OSTEONECROSI DELLA TESTA FEMORALE, UN PROBLEMA SOTTOVALUTATO

Rubrica medica a cura del Dr. Gianluca Salernitano, posturologo

Non sempre la radiografia è lo strumento più idoneo per diagnosticarla

In effetti è proprio così, non sempre si riesce ad individuare precocemente l’osteonecrosi della testa femorale; nella stragrande maggioranza dei casi la radiografia la evidenzia quando è ormai troppo tardi per praticare una terapia conservativa e l’unica soluzione rimane l’intervento. Ma facciamo prima un passo indietro e vediamo innanzitutto di cosa si tratta. L’osteonecrosi della testa del femore (o necrosi cefalica) altro non è che un ischemia (diminuito afflusso sanguigno) della testa del femore, per cui non si sa ancora esattamente per quale ragione viene a diminuire notevolmente l’afflusso sanguigno ad una specifica parte, più o meno estesa, della testa del femore (un po’ come accade nell’infarto del miocardio); ovviamente nel tempo questa zona diventerà necrotica, si deformerà e causerà non pochi dolori al malcapitato proprietario dell’arto. Sfortuna vuole che, nella prima fase, il dolore è presente, ma dall’esame radiografico non si evidenzierà nulla, poiché non si saranno ancora manifestate quelle deformazioni ossee che si vedono ai raggi X. I sintomi sono molto simili a quelli di una comune coxartrosi (artrosi dell’anca), ovvero dolori diffusi all’inguine, a volte alla natica e, ovviamente, una deambulazione di fuga, con carico sfuggente dell’arto dolente. Per poter praticare una terapia preventiva bisognerebbe prescrivere ai soggetti con questi sintomi non la radiografia, ma la più costosa e meno dannosa risonanza magnetica; quest’ultima permetterebbe una diagnosi precoce e quindi una terapia conservativa, che consiste per lo più in onde d’urto focalizzate ad alta potenza praticata da un fisioterapista competente, in una diminuzione del carico, nell’uso di due canadesi ed infine nel monitoraggio radiografico. L’intervento chirurgico consiste in un trapianto di un segmento del perone oppure in una decompressione della testa femorale, due interventi molto complessi ma anche molto soddisfacenti se praticati precocemente. Se invece si è gia formata l’artrosi della testa femorale e si ha già una deformazione in tal senso, rimane solo una soluzione, cioè la protesi. Tra le cause che provocano la necrosi della testa femorale vi sono le dislipidemie (vale a dire il colesterolo ed i trigliceridi alti), il diabete mellito, l’abuso di alcol, il sovrappeso e l’iperuricemia (ossia l’accumulo di acido urico), manifestandosi tra i 40 ed i 50 anni ed, ahimè, prediligendo gli uomini. Quindi il mio consiglio, a chi per sommi capi rientra in questi parametri, me compreso, è di praticare, all’occorrenza, una risonanza magnetica e non la radiografia, poiché, come recita un antico proverbio, “il risparmio non è mai un guadagno”.

Gianluca Salernitano
Per contatti: 347/5387839













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