“STAVOLTA NON PASSERANNO!”


Le ipotesi di riapertura dello Uttaro scatenano l’ira del Comitato: “Resistenza!

«In alcun modo è tollerabile anche solo l’ipotesi di riutilizzare la discarica Lo Uttaro!».

Il ComER è categorico e invita i cittadini alla “resistenza”...

«Ben due provvedimenti di chiusura»   -tuona un agguerrito comunicato stampa-  «arrivati contemporaneamente il 6 novembre 2007 da parte del Tribunale civile di Napoli e del giudice Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere avrebbero dovuto essere sufficienti a mettere definitivamente la parola fine a quello scempio ambientale che tra discariche, siti di trasferenza e compostaggio si perpetua ormai da almeno 30 anni. Dodici persone indagate tra l’altro per i reati di disastro ambientale e di falso eppure sono ancora tutti ai propri posti. E i cittadini che chiedono solo il rispetto della legge ancora una volta sono costretti a far sentire la propria voce, contro gli interessi affaristici che sottendono a tali scelte, per impedire l’ennesimo inutile sfregio ad un territorio già devastato da decenni di  sversamenti illeciti. Quando il Sindaco di Caserta, il Presidente dalla Provincia e il Commissario Bertolaso firmarono il famigerato Protocollo d’Intesa del novembre 2006 si affrettarono a dichiarare che la discarica sarebbe stata una soluzione temporanea in attesa di far partire il ciclo dei rifiuti in Campania. A distanza di quindici mesi da quell’evento e con la discarica praticamente colma non esiste ancora nessun ciclo e si è sempre alla ricerca di soluzioni temporanee pericolose e illegali. Ma vi è di più. In questi mesi abbiamo scoperto che Lo Uttaro è servita per sversarvi rifiuti industriali. Altro che ciclo dei rifiuti urbani. Lo ha scritto il Prof De Rosa, consulente tecnico d’ufficio nominato dal Tribunale di Napoli che, nella relazione depositata il 15 ottobre us, ha evidenziato come i rifiuti scaricati a Lo Uttaro fossero rifiuti pericolosi che non potevano essere smaltiti, se non previamente trattati, neppure in discariche per rifiuti speciali. Ma non è tutto. A confermare le preoccupazioni dei cittadini sono intervenuti il 6 novembre i due provvedimenti della Magistratura che sancivano definitivamente la pericolosità e l’inadeguatezza del sito.
Non passeranno stavolta. La popolazione casertana è pronta a difendere con le unghie il proprio territorio dall’ennesimo assalto degli sciacalli. Chi non ricorda la terribile puzza che si diffondeva nell’aria a tutte le ore del giorno e della notte rendendo ancora più insopportabile l’afosa estate casertana. E ora al danno si aggiunge anche, la beffa visto che siamo già sommersi da migliaia di tonnellate di rifiuti in strada.
Eppure le alternative gliele abbiamo proposte, ma il Commissariato le ha palesemente ignorate continuando a puntare sempre sugli stessi luoghi. Ora basta. Abbiamo bisogno di soluzioni vere:

-impianti di compostaggio per il trattamento della frazione umida (da realizzare in tempi brevi nei terreni non utilizzati delle aree ASI della Regione);

-discariche a norma in luoghi idonei (vedi la proposta del Prof. de Medici a proposito di 5 zone della regione ove sarebbe possibile localizzare gli impianti di smaltimento definitivo;

-avvio immediato della separazione secco-umido dei rifiuti e contestuale predisposizione dei piani per la raccolta differenziata porta a porta da parte di tutti i comuni della Regione con obbligo di raggiungere entro pochi mesi una percentuale di differenziazione superiore al 35% pena lo scioglimento del Consiglio comunale;

-scioglimento immediato del Consiglio provinciale inadempiente nell’approvazione del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti.

A tutta la popolazione della conurbazione casertana il Comitato rivolge un invito a far sentire forte e decisa sentire la propria voce per impedire che il territorio venga ulteriormente devastato da chi in 14 anni non è riuscito a risolvere in alcun modo la questione rifiuti ma l’ha addirittura trasformata in un emergenza nazionale. Tutti in piazza. E’ in gioco la nostra salute.»