Dalla parte degli Indiani

Presentato il libro di Giuseppe Cerrato "Il cancello delle stelle - La grande alleanza", edito da Vozza



Lo sterminio dei pellerossa, un vero e proprio genocidio dei nativi d’America. Popolazioni che abitavano il continente americano prima della colonizzazione europea, erroneamente chiamati “indiani” per madornale storica gaffe di Cristoforo Colombo. Gente buona, gente semplice, dalle millenarie radici cresciute nel rispetto per il creato e per la natura, disposta alla pace, ma la cui esistenza su quei territori era di enorme fastidio ai “signori” conquistatori, da altri lidi sopraggiunti, che quelle praterie profumate di purezza volevano a tutti i costi sfruttare per edificare le puzzolenti macchine della cosiddetta civiltà.

Gli ultimi anni della libertà dei nativi americani, prossimi a diventare esuli nella propria patria, rappresentano il pannello di sottofondo di un racconto romanzato, "Il cancello delle stelle - La grande alleanza", scritto da Giuseppe Cerrato, edito da Vozza, uscito nel 2020 e presentato venerdi 8 ottobre anche a San Nicola la Strada nel “salotto letterario” dell’Associazione Alterum presieduta da Titti D’Abbraccio.

Presenti, nel suggestivo cortile di Via Appia, numerosi ospiti (tra cui i rappresentanti del Comitato Cittadino San Nicola la Strada Città Partecipata, Domenico Pennino e Mariano De Matteis, nonché il presidente dell’Associazione Acquapulita, Nicola Santagata) tutti rigorosamente disposti a norma di anticovid.
A proposito, i nostri complimenti all’organizzazione: per la prima volta ci hanno chiesto il green-pass, cosa che finora non ci era ancora successo neanche in ospedali ed uffici pubblici, la cui soglia siamo stati purtroppo costretti a valicare.

L’incontro è stato magistralmente presentato, coordinato e condotto dalla giornalista Giovanna Tramontano, direttore responsabile di News e Social, già redattrice del Corriere di San Nicola diretto da Nicola Ciaramella (presso cui ha svolto il tirocinio), abile nel coordinare e condurre un programma di grande livello con un “tavolo dei lavori” composto da qualificatissimi relatori.  

Valeria Tramontano, nota scrittrice sannicolese che nel 2012 pubblicò “Stammlager XA Bremervorde: memorie di un internato” ha tracciato con cura e dovizia di particolari la gloriosa storia delle circa cinquecento tribù di pacifici incolpevoli pellerossa, vissuta tra soprusi dei bianchi, accordi disattesi, massacri, cruente battaglie, personaggi celebrati dalla cinematografia come eroi ma che eroi non sono stati e neanche generali (Custer era un tenente colonnello). Fino alla pagina forse più sanguinosa, a Wounded Knee, l’ultimo scontro armato tra nativi e forze governative, dove, insieme a centinaia di indiani quasi tutti disarmati, donne e bambini, viene trucidato anche Toro Seduto.
L’ultimo atto della soluzione finale”.
Valeria Tramontano non usa mezzi termini, riportando il pensiero di fonti eminenti: “I sistemi di sterminio e di segregazione attivati contro i nativi nord-americani vennero presi a modello da Hitler... Si lascia immaginare cosa hanno combinato gli statunitensi e i colonizzatori. E come siano ancora oggi trattati gli eredi dei nativi americani, molti dei quali vivono in condizione di esclusione sociale”.

A seguire, gli altri interventi intervallati dalla lettura di passi del libro affidata alle voci di Tina De Simone e Annamaria Selvaggi.

Pasquale Carotenuto, esperto di comunicazione: “Quante volte siamo stati indiani nella nostra vita? Quante volte abbiamo subito un’ingiustizia. A noi sembra lontano questo paese, l’America; ci sembrano lontani gli indiani. Li abbiamo visti e li vediamo nei film. Ma ce l’abbiamo tutti i giorni, anche a fianco a noi, un indiano, a cui dobbiamo amore, gentilezza, a cui dobbiamo anche correttezza nelle promesse fatte. Una storia dipende da come te la raccontano. Una bugia raccontata cento volte diventa verità. Ci hanno raccontato che era necessario civilizzare. E poi la grande alleanza. Di alleanze disattese i libri ce ne hanno raccontate a milioni. Chi è che da bambino giocava agli indiani e soldati? Un po’ tutti. Ma c’era una differenza. Gli adulti si ammazzano, gli adulti hanno il nemico di fronte; i bambini, dopo che avevano finito di giocare si toglievano il cappello e si mettevano a ridere e scherzare. Con il viaggio che ci fa fare con questo libro, Giuseppe Cerrato ci fa tornare bambini. Ed è questo l’unico modo per trovare la nostra serenità”.

E’ la volta dell’autore, chiamato in causa dalla moderatrice.
Giuseppe Cerrato, bassista autodidatta amante del country rock e del blues (in arte "Ronliapord"), con varie esperienze vissute al fianco di nomi famosi, tra cui Bobby Solo, nonché anche attore con piccoli ruoli in fiction televisive e film, è al suo esordio come scrittore.
Nel libro è Stark, giornalista che per una serie di eventi si trova a raccontare l'atto finale della “grande alleanza” finalizzata all’agognata (e mai raggiunta) pace tra gli uomini dalla pelle rossa, rispettosi delle persone e della natura, e gli uomini dalla pelle bianca, lo squallido colore dei loro obiettivi.

Gli indiani -dice Cerrato- davano un significato semplice a tutto ciò che vedevano, accessibile a tutti i bambini; quello che noi non riusciamo a fare neanche con un milione di parole. In loro c’era sentimento di rispetto per la natura. Noi occidentali abbiamo sempre pensato solo al profitto. Volevano comprare le terre degli indiani, perché doveva passare la ferrovia, perché dovevano estrarre l’oro. Un capo indiano chiedeva in una lettera al presidente degli Stati Uniti come fosse possibile comprare l’odore dell’erba del mattino, la rugiada, il rumore del ruscello...”.

Poi, sempre su input di Giovanna Tramontano, spiega il perché di questo titolo che ha voluto dare al libro: “Il cancello delle stelle è il passaggio di tanti altri popoli che possono esistere nel creato. E magari ci sono tanti altri popoli che si sono comportati meglio di noi. Chi merita di passare questo cancello? Così diceva il Grande Spirito. La risposta: solo quelli lì che riescono a vivere in pace con i propri simili”.

L’editore Giuseppe Vozza risponde alla brillantissima Giovanna Tramontano, che gli chiede quando e perché ha deciso di pubblicare il libro che Cerrato gli ha proposto: “Anche io sono dalla parte degli indiani, come dalla parte di tutti i popoli che purtroppo nel corso del tempo hanno subito tantissime angherie”.

Sono, infine, intervenuti Giuliano Carpentino, socio di Raido Adventure, e Emiddio di Filippo, insegnante di San Marco Evangelista, fautore della promozione di impegni a favore della difesa e valorizzazione dell’ambiente e del territorio.  

Nicola Ciaramella
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