Addio, Cavaliere!


E’ scomparso, tra la commozione generale, Antonio Maiorano: scrittore, storico ed appassionato giornalista, il “Cavaliere” ha lasciato una traccia indelebile nella tradizione culturale della nostra città.
  

Ho sotto gli occhi lucidi e commossi la lettera, scritta di proprio pugno, che solo pochi giorni fa si era preoccupato di farmi pervenire per ringraziarmi dell’attenzione che il Corriere aveva dedicato alla sua ultima opera, “L’Appia, il fascino di una strada imperiale”, battezzata, in due cerimonie, prima presso la Provincia e poi nel palazzo comunale di San Nicola.

Ossequioso, educato, riverente: quanto basta per disegnarne le inattaccabili doti umane e professionali, trasmesse, in osmosi spontanea, attraverso le innumerevoli produzioni letterarie che hanno costellato la sua vita artistica di storico locale ed appassionato giornalista.

Antonio Maiorano se n’è andato in silenzio, lasciando il ricordo di una fragorosa coerenza che la sua “voce” ha saputo regalarci: la coerenza di un tenace difensore della tradizione, di un battagliero assertore della critica giornalistica costruttiva, di un instancabile propagandatore dei doveri di servizio che dovrebbero animare le menti e le azioni dei politici impegnati a migliorare la “sua” città.

La “sua” città...

Quello che mi ha sempre colpito del Cav. Maiorano -così ho avuto modo di scrivere di lui non meno di un anno fa- è stato il suo sviscerato amore per una città dove, è vero, ha vissuto per oltre quarant'anni, che lo ha visto nelle vesti di autorità militare, che gli ha donato tantissima stima ed altrettanta considerazione, ma che non è stata la “sua” città...semplicemente perché non gli ha dato i natali.

Sì, perché io credo, pur forse sbagliando, che solo il vincolo della nascita può far scattare in ciascuno la molla della indissolubilità della passione per la propria terra, respirandone il profumo del sangue e condividendone tutte le ansie e tutto il sapore della sua storia.

Antonio Maiorano, invece, pur essendo nato e vissuto, fino al '60, in Calabria, ha avuto nelle vene sangue sannicolese e nel petto un cuore che gli ha agitato ed attratto i sentimenti che questa città ha saputo trasmettergli, suscitandone razionale emotività e desiderio incessante di scoprirne le radici storiche, sociali e culturali.

Solo nell'animazione e nello sconvolgimento di cotanto spirito egli poteva, forse, addentrarsi, attraverso gli anni, in un meticoloso e proficuo lavoro di ricerca di quelle tradizioni che hanno caratterizzato il lento evolversi di San Nicola la Strada , prima villaggio e poi casato, borgo per concessione e, oggi, città.

Sono nate così, senza veli e senza mète -se non quella di offrire un ulteriore contributo all'immagine della sua terra adottiva- tutte le opere del Cavaliere Maiorano, dal “Viaggio nella storia” alla riscoperta dei canovacci della “Tragedia Sacra”, da “Calatia” a “Santa Maria degli Angeli” e “Santa Maria della Pietà”, fino all’ultima produzione, in cui ha voluto innalzare sul podio della storia la Strada che ci lega alle nostre origini e ai nostri più antichi valori.

Nel febbraio dello scorso anno (e stavolta mi fece piangere dalla commozione), volle dirmi grazie per quanto, di spontaneo e sentito, era uscito dalla mia penna: “Conserverò le sue parole -mi disse- tra le cose più care”.

...Scusatemi se mi prende la commozione...

Grazie, Cavaliere Maiorano, grazie per le emozioni che ha saputo regalarci, grazie per la veemenza, spesso incompresa, con la quale ha voluto condurre, in tutti i suoi accorati articoli, le sue battaglie a difesa dei diritti dei cittadini, grazie per i tanti suggerimenti, le tante proposte e le tante arguzie che ha voluto usare per testimoniare il suo elevato senso di partecipazione alle vicende della comunità sannicolese.  

Grazie, Cav. Maiorano, per essere stato presente nella nostra piccola, ma ardente storia.

                                                                                                             (Nicola Ciaramella)


Antonio Maiorano
è morto il 26 aprile. Era nato a Scala Coeli, in provincia di Cosenza, nel 1925. Insignito del Diploma d’Onore di Combattente per la Libertà d’Italia, dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica e medagliato al merito di Lungo Comando, è stato (dal 1960 e per svariati anni) il primo reggente della stazione dei Carabinieri di San Nicola la Strada.
Premiato in vari concorsi di poesia e narrativa, ha praticato con encomiabile passione, fino agli ultimi giorni della sua vita, la ricerca storica ed il giornalismo, ricevendo importanti riconoscimenti e partecipando, come socio onorario, all’attività di diverse accademie letterarie.