IL CONSIGLIO COMUNALE DICE “NO” ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA


Approvata all’unanimità una delibera che obbliga di bere l'acqua dell'acquedotto negli uffici pubblici e nelle scuole

Nel corso del consiglio comunale tenutosi il 26 febbraio, imperniato, tra l’altro, sulla “Privatizzazione dell’acqua. Voto alle autorità competenti", è stata approvata all’unanimità la proposta di delibera del consigliere del Prc, Pasquale Panico, tesa al riconoscimento dell'acqua come bene comune e del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica. Nella deliberativa si sottolinea che l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita; pertanto la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile e all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione. Nel testo si ribadisce il fatto che la risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 ha dichiarato “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e che la gestione del Servizio Idrico Integrato della nostra realtà è assai distante da quelle gestioni pubbliche o private non adeguatamente controllate, caratterizzate da una presenza asfissiante dei partiti e da manifestati pesanti fenomeni clientelari e di lottizzazione che hanno indebolito la professionalità degli operatori, con conseguente peggioramento della qualità dei servizi ed aumento dei costi per il cittadino. Per questi motivi, la delibera prevede l'impegno del consiglio comunale di San Nicola la Strada a “costituzionalizzare” il diritto all'acqua riconoscendo nel proprio Statuto Comunale il “Diritto Umano all'acqua”, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico, approvando i seguenti principi: l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato; la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero; la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici; il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi; il servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica, e come tale non soggetto alla disciplina della concorrenza, ma rientrante nella competenza esclusiva della Regione; a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di attraverso le seguenti azioni: informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali, contrasto al crescente uso delle acque minerali e promozione dell'uso dell'acqua dell'acquedotto per usi idropotabili a cominciare dalla sala del Consiglio Comunale, dagli uffici, dalle strutture comunali e dalle mense scolastiche anche attraverso la costruzione di distributori/dispensatori pubblici accessibili a tutti i cittadini.