Nicola Santagata lascia l’incarico di Consulente diocesano per la Difesa del Creato

Le motivazioni di una “dimissione dolorosa”: «La mia gratificazione per un incarico così importante non ha trovato il giusto riscontro in un impegno deciso ed evidente della Diocesi nel proporre, sostenere e condurre le battaglie a difesa del Creato di cui è evidente a tutti che abbiamo assoluto bisogno».

«Da diversi anni, dal 2007, la Diocesi di Caserta, con il Vescovo Nogaro, mi ha onorato della sua fiducia nominandomi consulente per la difesa del Creato.

L’incarico è stato rinnovato anche dai suoi successori: Farina, D’Alise, Lagnese ai quali sono altrettanto grato per la fiducia riposta nelle mie esperienze in difesa dell’ambiente in tutte le sue accezioni.

Purtroppo devo constatare, a malincuore, che la mia gratificazione per un incarico così importante non ha trovato il giusto riscontro in un impegno deciso ed evidente della Diocesi nel proporre, sostenere e condurre le battaglie a difesa del Creato di cui è evidente a tutti che abbiamo assoluto bisogno.

Per tale motivo, l’anno scorso rassegnai le mie dimissioni dall’incarico di consulente della Diocesi per la difesa del Creato nelle mani del vescovo Lagnese, successivamente congelate perché il Vescovo mi aveva pregato di restare al mio posto.

Dopo una lunga attesa nella speranza che la Diocesi assumesse un atteggiamento propositivo e deciso nel denunciare i gravi problemi ambientali che la nostra comunità sta vivendo da anni senza alcuna prospettiva di soluzione ho ritenuto mio dovere esprimere nuovamente il mio rammarico per la mancata discesa in campo della Diocesi di Caserta.

Mercoledì scorso, dopo mia richiesta di alcuni mesi fa, il vescovo monsignor Lagnese mi ha ricevuto in udienza e in quella sede ho dovuto, in piena coscienza, riconfermare le mie dimissioni, con la speranza di esercitare una doverosa pressione affinché la Curia casertana

si orienti verso una maggiore e più diffusa sensibilità alle problematiche ambientali del nostro territorio.

Ho ritenuto doveroso rendere pubbliche le motivazioni delle mie dimissioni nella speranza di contribuire ad una maggiore presa di coscienza da parte della Curia casertana verso la difesa del Creato. Nicola Santagata». 

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NICOLA SANTAGATA è medico chirurgo microbiologo, già Dirigente Responsabile dell’UOC “Acque ad uso umano” del dipartimento tecnico dell’Arpac Caserta, già Direttore del Dipartimento Tecnico dell’Arpac Caserta, già docente di “Microbiologia applicata” a contratto presso la seconda Università degli studi di Napoli, da oggi già consulente della Diocesi di Caserta per la “custodia del Creato”, presidente dell’Associazione senza scopo di lucro “Comitato Acquapulita ODV” di Caserta, legalmente riconosciuta.

Della sua incessante presenza nel campo della denuncia e nella lotta e sensibilizzazione al degrado della risorsa idrica in Terra di Lavoro si conosce praticamente tutto.

Egli è oggi impegnato in numerose associazioni ambientaliste, tra cui il Comitato Acquapulita, il Comitato Cittadino San Nicola la Strada Città Partecipata e il Tavolo Permanente per l’Ambiente. Riconosciuto esperto ed autore di studi-ricerca sulla matrice acqua (alcuni dei quali pubblicati nei report dell’Istituto Superiore della Sanità), egli è anche autore del libro “Acqua malata: come politicanti e camorristi hanno avvelenato i cittadini e distrutto la Terra felix”, diventato punto di riferimento fondamentale per affrontare il tema dell’inquinamento sistemico delle acque a uso alimentare e agricolo in Campania. Il volume fornisce dati, analisi e responsabilità non solo della camorra ma anche dell’atteggiamento inerte e complice dello Stato, che avrebbe dovuto tutelare la salute dei cittadini (non è eresia affermare che il diffondersi di gravissime patologie in alcuni territori della regione dipende, infatti, soprattutto dall’inquinamento della falda acquifera). 

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