“NUOVE” PIAZZE: MA NON DOVEVANO ESSERE ... A MISURA DI PEDONI?

 


Di recente ho prestato fugacemente attenzione alle numerose rimostranze in riferimento ai lavori in corso per il “restyling” di Piazza Municipio e Piazza Parrocchia. In generale ho avvertito in giro un malessere diffuso in merito alla pessima qualità nell’esecuzione dei lavori, alla inopportunità del rifacimento, fino a dibattere, a furor di popolo, sui variegati aspetti tecnici del progetto.

Ebbene, ascoltando e leggendo qua e là, tendendo l’orecchio in maniera furtiva e sbirciando su periodici dell’intera provincia, mi è sembrato di cogliere un filo conduttore in tutte le disquisizioni in merito all’ “oggetto” in questione.
Premetto che, allorquando ho deciso di intraprendere nuovamente la mia rubrica sul Corriere di San Nicola, ho posto dei capisaldi proponendomi, come mio solito, di osservare con occhio critico alcuni argomenti di interesse della cittadinanza. Occhio critico, dal mio punto di vista (...scusate il gioco di parole), è sinonimo di indipendenza, di estraneità ai giochi di palazzo, di sana ed educata schiettezza espressiva.

Partiamo dall’incipit. Il lavoro di rifacimento di Piazza Parrocchia e Piazza Municipio, affidato a valle di una analisi critica delle competenze, è stato commissionato all’architetto Fulvio di Geronimo.
Un architetto, da buon progettista, prima di dar principio ad una sua opera, deve aver fissato le condizioni di contorno, ossia le specifiche tecniche determinate in concomitanza col Comune, entro cui districarsi con libertà di inventiva e preparazione tecnica per partorire una proposta da sottoporre al vaglio dell’organo preposto a tale funzione.
In merito, il progettista ha avuto commissionato dal comune il rifacimento del centro storico del paese, da adibire, leggete bene, a percorso pedonale. 

Non so se è chiaro: in sede di conferimento del lavoro la nuova piazza di San Nicola la Strada doveva, e dovrebbe essere, come qualsiasi centro storico che si rispetti, adibita a percorso pedonale per gran parte della giornata con divieto assoluto di circolazione per gli automezzi pesanti e possibilità di circolare liberamente soltanto ai possessori di regolare permesso ed ai mezzi di pubblica sicurezza. Partendo da questa premessa, vorrei esprimere alcune opinioni strettamente personali in merito al vociferare sui lavori.

Primo. In relazione alla opportunità o meno di effettuare i lavori.
Ebbene, tra i tanti sperperi dalla cassa comunale perpetrati in questi anni mi sembrano quantomeno ben spesi alcuni soldini per rinnovare le due piazze, soprattutto tenendo conto dell’esproprio di due proprietà da adibire a spazio pubblico e, dunque, della possibilità di ampliare e valorizzare uno dei principali luoghi di incontro dell’intera cittadinanza.

Secondo. In merito alla scelta dei sampietrini, vorrei tornare alla mia premessa.
Il progetto era nato come “rifacimento della piazza a modalità d’utilizzo percorso pedonale” e, sotto queste condizioni, fortunatamente il progettista ha avuto il buon gusto di scegliere una pavimentazione di rilevanza storica. La scelta, dunque, è stata coerente con le esigenze tecniche ma mi chiedo tra me e me: come mai, con i lavori ancora in corso, c’è un viavai di autoveicoli e mezzi pesanti a tutte le ore del giorno sull’ideale percorso pedonale? Questo ideale percorso pedonale era stato pianificato a livello comunale prevedendo opportune strade alternative da adibire al traffico veicolare per non congestionare la circolazione? ...Scusatemi, sono “solo” un uomo del popolo, spero e sarei felice di sbagliarmi. Mi aspetto che qualche attento lettore sappia fornire una desiderata risposta ai miei dubbi amletici...

Terzo. Un colpo al cerchio ed uno alla botte.
Sono evidentemente presenti alcuni avvallamenti sul manto stradale, con un conseguente disagio del “pedone ideale” che dovrebbe transitare in piazza. Permettetemi di porre un’altra interrogativa: “la ditta esecutrice dei lavori, che ha vinto la regolare asta al ribasso per ottenere l’assegnazione dell’incarico, non è che è andata un po’ troppo al ribasso sacrificando, di conseguenza, la qualità dei materiali e la  manodopera specializzata atta ad operare la delicata posa in opera dei favolosi sampietrini?”. Infatti, sempre dal mio punto di vista, il transito dei veicoli è solo parzialmente responsabile di tali avvallamenti sul manto appena eseguito e sono da imputare, invece, alla approssimativa esecuzione dei lavori e, ahimè, anche all’occhio un po’ distratto del direttore dei lavori che dovrebbe, tuttavia, rimediare all’inconveniente.

Quarto ed ultimo punto. In relazione alla mancanza di marciapiedi.
Osservando il progetto mi è parso di notare che l’idea dei fondo del disegnatore era quella di ricreare un percorso ideale tra le macrostrutture valorizzate dal progetto e ciò cozzava con la presenza di marciapiedi. Ciò, d'altronde, non inficia l’utilizzabilità delle due piazze, infatti, permettetemi, che esigenza c’era di marciapiedi ad ambo i lati della strada per un’area che era destinata a percorso pedonale? Consentitemi di portare ad esempio una delle principali e più rinomate arterie del centro storico di Caserta, via Mazzini. Da buon percorso pedonale è provvista per caso di marciapiedi su “almeno” un lato della sede?

Gentili lettori, il mio era solo uno sfogo per cercare di porre un pizzico di soggettiva trasparenza ad uno degli argomenti maggiormente dibattuti nell’ultimo periodo, lontano da strumentalizzazioni e prese di posizione dettate da interessi personali che, in queste circostanze, si rincorrono e scalciano tra loro.

Sapete, l’essenza incantevole dell’onestà disinteressata è che si possono anche prendere abbagli in alcune valutazioni...ma non si fa a cazzotti con la propria coscienza qualora qualcuno abbia argomentazioni per fartelo notare !!!




Domenico (Mimmo) Tranquillo, 28 anni, sannicolese "doc"; laureato in Ingegneria Aerospaziale, lavora come ricercatore presso una importante multinazionale. Socio fondatore ed ex presidente dell' ACTIA (Associazione Culturale e Tecnica di Ingegneri ed Architetti), ama impegnarsi anche nel campo delle attività socio-culturali con un occhio sempre attento alle problematiche della sua città. Per il Corriere è un gradito ritorno, dopo il brillante esordio del 1996, all'età di appena diciassette anni, quando fondò questa rubrica che oggi, con rinnovato entusiasmo, ha deciso di riprendere.

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