Piange il "Muro del Pianto"...


Foto aerea del tratto iniziale di Via SS.Cosma e Damiano: da qui passa la maggior parte del traffico diretto a Caserta

Allargamento di Via SS.Cosma e Damiano: sembrava fatta, ma arriva il “no” del nuovo Soprintendente ai beni artistici, che definisce la nostra città “orribilmente sfigurata da irresponsabili interventi edilizi di sventramento del tessuto storico urbano”.
Pascariello, sdegnato, scrive al Ministro, replica duramente all’arch. Guglielmo (“dimentica di essere solo un incaricato di pubblico servizio, stipendiato dallo Stato per bene operare e non per fare demagogia politica o per perseguire scopi ignoti”) e si scusa con i cittadini (“Chiedo umilmente perdono se, non per mia colpa, non sono riuscito a consegnare alla città un’altra opera importante”).


Quale più recente atto della violenta lite tra il Comune di San Nicola e la Soprintendenza ai beni artistici di Caserta sul vincolo paesaggistico che impedisce l’allargamento di Via SS.Cosma e Damiano, il sindaco ha comunicato che «la relativa documentazione con le foto del muro ritenuto dal Soprintendente “costituente a tutti gli effetti parte integrante del bene culturale vincolante” sono stati trasmessi al Prefetto, al Presidente della Provincia, ai Senatori e ai Deputati della Provincia di Caserta, ai Consiglieri Regionali che rappresentano la provincia di Terra di Lavoro, nonché ai Capigruppo del Consiglio Comunale di San Nicola la Strada, con la consapevolezza di poter avere dagli stessi risposte concrete in merito alla vicenda.»

Come noto, la diatriba aperta tra Pascariello e l'arch. Enrico Guglielmo è stata oggetto, recentemente, di una conferenza stampa in cui, stando a quanto è stato riferito dalle testate presenti, un adiratissimo sindaco aveva esternato tutto il proprio disappunto nei confronti del soprintendente (“Lo perseguirò in tutte le aule di Tribunale finché avrò vita”), definendo l'incresciosa vicenda una vera e propria guerra tra istituzioni”.

Infatti, è praticamente dal lontano 1985 che gli amministratori comunali stanno tentando, a suon di sopralluoghi e carta bollata, di far cadere il vincolo di interesse storico apposto al ...famigerato “Muro del Pianto” sannicolese (molto appropriata la nota definizione coniata dal Corriere) di Via SS.Cosma e Damiano e annessa (ed in un certo senso molto “pericolosa”) grotta ipogeica.

Pochi mesi fa, comunque, sembrava vicina la definitiva risoluzione della problematica riguardante l’ampliamento di una strada di primaria importanza per l’intera collettività sannicolese.
Dopo due sentenze, emesse dal Tar nel ‘99 e dal Consiglio di Stato nel 2004, che avevano annullato il vincolo limitatamente alla parte riguardante il muro di recinzione, e dopo i saggi effettuati dal tecnico incaricato nella grotta ipogeica di proprietà degli Eredi Della Peruta, lo scorso 26 luglio era giunto anche il parere favorevole dell’allora soprintendente Giovanna Petrenga, che, nel compiacersi del progetto esecutivo redatto dal Comune, poneva quale unica condizione la salvaguardia della testimonianza materiale del muro esistente.

Ma ecco, a questo punto, spuntare all’orizzonte, inatteso, il dr. Guglielmo. In data 2 ottobre, infatti, il neo nominato massimo responsabile della salvaguardia dei beni artistici in Terra di Lavoro diffonde una propria nota (inviata, tra gli altri, anche ai Carabinieri di San Nicola), con la quale egli revoca in autotutela il parere favorevole espresso dalla Petrenga, bollandolo come atto viziato da incompetenza, in quanto competenti ad esprimersi sono il Ministro ed il Direttore Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici.

Sempre secondo quanto riferito dagli organi di informazione presenti alla conferenza stampa, il sindaco avrebbe duramente contestato i motivi della sospensiva addotti da Guglielmo: “Su quel terreno non ci sono alberi secolari, come dice il soprintendente, ma due miseri pioppi...Ma l’architetto conosce quella zona? Sa di cosa sta parlando? Ha mai fatto un sopralluogo? Se avessi fatto iniziare i lavori il 27 luglio scorso, invece di rimandarli a dopo le ferie, ora cosa farebbe?”.

La cosa che più insospettisce” -ha rilevato infine Pascariello- “è perché una pratica oramai positivamente conclusa ed andata in archivio sia stata improvvisamente riesumata...

Insomma, uno sfogo più che giustificato, se si vuole, quello del sindaco, alla luce di un danno subìto sia dall’ente (“L’amministrazione ha già contratto un mutuo di 600mila euro con la Cassa Deposito e Prestiti e sta pagando regolarmente le rate. Inoltre, è stato vanificato l’accordo raggiunto, dopo ben 21 anni di trattative, con gli eredi del legittimo proprietario, il dottor Pietro Della Peruta, ai quali andranno 40mila euro per quattro pietre di nessun valore storico”) che dalla cittadinanza (“Mi scuso umilmente con tutti i cittadini di San Nicola perché, non per mia colpa, non sono riuscito a consegnare alla città un’altra opera importante. Tra istituzioni dello Stato è importante il dialogo per cercare, se possibile, di fare gli interessi della collettività, mai gli interessi personali”).

Pascariello, del resto, già si era espresso con toni durissimi in una missiva inviata qualche giorno prima all’arch. Guglielmo. Eccone il testo integrale, estratto da un comunicato stampa del 12 ottobre:
«...Ritengo necessario significare alla S.V. il mio profondo rammarico, nella qualità di Sindaco ovviamente, per questa ulteriore decisione della Soprintendenza che, in concreto, nonostante due sentenze favorevoli (TAR e Consiglio di Stato) intende ripristinare il vincolo riguardante il muro di recinzione del giardino di Via SS. Cosma e Damiano in San Nicola la Strada e sconfessa, in sede di autotutela abbastanza tardiva, il parere favorevole all’ampliamento della suddetta strada ancorché sottoposto a giuste condizioni di salvaguardia della grotta ipogea insistente nei luoghi oggetto dell’intervento, emesso proprio da Codesta Soprintendenza il 26.7.2006 con il protocollo n. 15416. Nel contempo difatti ed in forza della citata autorizzazione, questa Amministrazione ha posto in essere atti consequenziali, anche a carattere oneroso, che, in qualche modo e per lo stesso principio di autotutela, il Comune di San Nicola dovrà rimettere alle responsabilità di Codesto Ufficio per eventuali rivalse. Tuttavia ciò che mi preme sottolineare in questa sede, è la totale carenza di dialogo istituzionale fra le rispettive realtà amministrate, atteso che il Sindaco di San Nicola la Strada, come qualunque altro primo cittadino impegnato a garantire il pubblico interesse, non si è mai sottratto al confronto preventivo, utile ad evitare problematiche amministrative complesse, inutili e costose per la comunità, mediante accordi idonei a garantire le reciproche responsabilità, come è quasi sempre possibile ricercare e rinvenire prima di giungere a perniciosi irrigidimenti amministrativi e/o tecnici. Trovo anche inutile e spiacevole il contenuto dell’ultimo capoverso che paventa la denuncia all’Autorità Giudiziaria, atteso che, come è noto, questa amministrazione comunale è essa stessa garante della legalità, come dimostrano anche tutti gli atti relativi all’annosa vicenda. In conseguenza infine ai superflui richiami alle responsabilità penali, avverto l’obbligo di informare che anche il Comune di San Nicola porrà in essere tutte le attività atte a garantire l’interesse dei cittadini ed il ristoro dei danni subiti dalla comunità, non escluso il ricorso alla magistratura amministrativa, contabile e, all’uopo, penale, nei confronti di chi pone in essere con eccessiva “leggerezza istituzionale” atti bisognosi di opportune riflessioni congiunte e di approfondimenti tecnico scientifici adeguati che superino e giustifichino una valutazione da “esperto in materia” (quale materia?) posta a base della suddetta revoca, con motivazioni del tutto nuove (equilibrio statico e termoigrometrico), mai poste in precedenza, ho ragione di ritenere, anche in sede di giudizio».

La lettera ha fatto perdere la pazienza al Soprintendente, che, a questo punto, senza mezzi termini, ha scritto, in altra nota, tutto ciò che egli pensa dell'operato del primo cittadino, affermando che “l’Amministrazione Comunale guidata da Pascariello procede nella sistematica distruzione delle testimonianze storiche e delle poche aree verdi ancora rimaste, con aggravio di costi per la comunità e che la Città risulta orribilmente sfigurata da irresponsabili interventi edilizi di sventramento del tessuto storico urbano compiuti, in epoca recente, all’insegna di una proterva ignoranza e di una rozza e aggressiva speculazione, che hanno in parte cancellato la memoria storica e la stessa identità di parti dell’abitato più antico di San Nicola  la Strada".

Naturalmente non si è fatta attendere la secca replica di Pascariello, inviata anche al Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania e all’On.le Francesco Rutelli, Ministro per i Beni e le Attività Culturali. Eccone il testo completo tratto da un comunicato stampa di Piazza Municipio:  
«In prosieguo ad uno scambio di corrispondenza istituzionale che assume sempre di più e per evidente volontà della S.V.  toni del tutto informali, alquanto spiacevoli ed irrituali se non bizzarri rispetto ai contenuti, devo necessariamente riprendere l’ultimo capoverso della Sua nota in quanto allo scrivente “spiace dover constatare che ancora oggi a distanza di anni, in un’epoca in cui è ormai ampiamente diffusa la consapevolezza del dovere civile e dell’irrinunciabile esigenza di separare nettamente i propri personali, gratuiti convincimenti dall’attività istituzionale cui si è preposti”, Lei si autolegittima ad assolvere un ruolo di “censore” dell’attività politica ed amministrativa della Città di San Nicola la Strada, un ruolo che assolutamente non Le compete.
Difatti Lei si consente di affermare che l’Amministrazione Comunale guidata dal sottoscritto, procede nella sistematica distruzione delle testimonianze storiche e delle poche aree verdi ancora rimaste, con aggravio di costi per la comunità.
In ogni caso, superando tali aspetti dei quali, immagino, Lei dovrà in qualche modo rendere conto alla Sua Amministrazione ed allo Scrivente nella qualità di Sindaco e di cittadino, mi congratulo con Lei per la grande solerzia profusa nella sua visita a San Nicola la Strada, durante la quale avrebbe avuto modo di verificare, come leggo dalla Sua singolare nota, che la Città che mi onoro di amministrare risulta “orribilmente sfigurata da irresponsabili interventi edilizi di sventramento del tessuto storico urbano  compiuti, in epoca recente, all’insegna di una proterva ignoranza e di una rozza e aggressiva speculazione, che hanno in parte cancellato la memoria storica e la stessa identità di parti dell’abitato più antico di San Nicola  la Strada.”
Esimio Soprintendente, ignoro chi Le abbia suggerito queste esternazioni che sembrano riprese, pari pari, da un qualunque manifesto di demagogia politica, come è possibile leggerne sulle mura di ogni città; vero è che il buon senso ed il rispetto per il ruolo che riveste e per l’Amministrazione che Ella rappresenta, avrebbero dovuto suggerirLe ben altro approccio con una realtà urbana che evidentemente non conosce e della quale Le è stato “raccontato”, atteso che in tema di conservazione e di valorizzazione del patrimonio culturale San Nicola la Strada non demerita; il recupero, ancora in corso per i sotterranei, dello storico Convitto Borbonico e la confinante Villa Comunale ne sono vistosi esempi, tangibili anche ad un osservatore superficiale e distratto come Lei che, per recarsi a verificare lo stato dei luoghi di cui alla presente come afferma di aver fatto,  è passato accanto a tali pregevoli testimonianze, che però dimostra di non conoscere neanche di seconda o terza mano!
In ogni caso respingo fermamente il Suo teorema accusatorio rispetto alla “città orribilmente sfigurata da irresponsabili etc. compiuti, in epoca recente (!) all’insegna di una protervia...  rozza...speculazione etc.” in quanto tutti gli interventi edilizi sono stati compiuti nel rispetto del vigente Piano Regolatore, ora PUC,  e, quindi a norma di legge. Lo stesso ragionamento che Lei propone per questa Città, d’altra parte, vale per quasi tutte le realtà municipali, atteso che tutte hanno proceduto o procedono a norma dei vigenti strumenti urbanistici, a rilasciare autorizzazioni ad edificare.
Spiace molto rilevare che la Sua straordinaria solerzia, molto simile purtroppo ad un vero e proprio accanimento mirato, non si è manifestata né si manifesta con altrettanto sdegno e furore, rispetto agli autentici scempi visibili a chiunque, che hanno interessato ed interessano lo storico viale Carlo terzo, protetto da vincoli non rispettati imposti dal Suo Ministero, violato in tanti aspetti, con centri commerciali che campeggiano ad offesa e vilipendio della magnifica Reggia Vanvitelliana ove Lei risiede di tanto in tanto,  (per la carica).
Spiace rilevare che il Suo non richiesto né dovuto parere rispetto all’assetto urbanistico di San Nicola la Strada, non rende giustizia all’impegno di chi oggi amministra, in forza di un mandato ricevuto dai cittadini, che hanno inteso rinnovare la fiducia al loro primo cittadino di recente e con dovizia di suffragi.
Spiace rilevare che Lei, debordando in maniera ingiuriosa oltre che illegittima, dai propri ambiti di competenza, si consente di bacchettare a destra ed a manca, con grande leggerezza, poca conoscenza dei luoghi e dei fatti, assoluta ignoranza degli strumenti urbanistici vigenti a San Nicola, grave incompetenza rispetto ad un  territorio che giudica genericamente, superficialmente e frettolosamente, scarsa affidabilità scientifica rispetto allo stesso argomento di che trattasi, manifesta volontà persecutoria rispetto allo scrivente Sindaco, alla programmazione delle opere pubbliche ritenute necessarie e previste dal Piano Regolatore della Città,  sicuramente non speculative, come Lei adombra.
Le superiori Autorità cui la presente è indirizzata, vogliano prendere atto di quanto dal sottoscritto affermato consapevolmente e responsabilmente e provvedere nel merito come più opportuno, affinché mai più possa accadere che un’intera Comunità ed il Suo Sindaco possano essere offese e vilipese, come è accaduto ad opera di un funzionario statale che dimentica di essere solo un incaricato di pubblico servizio, stipendiato dallo Stato per bene operare e non per fare demagogia politica o per perseguire scopi ignoti  che esulano ampiamente dalle sue attribuzioni e offuscano anche l’immagine del Ministero dal quale egli dipende.»

Insomma, un battibecco non pronosticato, di bassa qualità, che finisce per ledere l’immagine dei contendenti, ai quali, nell’occasione, è letteralmente mancato quel briciolo di umiltà che avrebbe probabilmente contribuito a rasserenare l'ambiente.  


Pascariello, sempre in quella conferenza stampa, ha detto che “Evidentemente, dietro a tutto questo, c’è qualcuno che ha interesse a che la strada, di vitale importanza per la città, non venga allargata o che ha un profondo odio contro il sindaco”.
Certo. Ma è anche vero che di spiegazioni potrebbero essercene tante altre.
Ai santissimi e bistrattatissimi Cosma e Damiano, dunque, assurti finalmente all’onore della cronaca, l’ardua risposta!

Anzi, visto che lo meritano ampiamente per le lunghe sofferenze che stanno sopportando, ne forniamo una breve biografia scritta da Domenico Agasso su Famiglia Cristiana del febbraio 2001.
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Abbiamo informazioni abbondanti e di grande interesse sul culto che Cosma e Damiano hanno avuto già poco tempo dopo la morte: dedicazione di chiese e monasteri a Costantinopoli, in Asia Minore, in Bulgaria, in Grecia, a Gerusalemme. La loro fama è giunta rapida in Occidente, partendo da Roma, con l’oratorio dedicato loro da papa Simmaco (498- 514) e con la basilica voluta da Felice IV (526-530). I loro due nomi, poi, sono stati pronunciati infinite volte, sotto tutti i cieli, ogni giorno a partire dal VI secolo, nel Canone della Messa, che dopo gli Apostoli ricorda dodici martiri, chiudendo l’elenco appunto con i loro nomi: Cosma e Damiano.
Poco si sa invece della loro vita. Li ricorda il Martirologio Romano, ispirandosi a una narrazione che vuole Cosma e Damiano nati in Arabia. Sono fratelli, e cristiani. Per invito dello Spirito Santo, si dedicano alla cura dei malati, dopo aver studiato l’arte medica in Siria. Ma sono medici speciali, appunto in virtù della loro missione: non si fanno pagare. Di qui il soprannome di anàgiri (termine greco che significa “senza argento”, “senza denaro”). Solo una volta, si narra – e contro la volontà di Cosma –, Damiano ha accettato un compenso da una donna che ha guarito: tre uova.
Questa attenzione ai malati è pure uno strumento efficacissimo di apostolato cristiano. E appunto l’opera di proselitismo costa la vita ai due fratelli, martirizzati insieme con altri cristiani. In un anno imprecisato del regno dell’imperatore Diocleziano (tra il 284 e il 305, forse nel 303), il governatore romano li sottopone a tortura e poi li fa decapitare. Questo avviene a Ciro, città vicina ad Antiochia di Siria (oggi Antakya, in Turchia) dove i martiri vengono sepolti. Un’altra narrazione dice che furono uccisi a Egea di Cilicia, in Asia Minore, per ordine del governatore Lisia, e poi traslati a Ciro. Ma abbiamo la voce di Teodoreto, vescovo appunto di Ciro, uno dei grandi protagonisti delle battaglie dottrinali nel V secolo: e questa voce parla di Cosma e Damiano, "illustri atleti e generosi martiri", con ammirazione e affetto di concittadino.
Il culto per i due guaritori, passato dall’Oriente all’Europa, "si mantenne straordinariamente vivo fino a tutto il Rinascimento, dando luogo a un’iconografia tra le più ricche dell’Occidente, specie in Italia, Francia e Germania" (Maria Letizia Casanova). A più di mille anni dalla loro morte, si dà il nome di uno di loro a quello che poi i fiorentini chiameranno padre della patria: Cosimo de’ Medici il Vecchio. E la casata chiama a illustrare la vita dei due santi guaritori artisti come il Beato Angelico, Filippo Lippi e Sandro Botticelli