, fatevi piccoli. Se volete essere i primi, fatevi ultimi”.
 
Al termine della cerimonia religiosa, il saluto e il ringraziamenti al vescovo da parte del coordinatore del gruppo Antonio Serino: «Eccellenza reverendissima, Le porgiamo un sentito benvenuto ed un particolare ringraziamento per la Sua presenza qui tra noi. La Sua visita oggi infatti è motivo di gioia e di felicità perché, coincidendo con l’inizio del nuovo anno pastorale, per noi diventa anche un prezioso incoraggiamento a poter adeguatamente rispondere agli impegni che abbiamo preso nei confronti sia del nostro caro Don Franco, nostra guida, e sia nei confronti della nostra comunità stessa. Sono trascorsi circa tre anni da quando don Franco ci ha proposto di vivere questa esperienza e che subito abbiamo accettato. Eccellenza, Le possiamo garantire che questo gruppo oramai è divenuto Famiglia Betania perché al suo interno si è costruito un qualcosa di particolare che col passare del tempo si è caratterizzato sempre più per il suo legame spirituale ed affettivo che va al di là della semplice amicizia e speriamo che questo legame possa investire anche altre coppie, specialmente quelle che si stanno per formare, desiderose di intraprendere questo cammino. Infatti, è proprio questa appartenenza gioiosa che ci consente di rivolgerci a tutta la comunità per invitarla a partecipare: essere cristiani non è solo partecipare ai riti, ma specialmente mettere in pratica ciò che il Signore Gesù ci ha insegnato. Lo studio delle accorate encicliche di Papa Francesco e le spiegazioni che Don Franco ci fornisce mensilmente ci offrono lo spunto per intendere nel senso più ampio la Parola di Dio per cui la nostra presenza, a partire da quest’anno, sarà un po’ più evidente, sia all’interno che nei servizi, con la speranza di saper interpretare bene le necessità dell’intera comunità. Siamo grati a don Franco per averci dato questa meravigliosa opportunità. E siamo grati a Lei, Padre Vescovo, per aver voluto offrirci la Sua vicinanza con la Sua presenza. Grazie ancora».

La preghiera finale che Mons. Lagnese ha rivolto è stato il momento più importante, più grande, l’attimo sublime: “Il Gruppo Famiglie Betania possa essere un gruppo che non si chiude in se stesso, ma che senta di dover andare, di contagiare, che senta di dover farsi missionario”. 

Dopo la cerimonia in chiesa, un momento di convivialità per tutti sul sagrato della chiesa, con la consumazione di un pasticcino e di un bicchiere di aranciata per suggellare la gioia dei convenuti.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola  





 


(L'evento è tramandato alla storia sul “Corriere di San Nicola” grazie alla cronaca e ai documenti fotovideografici realizzati dai volontari custodi dell'informazione Biagio Pace e Nicola Ciaramella)