Lo spettro della "Mastroianni"


La supersoluzione del superpoliziotto: un’altra discarica a pochi centimetri dalla Uttaro...


E adesso, previo scenografico (e ben costoso) diversivo  -vedi Ferrandele-  si arriva alla soluzione finale (coincidente guarda caso con quella iniziale  -vero FIBE, vero De Biasio?) rappresentata sempre dalla località “Lo Uttaro” e, in questo caso, tocca alla cava “Mastroianni”, separata dalla cava Mastropietro da una sottile parete di tufo.
Anche in questo caso forse, per superiore interesse di salvaguardia ambientale e imitando il maestro Mastropietro (occorrerà al riguardo riconoscergli congrua royalty oltre al consistente indennizzo dallo stesso già richiesto per l’Ecologica Meridionale  -tramite avv. ex ass. Abbamonte), si vorrà proteggere l’ambiente, impermeabilizzando e riempiendo (con rifiuti, la famigerata FOS) la cava adiacente; infatti, si ricorda al commissario prefetto de Gennaro che la famigerata particella 147 –divenuta magicamente 42– venne attrezzata a discarica per un superiore interesse pubblico e cioè per proteggere l’ambiente da infiltrazioni di percolato (vedi dichiarazione scritta del citato Mastropietro, vedi A.P. CE che all’epoca ha supervisionato e approvato tali lavori).
Il super poliziotto (capelli bianchi e sguardo truce: incredibile la sua somiglianza con Bassolino, vero? -ndd) quasi attratto da una forza a lui certamente superiore, nei giorni scorsi si è portato sul sito e qualcuno (funzionari APAT, ARPAC, FIBE?, ecc.) gli avrà suggerito che lì non ci sono problemi. Si vada avanti, c’è l’emergenza che giustifica l’esercizio dei poteri in deroga alla legge, all’ambiente, alla salute e alla decenza. Occorre però ricordare che ben prima del 1994 (prima dell’arrivo e purtroppo breve permanenza del Prefetto Improta) da Iacolare in poi (con i suoi satelliti provinciali e corte regionale  -vedi commissione tecnica dell’epoca) nulla è cambiato e quando si sentono i siti di Terzigno, Pianura, Lo Uttaro, ecc. si evocano personaggi pubblici e privati eterni e si percepisce subito, senza ombra di dubbio, chi comanda in questi territori e chi decide. Bertolaso, Pansa, Cimmino, De Gennaro, strumenti, più o meno inconsapevoli, di un’accorta regia che da tempo ha deciso come, dove quando e quanto frutterà la cosiddetta emergenza rifiuti alla quale nessuno più crede come emergenza ambientale ma come vera e propria strategia della tensione rivolta ad affermare una cultura dell’illegalità e del malaffare, anzi di buoni affari nella ininterrotta triangolazione NA/Roma/NA. Gli stessi luoghi, gli stessi siti. Sempre. Al di là delle proposte alternative fatte da autentici scienziati; al di là degli studi ai più alti livelli di competenza scientifica che indicano l’inadeguatezza di siffatti siti, prescelti con logiche perverse, nonostante la certezza del disastro sanitario e ambientale; al di là di quanto denunciato, e ribadito nelle scorse settimane, dalla Commissione Ambiente, presieduta da Barbieri, con particolare e gravissima preoccupazione proprio per la località “Lo Uttaro”; al di là del fatto che le zone prescelte rientrano  -ahimè purtroppo- , ai sensi dello specifico piano regionale approvato nel 2005 di concerto con il Ministero dell’Ambiente (predisposto forse con la mano sinistra?), nei siti inquinati di interesse nazionale a causa del diffuso, generalizzato e devastante inquinamento e per il loro intollerabile degrado e pericolosità. Al di là del costruendo prospiciente policlinico, di industrie superstiti, macello (SIC) comunale, ecc.
Tutto ciò non significa niente, la “missione” va portata a termine. C’è l’emergenza.

articolo ricevuto da Giuseppe Messina (Responsabile di  Legambiente e Rappresentante del ComER)