Tutti i perché del “massacro” in un importante documento del ComER consegnato alle amministrazioni di San Nicola e Caserta: “Sindaci, è il momento di scendere in campo!”. Le popolazioni del “quadrilatero della morte” si giocano, forse, le ultime speranze per evitare di annegare nella “Fossa” Mastroianni.
Il Comitato Emergenza Rifiuti, come noto formato da associazioni, organizzazioni di volontariato e movimenti ambientalisti operanti in tutta la provincia di Caserta, ma soprattutto, per la stragrande maggioranza, da semplici cittadini che hanno a cuore, non certamente come i governanti di questi tempi, il rispetto dell’ambiente e della pubblica salute, ha stilato, al termine dell’importantissima riunione tenutasi il 2 giugno presso la chiesa della Rotonda, questo documento che è stato presentato ai sindaci ed ai consigli comunali di San Nicola
«SUL DECRETO N.90 DEL GOVERNO IN MATERIA DI “EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA”
La scelta, operata dal governo con il decreto legge n. 90 del 24 maggio 2008, di individuare, come sito di discarica per i rifiuti provenienti dalla Regione Campania, un’ulteriore cava nella zona Lo Uttaro del Comune di Caserta costituisce l’ennesimo sfregio al territorio casertano che comprende una conurbazione di oltre 200.000 abitanti. Tale area, com’è noto, pur ricadente nel comune della città di Caserta, è limitrofa ai comuni di San Nicola
Delle discariche presenti l’ultima in ordine di tempo è quella di Lo Uttaro, realizzata dal Commissario di Governo dr. Bertolaso, sulla base di un protocollo d’intesa sottoscritto l’11 novembre 2006 con il sindaco di Caserta e il presidente dell’Amministrazione Provinciale. Detta discarica è stata realizzata su un sito di Interesse Nazionale per la bonifica, così come indicato nel relativo piano approvato dalla Regione Campania il 9 settembre 2005, appena un anno fa nella cava Mastropietro - a ridosso della cava inserita nel nuovo decreto - ed oggetto di ben due provvedimenti della Magistratura, sia civile che penale, che ne hanno disposto la chiusura e il sequestro cautelare, in ragione dell’estrema pericolosità della stessa per la salute dei cittadini ed in particolare per l’impatto che ha avuto su tutte le matrici ambientali della zona in ragione di dove è stata realizzata, di come è stata costruita e di come è stata gestita.
SULLA DISCARICA MASTROPIETRO
Come ha ricordato il Prof. De Rosa, consulente d’ufficio del Tribunale di Napoli, nella relazione tecnica depositata il 15 ottobre 2007 la discarica Lo Uttaro “costituisce sin dagli anni ’90, nel suo complesso, una fonte di rischio per la salute pubblica” e che la “l’abbanco di ulteriori quantità di rifiuto nell’invaso risulta aggravare il già elevato grado di rischiosi impatti cui sono soggette tutte le componenti ambientali, compresa la salute pubblica, dell’ambito territoriale limitrofo”. La stessa relazione sottolinea che: “tutta la falda monitorata è inquinata” con presenza di valori di carbonio organico “molto superiori ai limiti stabiliti dalla legge” e conclude affermando che “la scelta del sito Lo Uttaro per la localizzazione della discarica per rifiuti solidi, oltre a contravvenire ad indicazioni normative e di merito espresse in più parti, non risulta rispondere ai criteri in base ai quali la scelta è stata giustificata”.
Il decreto del governo oltre ad ampliare per quattro volte il sito di Lo Uttaro (infatti la Mastroianni non è altro che il proseguimento della cava Mastropietro) modificando per la sola Regione Campania (un vero assurdo giuridico già giudicato anticostituzionale) la legislazione nazionale in materia, sancisce la possibilità di sversare in una discarica per rifiuti urbani anche rifiuti pericolosi o speciali quali i fanghi industriali, ceneri pesanti e leggeri contenente sostanze pericolose. Si può osservare che sotto questo aspetto il decreto governativo sana Lo Uttaro e le responsabilità di qualche commissario di governo e di chi ha gestito la discarica, con buona pace della giustizia, l’ambiente e la salute pubblica. Si rileva, inoltre, che l’attuale situazione della discarica Mastropietro dove il percolato ha realizzato un autentico lago in ebollizione (emblematica la foto -ndr), costituisce un autentico pericolo per la salute pubblica e l’ambiente per il quale l’assemblea decide di denunciare tale situazione alla magistratura.
IL RUOLO DEL TERRITORIO PROVINCIALE NELLA COSIDDETTA EMERGENZA
Pur il governo dichiarando di articolare il proprio intervento su base provinciale, Caserta e Santa Maria La Fossa (Uttaro e Ferrandelle) nell’ultimo anno sono state lo sversatoio regionale della gestione del “ciclo” completo dei rifiuti. A distanza di un anno nulla si è fatto, tranne che ammassare rifiuti di ogni genere al limite delle falde acquifere o sulle stesse come a Ferrandelle. Ora, pur rifiutando qualsiasi logica Nimby, visto che il giardino di casa nostra è già stracolmo di rifiuti, riteniamo non sia più possibile accettare da parte delle Istituzioni locali decisioni calate dall’alto estremamente penalizzanti per il nostro territorio.
“LE SCOPERTE” DELL’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE GANAPINI”
Le “scoperte” dell’Assessore Regionale all’ambiente Walter Ganapini, e le Sue relative dichiarazioni sul nostro territorio in ordine a strutture, macchinari e attrezzature esistenti, confermano, che, di fatto, se messe in funzione, avrebbero fatto rientrare la cosiddetta emergenza rifiuti sin dal 2002. L’inefficienza della Struttura Commissariale in questi ultimi 14 anni viene ancora una volta confermata e, purtroppo, il decreto di governo n.90 del 24 maggio 2008 ci lascia perplessi in quanto non fa altro che reiterare la progettazione e la creazione di megadiscariche e megainceneritori.
Per questi motivi e nel tentativo di evitare che Caserta continui a rappresentare esclusivamente la pattumiera della Regione Campania l’assemblea dei cittadini della conurbazione casertana, riunita dal Comitato Emergenza Rifiuti
CHIEDE
al Signor Sindaco,
-Alla luce di quanto scoperto e dichiarato dall’assessore regionale all’ambiente, di farsi carico di richiedere un’incontro urgente, eventualmente anche d’intesa con gli altri Sindaci dei Comuni di Maddaloni, San Nicola
-di richiedere al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Ambiente che, in sede di conversione del decreto, vengano esclusi dalle tipologie di rifiuti conferibili in discarica quelli indicati con i codici CER 19.01.11, 19.01.12, 19.01.13, 19.01.14, 19.02.05, 19.12.11 19.12.12 di cui all’art. 9 comma 2 del detto decreto in quanto non compatibili con le norme nazionali ed europee e perché chiaramente pericolosi. Qualora si intenda risolvere la questione dei materiali da roghi (ceneri) e dei fanghi industriali le autorità preposte, nell’ambito del Piano Regionale dei Rifiuti, individuino un sito e realizzino una specifica discarica come stabiliscono le norme nazionali e comunitarie;
-di chiedere, anche attraverso un intervento specifico dell’Amministrazione Provinciale, al Sottosegretario all’emergenza rifiuti Bertolaso:
a) che le discariche da realizzarsi nella Cava Mastroianni e nel territorio di Santa Maria
b) che venga adottata una politica di drastica riduzione dei rifiuti attraverso un’azione capillare di raccolta differenziata (4R: Recupera, Riduci, Riusa, Ricicla)
AI CONSIGLIERI COMUNALI
-di approvare all’unanimità un documento che, prendendo atto delle risultanze dei sopralluoghi dell’assessore regionale all’ambiente e riconosciuta l’efficacia dei provvedimenti della magistratura e delle relazioni tecniche peritali relative alla discarica Lo Uttaro, in particolare nella parte in cui ricostruiscono il livello di inquinamento delle matrici ambientali della zona e la pericolosità per la salute della popolazione, condanni la scelta del governo di inserire nel decreto sull’emergenza rifiuti
-di impegnare l’Amministrazione comunale ad affidare un incarico ad un legale per la promozione, qualora ne sussistano le condizioni, di un ricorso giurisdizionale presso il Tribunale amministrativo per violazione del diritto alla salute, all’ambiente, al paesaggio conseguente alla individuazione e realizzazione del sito di discarica nella cava Mastroianni.
SI RISERVA
di presentare alla Magistratura penale e alla Corte dei Conti precise denunce affinché sia tutelata la salute e la dignità di un popolo e chi ha sprecato il denaro pubblico paghi per le sue responsabilità».
La firma al documento è un elenco di nomi e di enti a cui tutti i cittadini del “quadrilatero della morte” hanno l’obbligo di dire grazie per l’impegno con il quale stanno portando avanti da anni una incessante lotta per assicurare un avvenire degno ed in buona salute alla nostra massacrata terra.
Eccone solo alcuni, a titolo di esempio: Massimo De Gregorio, AGESCI Zona Caserta, COASCA-Caserta, Antonio Roano, Commissione ambiente Caritas Diocesana, WWF, Lorenzo Tessitore, Legambiente Caserta, Bruno d’Orta, Giovanna Maietta, LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli, Assoc. Medici per l’Ambiente, Giuseppe Messina, Comitato Foro Boario-Maddaloni, Padri sacramentini di Casa Zaccheo-Caserta, Pasquale Costagliela, Comitato Mamme e Famiglie-Marcianise, Forum nazionale ambientalista, Don Oreste Farina, Terra Nostra-Caserta, Antonio Rossi, Mena Moretta, Comitato per la vivibilità-Maddaloni, Francesco Silvestre, Giuseppe VozzA, Coordinamento Regionale Rifiuti, Comitato Cittadini Casertani, Nicola Tiscione.