I QUATTRO “SI” DI MOTTA

Il segretario dei Comunisti sannicolesi ha espresso le proprie posizioni sul referendum del 12-13 giugno

 

 

Il dr. Salvatore Motta, segretario della sezione sannicolese dei Comunisti Italiani intitolata a Enrico Berlinguer, ha espresso, attraverso l’organo di stampa locale del partito (Il Manifestino), la posizione del PdCI sui prossimi referendum del 12 e 13 giugno.

Motta, che aveva animato, con validissime argomentazioni sul sociale, l’ultima puntata della rubrica radiofonica “L’Occhio su San Nicola”, ha sintetizzato il “libero pensiero dei comunisti sannicolesi” invitando a votare “quattro SI ai quattro quesiti referendari” e, soprattutto, a recarsi ai seggi “per sconfiggere il partito dell’astensionismo, oggi più che mai capeggiato da un clericalismo medievale e involutivo, che mette in discussione e a serio rischio la laicità dello Stato”.

Ma ecco, quesito per quesito, le motivazioni che sono alla base della scelta:

Primo quesito-Scheda arancione:
per consentire la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali

SI all’abrogazione delle norme che vietano la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Molte malattie ereditarie (es. morbo di Parkinson diabete, sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, tumori, ecc.) potrebbero essere curate proprio grazie a nuove scoperte derivanti dallo studio delle cellule staminali embrionali, che hanno la capacità di moltiplicarsi indefinitamente e, dando origine a parecchi tipi di cellule dell’organismo umano, la potenzialità di rigenerare tutti i tessuti.

Secondo quesito-Scheda rosa:
per tutelare la salute della donna e per aiutare coloro che sono affetti da patologie ereditarie gravi

SI all’abrogazione delle norme che prevedono l’utilizzo di solo 3 ovociti (vietando il congelamento di un numero superiore di embrioni) ed il loro impianto nella donna, anche se malati o non in grado di svilupparsi. Il costringere alla produzione di soli 3 ovociti mette a rischio la salute della donna perché sottoposta a continue stimolazioni ormonali. La legge attualmente impone non solo la possibilità di impiantare embrioni malati, anche contro la volontà della donna, ma pone la stessa donna, nel prosieguo della gravidanza, di fronte alla scelta penosa dell’aborto.
La possibilità di impiantare solo embrioni sani permetterebbe, viceversa, di diventare genitori anche a coloro che soffrono di malattie ereditarie gravi.

Terzo quesito-Scheda gialla:
per cancellare la condizione giuridica che equipara l’embrione alla persona

SI,all’abrogazione delle norme che riconoscono all’ovulo fecondato gli stessi diritti di una persona. Affermare ciò significa impedire il congelamento, impedire la ricerca e impedire la diagnosi pre-impianto (con il rischio di impiantare embrioni malati). È necessario evitare che il prossimo passo della legge 40 vada nella direzione dell’abolizione della legge 194, ossia della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza (aborto).

Quarto quesito-Scheda azzurra:
per consentire la fecondazione eterologa, cioè permettere alla coppia con problemi di sterilità di avere figli

SI all’abrogazione delle norme che vietano la fecondazione eterologa, ossia che l’utilizzo di uno dei due gameti necessari alla fecondazione (spermatozoo o ovulo) possa essere fornito da un donatore esterno alla coppia. Un uomo e una donna possono trovarsi nella condizione di non poter procreare per impedimenti naturali. Allora, perché impedire alla coppia di elaborare un progetto per diventare genitori, anche se di tipo giuridico e non biologico? Perché impedire a siffatta coppia di crescere, educare ed amare un bambino, senza ricorrere all’adozione o recarsi all’estero in uno di quei Paesi dove la fecondazione eterologa è consentita, ma affrontando costi onerosi?