Bla bla bla: perché le fabbriche al sud s’incendiano da sole...

Non sono ancora chiare le cause dell’incendio...

 

Nella terra dei fuochi le fabbriche prendono fuoco improvvisamente e ciò accade come se fosse una novità, qualcosa di raro. Bisognerebbe, quindi, sorprendersi di ciò che apparentemente sembra un incidente o un fatto eccezionale. Ed è proprio questo quello che gli addetti ai lavori si aspettano da noi: che ci meravigliamo dell’ordinario.

In questo modo potremmo anche evitare di porci domande, ma ormai sono anni che conosciamo sia domande sia risposte e in questa realtà non cambia perfettamente nulla. Deve sembrare tutto normale, perché le domande bisognerebbe rivolgerle a chi occupa posti di responsabilità, a chi è pagato profumatamente per evitare tali disastri, a chi è incaricato a indagare sulle reali cause, a chi per professione deve scoprire i reati commessi e assicurare alla giustizia gli assassini di un territorio.

Ore 6,15 circa di un tranquillo 15 novembre 2021 ennesimo incendio nella zona industriale di Arzano, alle porte di Napoli, dove ad andare a fuoco è stato un deposito di una società di materiali plastici. La nube nera e tossica che si è sprigionata ha raggiunto presto i comuni limitrofi, costringendo migliaia di cittadini a chiudersi in casa (e non per il covid).

Sul posto sono intervenute cinque squadre di vigili del fuoco con tredici mezzi, carabinieri, polizia, e il referente per l’area contrasto ai roghi Campania. Indagheranno sulle cause dell’incendio, dicono.

Il focolaio al deposito gestito da cinesi si è presto esteso a un’azienda di riciclo carta adiacente, provocando tre colonne di fumo che hanno invaso una vastissima area. Purtroppo si tratta dell’ennesima tragedia in poche settimane; non dimentichiamo Airola e pochi giorni fa un incendio a Gricignano d’Aversa nel casertano, dove è andata a fuoco una fabbrica di surgelati.

Il fenomeno purtroppo è molto diffuso e, oltre al fumo nocivo sprigionato, un altro tipo di fumo viene gettato per confondere i cittadini sui veri motivi degli inspiegabili incendi di fabbriche.

Mancanza di controlli? Totale assenza di norme anti incendio e di sicurezza? La mano criminale della camorra? Interessi economici? Giochi di prestigio? Politica? Rifiuti illegali? E lo Stato cosa fa?

È così difficile individuare responsabilità e colpe? Coloro che sono pagati per “fare” e per dare risposte dove sono? E cosa fanno? E cosa rispondono?

Rubiamo una frase che oggi tutti i giornali riportano (e che ripeteranno per tante altre volte ancora purtroppo): Non sono ancora chiare le cause dell’incendio.

Dietro gli incendi non c’è un disegno eversivo o una regia unica. Ma una serie di ragioni che mettono lo Stato in ginocchio. Si evocano piani eversivi per nascondere la realtà dei territori abbandonati. È la bonifica criminale per eccellenza: con le fiamme si fa spazio a discariche e ad aree in cui si potrebbe stoccare di tutto. Il territorio è in balìa di se stesso senza alcuna seria possibilità di prevenzione, previsione, monitoraggio e intervento. L'Italia brucia per bloccare le concessioni edilizie che le organizzazioni criminali usano per ricattare le amministrazioni pubbliche e gli imprenditori. La Repubblica

Nell’articolo pubblicato nel 2017 sul noto quotidiano, Roberto Saviano fa riferimento ai territori e nella maggior parte dei casi agli incendi boschivi. Qui invece parliamo di un altro film, di materiali altamente nocivi che vanno a fuoco, senza un motivo apparente. Quando si aprirà un nuovo capitolo, quando si riscriverà un nuovo film e quando s’inizierà a raccontare finalmente la verità su fabbriche che per magia bruciano?

Giovanna Angelino 
©Corriere di San Nicola