ACQUA SANNICOLESE: LA QUESTIONE SI FA SEMPRE PIU’ “DURA”!


A venti giorni dall’importante dibattito svoltosi alla Rotonda sulla qualità della risorsa idrica, si fa sempre più concreta l’eventualità di una class action a tutela della salute dei sannicolesi.


Nessuna “novità” sostanziale è pervenuta da parte dell’ente gestore del servizio idrico comunale o dell’Asl per quanto riguarda il contenimento della “durezza” dell’acqua erogata a San Nicola la Strada. A venti giorni dall’importante convegno-dibattito svoltosi alla Rotonda e patrocinato da Legambiente Caserta e dal Com.E.R. di San Nicola la Strada, diventa sempre più probabile l’avvio di azioni legali collettive per tutelare gli interessi economici e la salute della  popolazione sannicolese. Questo l’intendimento espresso il 30 gennaio dal dr. Nicola Santagata, membro della commissione scientifica di Legambiente, nella cui relazione furono chiaramente evidenziati i rischi sanitari connessi al’eventuale perdurare della situazione.

«Nel mese di giugno 2010  -ebbe a precisare Santagata nell’auditorium parrocchiale di S.Maria della Pietà-  si è avuta  l"interruzione dell"arrivo dell’acqua captata dalle sorgenti Maretto e Torano da Piedimonte Matese, a causa del crollo di una galleria sotterranea asservita appunto al suo trasporto. Da quel momento, la durezza dell’acqua potabile erogata nei Comuni di Caserta, San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Marcianise e Napoli è di 52/56° F. La durezza, dovuta al calcio, pur superando il limite consigliato dei 50° F, in termini legali non inficia il giudizio di potabilità ma può causare diversi inconvenienti, se il limite viene superato costantemente e non saltuariamente. 1. Aumentano i rischi sanitari: l’acqua del rubinetto è sconsigliabile e non può essere assunta con continuità da soggetti affetti da ipertensione arteriosa e calcolosi urinaria, né da soggetti anemici ed artropatici in genere. 2. Le incrostazioni calcaree determinano, inoltre, condizioni favorevoli alla colonizzazione ed alla proliferazione microbica con elevato rischio di contaminazione batterica. Nelle tubature idriche comunali queste formazioni calcaree danno vita ad un biofilm, una specie di rete che diventa una trappola inorganica per i batteri. Il rischio è che vengano intrappolati anche microorganismi potenzialmente pericolosi quali l’E.COLI, PSEUDOMONAS, LEGIONELLA che possono provocare, nei soggetti vulnerabili (immunodepressi ammalati), gravi sindromi respiratorie e gastroenteriche. La Durezza dell’acqua oltre a determinare incrostazioni calcaree nelle tubature può danneggiare serbatoi, elettrodomestici e caldaie. L’acqua dura determina una cattiva cottura dei cibi (vegetali, legumi) ed essendo l’acqua dura un cattivo conduttore di calore aumenta il consumo di gas, in un momento cosi difficile per le economie familiari. La cattiva estrazione degli alcaloidi del caffè e del the (caffeina, theina) conferisce a queste bevande un  sapore metallico e sgradevole».

Non c’è altro da aggiungere alla preziosissima relazione di un esperto come Santagata: la questione dell’acqua sannicolese è “dura”. Nel vero senso della parola!

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