“CHIUDERE I POZZI FUORI LEGGE!”


Il consigliere di MSN, Raffaele Della Peruta, lancia il grido anche sul monitoraggio continuo delle bonifiche


«All’indomani della desecretazione degli atti relativi all’inumazione di rifiuti speciali e velenosi nelle campagne della provincia di Caserta, è indispensabile che i cittadini, i movimenti, le associazioni tengano alta l’attenzione sulle bonifiche dei terreni inquinati. Dobbiamo proteggere i nostri prodotti agricoli, le nostre eccellenze affinché si eviti quanto già sta facendo una industria conserviera del nord (la Pomì, ndr) che nei suoi messaggi pubblicitari sottolinea come essa usi soltanto “pomodori prodotti al Nord”». È quanto ha affermato il consigliere comunale Raffaele Della Peruta nel corso di una intervista rilasciataci circa l’alto tasso di mortalità che colpisce la Città di San Nicola la Strada oramai da molti anni. «Non dobbiamo dimenticare» – ha aggiunto l’esponente politico di Movimento Strada Nuova – «che la Città di San Nicola la Strada è situata fra due discariche che per decenni hanno inquinato e contaminato il terreno. A sud si trova la discarica “Migliore Carolina” che attualmente è stata chiusa ma non bonificata, mentre a nord della Città, proprio al confine con la Città di Caserta, si trova la famigerata discarica “Lo Uttaro”. I malefici influssi delle due discariche hanno contribuito a far aumentare il tasso di mortalità per tumori come è stato ampiamente dimostrato da uno studio fatto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) agli inizi degli anni Duemila e che è stato volutamente sottaciuto dal Governo Nazionale e dalla stampa italiana ma non da quella locale che ne ha dato ampia diffusione. Ora se non fosse stato per le rivelazioni fatte alla stampa dal noto pentito casalese, la “Terra dei Fuochi” sarebbe rimasta ancora all’oscuro di tutto. È giunto il momento di pretendere ed ottenere ciò che si sarebbe dovuto fare già dal 1993.Precondizione necessaria ed indispensabile è il ripristino della legalità! È  palesemente inutile infatti adottare qualsivoglia soluzione se i rifiuti continuano ad essere sversati e bruciati illecitamente. E per fermare concretamente questo scempio non si può prescindere da due questioni: il corretto recepimento nel nostro ordinamento della normativa comunitaria in materia di reati ambientali con l’introduzione di pene adeguate alla gravità del danno causato; un reale controllo del territorio da parte delle Istituzioni attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza e del conseguente intervento dell’esercito a presidio costante del territorio. È necessario raccogliere ed analizzare i dati delle caratterizzazioni che in parte sono già state avviate e predisporre piani di caratterizzazione per le aree potenzialmente inquinate che invece ancora ne sono prive. Va fatta anche una mappatura puntuale di tutte le aree e sulle quali è noto lo sversamento abusivo di rifiuti o la presenza di discariche e vanno accertati gli eventuali inquinamenti delle matrici ambientali. I dati della caratterizzazione sono indispensabili per comprendere l’estensione e la qualità della contaminazione che, ovviamente, non si ferma al terreno su cui sono stati sversati rifiuti poiché la presenza di sostanze tossiche comporta la contaminazione delle falde acquifere sottostanti e quindi il progressivo inquinamento di tutti i pozzi posti a valle del terreno stesso. Infine occorre a stretto giro il censimento di tutti i pozzi utilizzati per l’irrigazione nelle province di Napoli e Caserta con relative analisi della qualità delle acque. Allo stato la maggioranza dei pozzi dove viene emunta l’acqua per l’irrigazione, compresi quelli ricadenti nel territorio cittadino che furono già chiusi nel 2010 ma che continuano a irrigare i campi, risulta sconosciuta alle autorità. Il monitoraggio deve essere immediato ed i pozzi fuori legge vanno sigillati, al fine di impedire l’emunzione illecita! Anche a San Nicola la Strada ed a San Marco Evangelista esiste già dal 2010 il divieto di emungere per scopo irriguo, ma senza sigilli questo divieto viene sistematicamente disatteso».

Nunzio De Pinto