MACCARONI

"I minatori e le rispettive famiglie vivevano nelle baracche di ex campi di concentramento, in condizioni molto diverse da quelle promesse dalle campagne di reclutamento"

-Racconto di Gerardina Rainone

 

È sempre stato un carissimo amico Calogero Bellavia. Uno di quelli di cui ti puoi fidare e, se ti stringe la mano, puoi giurare che sarà un patto d'onore. Me la ricordo come se fosse ieri l'altro la sua faccia preoccupata per la mia partenza per il Belgio, destinazione miniera.
"Lorenzo non andare", mi diceva, "troveremo altro da fare. "Io però gli dissi di stare sereno, che sapevo quello che facevo e poi c'era da ritrovare l'amico comune Pasquale. Anche lui aveva sentito la necessità di cambiare aria, obbedire alla Patria e cercare un futuro più solido.

Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un iniquo baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni lavoratore.

I minatori e le rispettive famiglie vivevano nelle baracche di ex campi di concentramento, in condizioni molto diverse da quelle promesse dalle campagne di reclutamento. Senza acqua, gas ed elettricità, e in molti casi circondati da colline di carbone, discariche a cielo aperto dei detriti e dei resti del materiale.
Non ero al corrente di tutto ciò quando partii in treno per il Belgio nel mese di luglio. Subito lo riconobbi Pasquale. Era alla stazione e sembrava intento a raccogliere le persone appena arrivate. Quasi mi gridò in faccia una sequela di nomi, tra cui il mio. Si girò e scoppiò a ridere vedendomi d'improvviso. Mi accompagnò alla visita medica di rito e mi indicò il mio alloggio, se così si poteva definire quella baracca. Seguirono mesi difficili e deprimenti. Il lavoro era molto duro e l'unica emozione che mi rallegrava era l'amicizia di Pasquale, ma soprattutto di Lavinia, giovane sorella di un minatore rumeno.

Ad accrescere il senso di benessere ci pensò Calogero, il quale, sebbene riluttante, si decise a raggiungerci e ad intraprendere l'infernale lavoro. Con la ricostituzione del nostro trio la vita si fece più leggera ma, il diavolo ci mise la coda. Una sera Lavinia ci ristorò con un piatto della sua terra d'origine. Nella sua baracca il fratello invitò alcuni amici per festeggiare il proprio compleanno, tra cui noi.

Forse fu la luna galeotta, o forse quello sguardo malizioso di Lavinia a destare l'interesse di Calogero. Lo notai subito e la cosa mi sorprese perché scatenò in me un tempestoso, quanto curioso, impulso di gelosia. Non che fossi all'oscuro dei misteriosi meandri del cuore e delle sue follie, diamine avevo avuto qualche esperienza nel settore, ma mi stranì molto tutta la faccenda. Calogero decise quella sera stessa di passare all'attacco e fece una corte serrata all'amica rumena vantando doti da meccanico e carrozziere. Lavinia sembrò divertirsi in un primo momento ma un suo bacio sulla guancia di Pasquale chiarì più di mille discorsi le sue future scelte. Era da sempre il più fortunato del gruppo, Pasquale, e anche in questo caso non si smentì. Tra l'altro era stato risparmiato dal lavoro in miniera perché sofferente di asma e, invece di essere rimpatriato, lo avevano ingaggiato per il settore reclutamento.

Trascorsero alcuni mesi dove successe di tutto nel "campo deprimente", così lo chiamava Calogero. Le cose stavano cambiando rapidamente e approfittando di un litigio furibondo tra Pasquale e Lavinia, Calogero le si avvicinò di nuovo. Lei era una donna diversa dalle altre e la comune passione per i motori cementò sempre più la loro conoscenza e amicizia. Si sposarono all'improvviso con grande festa di tutti i minatori.

La vita al campo non era più la stessa per Pasquale e un giorno, senza nessun preavviso, lasciò il Belgio. Una missiva nebulosa e scarna fu consegnata a Lorenzo e Calogero in cui annunciava che si trasferiva in Svizzera per un'altra mansione. Lorenzo era più il tipo che accettava le amarezze con filosofia e, pur intristito dalla partenza improvvisa dell'amico, nonché dall'epilogo della faccenda di Lavinia, allacciò amicizia affettuosa con Annalisa, una ragazza del Lazio come lui. Rapidamente accantonò il malumore e aspettava con ansia la sera per parlare con la sua amica. La notizia che Lavinia aspettava un bambino non colse nessuno di sorpresa ma, a quel punto, Calogero cominciò a riflettere su tutta la situazione. Non se la sentiva di far nascere il figlio in terra straniera e desiderava per lui o lei un futuro più dignitoso. Presero insieme all'amico Lorenzo la decisione di abbandonare il Belgio, cosa non facile.

Molti dei nostri connazionali, dopo i primi mesi, chiedevano il rimpatrio mentre altri erano arrestati per il rifiuto di sottostare alle condizioni di lavoro e abitative disumane su cui il governo belga e quello italiano si erano accordati: un flusso di almeno duemila minatori a settimana, in cambio di una fornitura di carbone all’Italia. 

(Da un'idea dell'amico Lorenzo Iengo)

 (PRIMA PARTE) 

-Scultura in ferro opera del M°Enzo Sciavolino

Gerardina Rainone nasce a Salerno. Diplomata in Violino e Viola, ha sviluppato un percorso che l'ha portata ad eseguire repertori poco frequentati ma interessantissimi, quali il duo violino-chitarra, il duo violino-violino e violino-viola, il trio e il quartetto d’archi e il quartetto barocco (due violini e basso continuo).
È attualmente docente della cattedra di Violino presso la Scuola Media ad Indirizzo Musicale di Caserta.
E’ artista poliedrica, spaziando dalla musica alla letteratura ed ora anche al giornalismo. La sua passione per la poesia nasce in età adolescenziale ma è solo negli ultimi anni che la incanala in brevi ma intensi componimenti.
Ha pubblicato a novembre 2016 il suo primo libro di poesie per Monetti Editore dal titolo “Il Pentagramma delle parole”. La pubblicazione più recente risale al 2019 con la silloge "Frammenti" per la Paradigma Nouu.
E' anche eccellente narratrice, dallo stile molto originale e fuori dagli schemi, premiata in vari concorsi letterari. La sua arte si percepisce come i clic di una macchina fotografica alla ricerca spasmodica degli attimi da raccontare, senza fronzoli formali e con tutta l'essenza concreta del loro snodarsi.
Collabora con il Corriere di San Nicola, dove conduce le rubriche “Ecologia e salute” e "Musiche originali del Duo Rainone/Chiacchio", e si occupa prevalentemente di problematiche ambientali con un occhio, molto particolare, anche alla scuola.
©Corriere di San Nicola 

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I RACCONTI (e le fiabe) DI GERARDINA RAINONE