Il più grande concerto nella storia di Santa Maria degli Angeli

Mai la "chiesa madre" di San Nicola la Strada, che specialmente negli ultimi anni di manifestazioni musicali ne ha ospitate moltissime, aveva vissuto un evento del genere. 
Il tutto grazie a Nicola Ciaramella e Biagio Pace, che hanno tradotto in realtà un forte impulso di Don Franco Catrame, avvalendosi della partecipazione di straordinari amici artisti e di un eccezionale staff di collaboratori.
Pubblico favoloso, in parte proveniente anche da altri comuni.
Sicurezza garantita dalla Protezione Civile.

IL VIDEO 
https://youtu.be/NZXhav9lOV4
E LA GALLERIA FOTOGRAFICA

Quando si parla con purezza di sentimenti il linguaggio della passione, dell’amore, dell’amicizia e della gioia di offrire, tutto è possibile.

L'impulso, molto forte e sentito, di Don Franco Catrame, rivolto a Nicola Ciaramella e Biagio Pace, dei quali ben si conosce la sviscerata dedizione alla propria città, e da questi ultimi trasferito all’animo sensibile di meravigliosi artisti della nostra terra, si è trasformato nel più grande concerto mai svoltosi nella plurisecolare storia di Santa Maria degli Angeli, che negli ultimi anni, grazie proprio a Don Franco, ha aperto le sue porte anche alla musica, in quanto “portatrice di valori che accrescono la fraternità, il desiderio di donare, di elevare lo spirito e renderlo gioioso”.

Non c’è pace senza amore, non c’è amore senza pace”: Don Franco ha queste parole stampate nel cuore, sono parte del suo dna, rappresentano grandi ispirazioni nel suo cammino.

Il linguaggio della pace -dice Nicola Ciaramella- è il coraggio di sperare che un giorno non ci sarà più l’arroganza di chi oggi si crede forte, non ci sarà più la presunzione di chi oggi si crede migliore, non ci sarà più l’odio di chi oggi vuole dominare, non ci saranno più le discriminazioni, non ci sarà più la guerra. Perché la pace non è una parola, ma un sentimento e solo chi parla questo linguaggio può capire cos’è la pace”.

Il “Concerto per la pace” si è tenuto sabato 18 dicembre 2021 nella "chiesa madre" Santa Maria degli Angeli ed è stato reso possibile grazie allo straordinario impegno di uno staff organizzativo diretto da Nicola Ciaramella e Biagio Pace, collaborati da meravigliosi amici come Franco Stragapede, Peppe D’Agostino, Ubaldo Di Leva, Stani Smeragliuolo e dai volontari della Protezione Civile guidati da Ciro De Maio.

Su tutti, soprattutto e prima di tutti, a rendere la serata storica ed indimenticabile, MERAVIGLIOSI ARTISTI, “Amici artisti per la pace” di Nicola Ciaramella, che si sono esibiti davanti ad un pubblico favoloso, composto da appassionati in parte provenienti anche da altri comuni, da autorità scolastiche, comunali (assessori Alessia Tiscione e Maria Natale, immancabili), rappresentanti di associazioni.

Ad aprire lo spettacolo, presentato dalla voce fuori campo di Nicola Ciaramella, dopo un messaggio di pace rivolto da Don Franco, il TRIO RAINONE, perla del panorama musicale casertano, composto dal M° violinista Gerardina Rainone, dal M° flautista Michelina Carfora e dal M° chitarrista Francesco Chiacchio, docenti in discipline musicali presso l’Istituto Da Vinci-Lorenzini di Caserta, guidato dalla Dirigente scolastica Fabiola Del Deo.
La passione per la musica di questi tre maestri è un valore inestimabile che accresce l’obiettivo professionale di divulgare la nobile arte alle nuove generazioni. Per loro la musica è tutt’altro che “semplice” materia di insegnamento, rivestendo essa un ruolo fondamentale nella crescita dei ragazzi, aprendone la mente, aiutandoli ad apprendere più facilmente il linguaggio dell’animo, contribuendo a scoprirne e a potenziarne la capacità di aggregazione.
Il TRIO RAINONE ha eseguito, nel primo momento ad esso dedicato, “Ave Maria per Trio”, “Preghiera”, “Sogni di pace” e “Melodia”: tutti brani composti da Rainone e Chiacchio, che sottolineano l'afflato di un disegno comune evidenziando il lirismo condiviso di melodie distese e liriche. Il tema della loro musicalità si lega ad un linguaggio universale di condivisione e di armonia generale. E questo, anche questo, significa la pace nel mondo.

Si è poi esibita TERESA SPARACO, soprano internazionale molto conosciuta a San Nicola la Strada, acclamata in diversi paesi esteri, ambasciatrice della cultura musicale napoletana in Uzbekistan, impegnata da molti anni nella creazione e promozione di progetti artistico-culturali finalizzati alla valorizzazione al di fuori dei confini nostrani dei capolavori classici partenopei.

“Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero. Nella fantasia io vedo un mondo giusto dove tutti vivono in pace e in onestà”: sono alcuni dei versi più belli che il presentatore ha citato estrapolandoli con maestria dalle due canzoni che Teresa Sparaco ha eseguito nel suo primo momento ad essa dedicato: “Inno alla gioia” e “Nella fantasia”.

E’ stata poi la volta di PEPPE RIENZO, cantautore-poeta chitarrista per il sociale che affronta nelle sue canzoni le tematiche attuali della nostra società, lanciando originali ed illuminanti messaggi soprattutto ai giovani affinché essi si approprino della dignità dei valori indistruttibili della vita.
Il noto ed acclamato artista sannicolese ha presentato l’operetta (così ama definirla) “Il sole di pace”, la prima composizione classica della sua luminosa carriera, un segno della sua sensibilità, una traccia già diventata indelebile della sua innata forza di resistere.
E poi, rivelata la sua grande emozione di suonare per la prima volta nella “sua” chiesa, dove tanti anni fa ha vestito i panni di chierichetto, due pezzi tra i più famosi del suo repertorio, “Terra dei fuochi” e “ Senso”, dai quali il presentatore ha citato gli stupendi versi “per fortuna che c’è il mare...questo senso di libertà che aprirà il mio cuore...perchè c’è amore e se amore ci sarà tutto si cambierà” e ”Tutti cerchiamo un senso... un senso vero... la direzione... ...Dove ci porterà questo momento stupido?... cosa ci mancherà? ... E’ tutto inutile ?!?!? ... Bugiardi e indifferenti a occhi che non dicono il senso di quello che sei”.
Per finire, un saggio della sua eccezionale arte dell’improvvisazione, tra musica e parole scaturite dalla profondità del suo animo.

A seguire, il secondo spazio dedicato a TERESA SPARACO, che si è esibita in “Canto della terra” (“Zitti, stiamo ad ascoltare il cielo alla finestra; questo mondo che si sveglia e la notte è già così lontana. Guarda questa terra che gira insieme a noi anche quando è buio. Guarda questa terra che gira anche per noi a darci un po' di sole) e “Adeste fideles” (Sia gloria nei cieli, pace sulla terra, un angelo annuncia a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore. Venite, adoriamo il Signore Gesù).

Quindi, AGNESE GINOCCHIO, maestra di pace, pluripremiata cantautrice testimonial per la pace che inneggia nelle sue canzoni alla giustizia sociale, ai diritti umani, all’ambiente, alla difesa dei beni comuni, lanciando messaggi soprattutto ai giovani, verso i quali la società, se vuole veramente essere educatrice, ha il dovere di mostrare esempi ed indicare la strada da seguire.
“E la desertificazione che stravolge l’ecosistema si tramuterà in un Giardino, in un’oasi di pace”: comincia così, come ha ricordato il presentatore, uno dei suoi brani di maggiore successo, che la peace-singer di Alife ha voluto ardentemente eseguire in occasione di questo “Concerto per la pace”.
“Bisogna crederci, lavorare ed impegnarsi a realizzarlo” -ha ricordato ancora Ciaramella nella presentazione della canzone- perché “solo se ognuno farà la propria parte, questo miracolo si avvererà. E tempo di pensare, è tempo di agire,agire con coscienza, vincendo l’inerzia. Per quante volte abbiamo dimenticato il senso, volgendo il nostro sguardo lontano dalla Pace? Ci si salverà assieme solo se ognuno farà la propria parte impegnando la sua vita per la Pace. Ma tu, da che Mirabile, di grande levatura umana e sociale il discorso che la presidente della sezione casertana del “Movimento Internazionale per la Pace e per la Salvaguardia del Creato III Millennio” prima di cantare ha voluto rivolgere ai presenti: un linguaggio che pochi meglio di lei sanno usare per far capire quale sia la vera essenza della pace e quali strumenti l’uomo abbia da usare e mettere in pratica per dare forma terrena a questo grande ideale in un tempo che sta per volgere alla fine.

Secondo spazio dedicato al TRIO RAINONE. I maestri Rainone, Chiacchio e Carfora hanno suonato un mix con altri quattro brani (“Ode”, “Fantasia”, “Inquietudine”, “Divertimento in Trio”), sempre composti da Rainone e Chiacchio, che rivelano un carattere brioso e giocoso confluente nella vera e propria dialettica tra gli strumenti. Brani movimentati, che concludono con gioia un percorso di traguardo raggiunto, ovvero il coraggio di sperare che la pace possa essere veramente raggiunta.

E quindi la parte conclusiva del concerto, affidata all’ORCHESTRA “DA VINCI”, composta da alunni di terza media, talenti in erba diretti dal M° Gerardina Rainone con Michelina Carfora al flauto, Francesco Chiacchio alla chitarra, Mariacristina D'Abrosca al piano.
Dare coraggio ai ragazzi, spingerli ad essere protagonisti del futuro, soprattutto in un periodo così difficile. Sono questi i questi principi che plasmano lo spirito professionale, umano ed artistico degli insegnanti della Da Vinci, per i quali le loro lezioni non sono solo lezioni di musica, ma anche di vita, perché l’insegnamento dell’arte della musica ha un alto valore formativo, una capacità straordinaria di comprendere la purezza dell’emozione, di mettere in gioco nuovi immaginari, interpretare e rigenerare il mondo: tutto meravigliosamente raccolto così il senso del bellissimo discorso della docente Giovanna Luiso, intervistata dal conduttore Ciaramella.
Questi i brani eseguiti: “Valzer di Shostakovich”, “Il più grande spettacolo”, “Il mio canto libero”, “Piccolo valzer”, “Quanno nascette ninno”, “Happy Christmas”.

A cantare l’ultimo brano, in chiaro tema natalizio, ci hanno pensato i bravissimi ELENA TORELLA e ALESSIO CARBONE, alunni della classe di canto affidata alle Prof.sse Vincenza Di Blasio e Annagiulia Foglia del Liceo Musicale “Terra di Lavoro” di Caserta, guidato dalla dirigente scolastica Emilia Nocerino.

©Corriere di San Nicola 
diretto da Nicola Ciaramella 

Il "messaggio di pace" di Don Franco Catrame che ha aperto il concerto 

Nel primo Messaggio per la Pace Papa Paolo VI si rivolse a tutti i popoli, non solo ai cattolici, con parole inequivocabili:

«E’ finalmente emerso chiarissimo che la pace è l’unica e vera linea dell’umano progresso (non le tensioni di ambiziosi nazionalismi, non le conquiste violente, non le repressioni apportatrici di falso ordine civile)». Metteva in guardia dal «pericolo di credere che le controversie internazionali non siano risolvibili per le vie della ragione, cioè delle trattative fondate sul diritto, la giustizia, l’equità, ma solo per quelle delle forze deterrenti e micidiali».

Al contrario, citando la Pacem in terris del suo predecessore san Giovanni XXIII, esaltava «il senso e l’amore della pace fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull’amore». Colpisce l’attualità di queste parole, che oggi non sono meno importanti e pressanti di cinquant’anni fa.

In questa occasione desidero soffermarmi sulla nonviolenza come stile di una politica di pace e chiedo a Dio di aiutare tutti noi ad attingere alla nonviolenza nelle profondità dei nostri sentimenti e valori personali. Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali. Quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme.

Un mondo frantumato 

Il secolo scorso è stato devastato da due guerre mondiali micidiali, ha conosciuto la minaccia della guerra nucleare e un gran numero di altri conflitti, mentre oggi purtroppo siamo alle prese con una terribile guerra mondiale a pezzi. Non è facile sapere se il mondo attualmente sia più o meno violento di quanto lo fosse ieri, né se i moderni mezzi di comunicazione e la mobilità che caratterizza la nostra epoca ci rendano più consapevoli della violenza o più assuefatti ad essa. In ogni caso, questa violenza che si esercita “a pezzi”, in modi e a livelli diversi, provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente. A che scopo? La violenza permette di raggiungere obiettivi di valore duraturo? Tutto quello che ottiene non è forse di scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi “signori della guerra”?

La violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi, può portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti. 

Anche Gesù visse in tempi di violenza. Egli insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21). Ma il messaggio di Cristo, di fronte a questa realtà, offre la risposta radicalmente positiva: Egli predicò instancabilmente l’amore incondizionato di Dio che accoglie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici (cfr Mt 5,44) e a porgere l’altra guancia (cfr Mt 5,39). Quando impedì a coloro che accusavano l’adultera di lapidarla (cfr Gv 8,1-11) e quando, la notte prima di morire, disse a Pietro di rimettere la spada nel fodero (cfr Mt 26,52), Gesù tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce, mediante la quale ha realizzato la pace e distrutto l’inimicizia (cfr Ef 2,14-16). Perciò, chi accoglie la Buona Notizia di Gesù, sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione, secondo l’esortazione di san Francesco d’Assisi:

« La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori».




"La mia pace": i versi della poesia di Assunta Tammaro che Ciaramella ha letto nel corso del programma. Il componimento è tratto dalla rubrica "L'angolo della poesia" pubblicata sul Corriere di San Nicola. 

Ho trovato la mia pace,

l'ho trovata dentro l'anima.

Ho trovato la mia via,
ora è qui e non va più via.

Ho cercato,
ho scavato,
ho provato
e riprovato.

Ho trovato la mia via,
l'ho trovata in fondo all'anima
fra i ricordi accantonati
e le gioie dimenticate.

In un angolo della vita
ho trovato la mia pace.

E' in un semplice sorriso,
è negli occhi di chi guarda
i colori della vita.

Assunta Tammaro
(marzo 2021) 

Una spettatrice durante il concerto ha preso un foglio dalla sua agenda e vi ha trascritto la cronaca delle sue emozioni che ha provato. Al termine dello spettacolo è venuta da me e me lo ha consegnato dicendomi grazie. 
Un regalo stupendo. Non posso pare a meno di fotografarlo e di pubblicarlo. Per me una serata assolutamante indimenticabile. 
Grazie dal profondo del mio animo.