CASERTA UN FIUME CARSICO INARRESTABILE

Fiore Marro sulla marcia silenziosa del 9 novembre: «Come esponente “identitario e “borbonico” non posso altro che gioire di questa nuova ventata di ottimismo e di volontà di essere protagonisti e non spettatori del nostro futuro e del futuro di quelli che verranno»


Finalmente anche la borghese, “chiusa”, settaria, nera, refrattaria Caserta si è destata dal torpore che l’attanaglia da sempre, da quel lontano male oscuro di 153 anni fa, quando colpevolmente si consegnò nelle mani del duce Garibaldi per poi appisolarsi quasi come pegno per la colpa del suo tradimento.
A chi dare merito della riuscita manifestazione se non alla chiesa su tutti, alla vituperata, maltrattata chiesa di Cristo, quella che viene spesso e volentieri messa alla gogna attraverso attacchi ben mirati, come le foto taroccate di Papa Benedetto in abiti di giovane nazista, ora aggredita per questioni di tasse, talvolta a giusta ragione come nel caso di preti disgraziati che commettono amenità e atti squallidi.
In questo caso che è segno di positività però ho scorto poca propensione da parte dei media ad esaltarne il gesto, pare sia passata in un assordante silenzio a parte quei coraggiosi giornali e cronisti autoctoni che avranno di certo gioito nel vedere questo fiume carsico inarrestabile che si è celato per troppo , lungo tempo ma che ora è riapparso forte, coeso e rigoglioso, in tutto il suo forte senso di appartenenza al territorio.
Eravamo in 30.000 e forse più.
Nessun colore politico, nessun sindacato politicizzato, nessun “compagno” pronto a sfruttare il momento di protesta , nessuna bandiera di partito ma solo cittadini consapevoli, arrabbiati e pronti a tutto pur di fermare questo scempio alla terra, alla vita e al futuro.
Un momento finalmente positivo, per questa mia amata terra, saccheggiata, umiliata, avvelenata dai suoi stessi figli, i peggiori, ora travestiti da camorristi ora da politicanti da quattro soldi asserviti a quelle industrie del nord e dell’Europa che ci hanno inondato di veleni scambiando il territorio come una pattumiera dei veleni.
Un grido alto, forte, che ha fatto tremare i polsi e ribollire finalmente il sangue nelle vene.
Una volontà di dire basta, basta, basta!!! Basta al sopruso, al silenzio.
Come esponente “identitario e “borbonico” non posso altro che gioire di questa nuova ventata di ottimismo e di volontà di essere protagonisti e non spettatori del nostro futuro e del futuro di quelli che verranno.
Eravamo presenti nella doppia veste di presidente dei CDS accompagnati da Chiara Foti e come collaboratori del progetto politico di Insorgenza Civile capitanati per l’occasione da Lorenzo Piccolo.
Presenti perché noi non siamo solo protesta o cultura a se, siamo cittadini attivi di questo mondo con l’idea e la speranza di ridare una speranza diversa che arriva da lontano, di quando si era culla di cultura si ma anche di benessere e di vitalità positiva.
Quella croce nuda deve essere la svolta per un mondo migliore.
Un grande forte abbraccio ai nostri cari “preti di frontiera” don Antonello Giannotti, don Oreste Farina e soprattutto don Maurizio Patriciello sempre presente e sempre attivo per il bene del nostro popolo e a tutti gli altri sacerdoti e uomini di chiesa che hanno fatto in modo che la manifestazione di sabato 9 novembre 2013 abbia avuto un grande riscontro. Forza e onore.

Fiore Marro