“ASSESSORE, FACCIA REVOCARE IL DECRETO!”


Sito di stoccaggio a Lo Uttaro: comitati e associazioni ambientaliste chiedono all'assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano di attivarsi per la revoca del decreto che autorizza l’impianto


Comunicato stampa di: Com.E.R. – Comitato Emergenza Rifiuti Caserta, Legambiente Caserta, Civitas, Associazione Caserta Bene Comune, Associazione "Terra Nostra"

Sito di stoccaggio a Lo Uttaro: Comitati e associazioni ambientaliste scrivono all’Assessore Regionale all’Ambiente Giovanni Romano: “L’autorizzazione all’esercizio dell’impianto è illegittima perché contrasta con la bonifica dell’area per la quale la Regione ha stanziato 15 milioni di Euro e finirà per essere uno degli impedimenti al completamento e all’entrata in funzione del Policlinico. Ora l’Assessore si attivi per la revoca del decreto”.

Una lettera all’assessore all’ambiente della Regione Campania Giovanni Romano per chiedergli di attivarsi per la revoca del decreto dirigenziale che ha autorizzato l’impianto di stoccaggio per rifiuti pericolosi e non pericolosi a Lo Uttaro, a pochi passi dall’area da bonificare. Questo, insieme ad una richiesta di incontro in tempi brevi per esporre le ragioni della società civile, è l’ulteriore iniziativa che come comitati e associazioni ambientaliste casertane abbiamo messo in campo per scongiurare l’entrata in funzione del sito autorizzato lo scorso agosto dalla Regione Campania. Contraddittorio, secondo noi, il comportamento della Regione Campania che da un lato stanzia 15 milioni di Euro per la bonifica, che nel frattempo si è arenata nella fase di caratterizzazione dei suoli, e dall’altro consente la localizzazione di un industria insalubre di 1 classe che potrebbe impedire tale bonifica. Altro aspetto problematico è poi quello della vicinanza al cantiere del nuovo Policlinico il cui completamento ed entrata in funzione potrebbe essere definitivamente impedito dal nuovo impianto. E’ ormai evidente a tutti che la situazione ambientale a Lo Uttaro è estremamente compromessa, come dimostrano le tre ordinanze sindacali di divieto di prelievo dell’acqua dai pozzi. Appare perciò alquanto strano che la Regione non se ne sia accorta. Se prima di autorizzare l’impianto avesse atteso gli esiti della caratterizzazione, che peraltro avrebbero dovuto essere disponibili già da maggio scorso, di sicuro non sarebbe caduta in questo errore. E d’altro canto il problema non è solo quello della localizzazione ma anche quello dell’utilità dell’impianto. Né i due Piani Regionali (quello sui rifiuti urbani e quello sui rifiuti speciali) né quello provinciale lo prevedono, mentre il Presidente della Provincia Zinzi, sconfessando sul punto il suo Assessore all’Ambiente Mastellone, ha sostenuto qualche giorno fa che nemmeno la sua amministrazione li ritiene utili. Ci aspettiamo quindi che l’Assessore Romano intervenga celermente affinché la Regione revochi l’atto e dia, invece, un impulso decisivo al processo di bonifica in corso che risarcirebbe almeno in parte i cittadini casertani di tutti problemi che una gestione dissennata del territorio, ed in particolare dell’area Lo Uttaro, ha causato in questi anni».   


Questo il testo della lettera inviata all’assessore Romano

«All’Assessore all’Ambiente della Regione Campania
Giovanni Romano, Via Santa Lucia, 81, 80132 Napoli, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Oggetto: Sito di stoccaggio per rifiuti pericolosi e non pericolosi in località Lo Uttaro del Comune di Caserta - Autorizzazione della Regione Campania con Decreto Dirigenziale n. 193 del 11/08/2011 (pubbl. sul B.U.R.C. n. 54 del 16 Agosto 2011). Richiesta di revoca

Signor Assessore, le scriviamo in qualità di rappresentanti di comitati e associazioni ambientaliste che operano nei comuni che gravitano attorno all’ormai tristemente famosa località di Lo Uttaro, nel Comune di Caserta. Siamo venuti a conoscenza che la Regione Campania con Decreto Dirigenziale n. 193 del 11/08/2011 (pubbl. sul B.U.R.C. n. 54 del 16 Agosto 2011) ha autorizzato la realizzazione e la gestione di un sito di stoccaggio per rifiuti pericolosi e di stoccaggio e trattamento per rifiuti non pericolosi (72.000 di rifiuti non pericolosi e 15.000 di rifiuti pericolosi) proprio in quell’area. Tale impianto, infatti sorgerà su un terreno della superficie di mq.3.360 ca, localizzato alla particella n. 5195 del NCEU del Comune di Caserta, ossia immediatamente fuori il perimetro dell’ “Area vasta” di Lo Uttaro, oggetto, come Lei ben sa, di un azione bonifica e di ripristino della qualità ambientale delle aree di proprietà pubblica o utilizzate per fini pubblici, come da Piano di Caratterizzazione dell’area redatto dall’ARPAC nel settembre 2008 e approvato dal Ministero dell’ambiente nella conferenza di servizi decisoria del 11/11/2008. Senza contare che parte di quella stessa area era stata inserita già nel 2005 nel Piano Regionale di bonifica e che tutta la zona rientra in ogni caso nel Sito di interesse nazionale Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano. A tal proposito ci appare quantomeno contraddittorio che la Regione Campania possa autorizzare la localizzazione di un industria insalubre di 1a classe proprio in quella zona per la cui bonifica la stessa Regione ha stanziato la somma di € 15.000.000,00 a valere sui fondi Por Fesr 2007/2013 come da Protocollo d’Intesa tra Regione Campania e Comune di Caserta sottoscritto in data 25/03/2010 e approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 682 del 08/10/2010.
E, d’altro canto, che l’azione di bonifica sia necessaria lo dimostra l’elevato livello di compromissione delle matrici ambientali, e segnatamente della matrice acqua, dovuto alla presenza di diversi milioni di mc di rifiuti sversati in quella zona nell’arco degli ultimi 30 anni, che ha portato alla emanazione di ben tre ordinanze sindacali, tutt’ora vigenti, di divieto di emungimento a scopo irriguo dell’acqua dai pozzi di una ampia area a ridosso della zona Lo Uttaro, compresa nei Comuni di Caserta, San Nicola la Strada e Maddaloni. Senza contare che la Cava Mastropietro, contenente circa 300.000 mc di rifiuti e tutt’ora sotto sequestro penale, non è stata mai messa in sicurezza e continua a produrre ingenti quantità di percolato che presumibilmente si infiltra nella falda sottostante, e il sito di trasferenza, che doveva essere eliminato nel 2007, è ancora lì con il suo carico di circa 20.000 tonnellate di rifiuti che rilasciano percolato sulla sottostante Cava Mastroianni.
La realizzazione di un ulteriore sito per lo stoccaggio dei rifiuti in un’area già così pesantemente inquinata non può che aggravare il livello di inquinamento delle matrici ambientali, impedendo definitivamente la bonifica dell’area, determinando lo spreco dei fondi pubblici appositamente stanziati e incidendo ancora una volta negativamente sulla vivibilità, sulla qualità dell’ambiente e sulla salute degli abitanti dei Comuni che gravitano attorno a Lo Uttaro.
Ma vi è di più. La realizzazione di tale sito di stoccaggio costituirebbe uno dei fattori ostativi al completamento e all’entrata in funzione, a poche centinaia di metri di distanza, del Policlinico della Seconda Università degli Studi di Napoli. Cosicché, oltre che sul piano ambientale e su quello sanitario, il funzionamento del sito di stoccaggio rappresenterebbe un danno, per questo territorio, anche sul piano economico e occupazionale, pregiudicando una delle poche opportunità di sviluppo che potrebbe concretizzarsi nei prossimi anni.
Non vi è dubbio quindi che l’autorizzazione all’esercizio di tale impianto in zona Lo Uttaro vada revocata per difetto dei presupposti legittimanti, in quanto, al di là dei dati già disponibili circa l’inquinamento delle matrici ambientali, a nostro parere sufficienti da soli a giustificare il diniego all’esercizio dell’impianto in quella specifica area, sarebbe stato necessario, prima di autorizzare qualsiasi tipologia di industria insalubre, attendere gli esiti della caratterizzazione dell’area (che secondo il ricordato Protocollo d’Intesa tra Regione e Comune di Caserta avrebbero dovuto essere già disponibili da maggio scorso). In quel caso, ne siamo certi, sarebbe stato evidente anche al più distratto degli amministratori che nessun impianto inquinante può essere localizzato a Lo Uttaro.
E, d’altro canto, tale nuovo sito di stoccaggio non appare neppure necessario per la corretta gestione sia del ciclo dei rifiuti urbani che di quelli speciali come dimostra il fatto che lo stesso non è previsto né dall’approvando Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, né da quello di gestione dei rifiuti speciali né tantomeno da quello provinciale, come ha avuto modo di affermare in questi giorni, in un intervista al quotidiano il Mattino, anche il Presidente della Provincia di Caserta.
Senza contare che l’operazione di stoccaggio temporaneo dei rifiuti, in attesa dell’invio presso gli impianti di trattamento e smaltimento, potrebbe determinare un ingiustificato aggravio dei costi di gestione degli stessi che graverebbero sui cittadini, già fortemente penalizzati dagli elevati costi trasporto e di gestione dei rifiuti in Campania.
Per questi motivi Le CHEDIAMO di intervenire presso il dirigente del settore interessato affinché revochi in autotutela, per mancanza dei presupposti legittimanti, il Decreto Dirigenziale n. 193 del 11/08/2011 che autorizza la realizzazione e la gestione del sito di stoccaggio in oggetto e le relative emissioni in atmosfera.
Con l’occasione chiediamo alla S.V. un incontro in tempi brevi presso l’Assessorato all’Ambiente della Regione per un confronto che ci consenta di illustrarLe nei dettagli gli elementi che ci inducono a chiederLe di intervenire per la revoca all’autorizzazione dell’impianto.
Restando in attesa di un celere riscontro le porgiamo cordiali saluti.
Caserta, 19/09/2011»