Le magìe della Terra di Albione


Conosco diversi giovani casertani che hanno scelto di studiare e poi lavorare in Inghilterra. E sono indubbiamente soddisfatti”(
Francesco Discanno, University of Cambridge Examiner)


Esistono dei posti dove gli automobilisti si fermano sempre in prossimità delle strisce pedonali? Dove le autostrade sono gratuite? Dove i treni hanno il pavimento a livello della banchina marciapiede e non si è costretti a scalare i predellini? Dove la posta arriva in un solo giorno? Dove la televisione pubblica non manda mai la pubblicità? Dove non ci sono cassonetti dell'immondizia per le vie delle città? Dove i negozi non pagano il pizzo? Dove si fa carriera senza essere raccomandati?
Ebbene si, di questi posti ce ne sono anzi diversi. E uno è l'Inghilterra. La Terra di Albione, separata dal resto d'Europa per mezzo della Manica e della Sterlina, non vive le medesime condizioni di austerità del Continente. L'Inghilterra ha affrontato e superato la crisi industriale e finanziaria riducendo le attività manifatturiere tradizionali nonché quelle bancarie di investimento e quelle assicurative, accrescendo di converso i settori ad alto valore aggiunto quali media digitali, produzione televisiva, pubblicità, telecomunicazioni, tecnologie avanzate, istruzione, consulenza e rispettivi indotti. La crescita del PIL britannico nel 2013 -in gran parte dovuta all'effetto trascinatore della sola Inghilterra -è stimata intorno al 1,5 %. Nello stesso periodo per l'Italia si calcola un arretramento del 1,9 %, con una distanza dalla Gran Bretagna di circa 3,5 punti percentuali! In generale l'Inghilterra è un posto grandioso per studiare (chiedetelo ai giovani italiani che conoscete e che hanno trascorso alcune settimane d'estate  in college per migliorare il loro inglese). Ma, particolarmente in una fase triste come quella che stiamo attraversando qui in Italia, può essere una scelta strategica vincente per un giovane quella di seguire interi corsi universitari in Inghilterra. Cioè in un paese europeo dove i settori ad alto valore aggiunto stanno producendo buoni risultati ed un interessante numero di posti di lavoro. Personalmente conosco diversi giovani casertani che hanno scelto di studiare e poi lavorare in Gran Bretagna. E sono indubbiamente soddisfatti. Le  città di studi più conosciute d'Inghilterra sono Oxford e Cambridge, storiche rivali  nel canottaggio. L'università di Cambridge, da cui dipende la più vasta rete di scuole d'inglese nel mondo, ha più di 800 anni di vita. E' la più vecchia in assoluto dopo le università di Bologna e Oxford. Nel 2011 è stata votata quale miglior istituzione accademica del globo. E' l'università che ha prodotto più premi Nobel (90) dopo Harvard e Columbia. Frequentare Cambridge non costa più della retta che si fa pagare la Bocconi. D'altra parte studiare a Cambridge può rappresentare un grande vantaggio competitivo per uno studente italiano che conosca l'inglese: in un periodo ragionevolmente breve tutti i laureati di Cambridge trovano un lavoro all'altezza delle loro aspettative. Cambridge è una città grande come Caserta o poco più, ma è già una Smart City. E' cioè un agglomerato urbano dove la qualità della vita, le opportunità di lavoro, le occasioni di svago, le attività culturali, la custodia del patrimonio comune e l'attenzione all'ambiente sono di alto livello. C'è persino un cosiddetto Spazio Bianco, cioè un reticolo wireless pubblico che non è destinato ai collegamenti gratis ad Internet (per quello esistono già biblioteche, caffetterie e pub). Il sistema è finalizzato invece a regolare i flussi del traffico in città (attraverso il sincronismo dei semafori, dei tabelloni che segnalano arrivi e partenze di tutti i bus,  dei sistemi di ingresso e uscita dei parcheggi), la distribuzione di energia (attraverso il monitoraggio della rete elettrica e del gas) e l'informazione (attraverso schermi televisivi pubblici). Insomma, una piccola grande magia. A Cambridge gli studenti contano per circa un quinto della popolazione e coprono in particolare  le fasce di età dai 19 ai 29 anni. Frequentano corsi baccalaureate (pre-università), bachelor (triennale), master (equivalente alla nostra laurea specialistica), PhD (dottorato). Gli esami sono concentrati nella sessione Michaelmas (che significa tra il giorno di San Michele e Natale) e nella sessione Easter (che va da Pasqua fino agli inizi dell'estate). Una curiosità: nei college il portiere è obbligato a rivolgersi allo studente chiamandolo Sir. A dispetto dei provvedimenti demagogici dei nostri governi finalizzati a far rientrare qualche "cervello in fuga" partito a suo tempo dall'Italia solo per studiare ed oggi felicemente occupato all'estero, sono sempre di più  gli italiani (insieme con i giovani cittadini degli altri PIGS, cioè portoghesi, irlandesi, greci e  spagnoli) che partono per l'Inghilterra, la Germania, l'Olanda e la Francia. Vanno per motivi di studio o per uno stage, ma poi restano. A sessanta e più anni dallo storico intervento di De Gasperi, che chiese alle nazioni bisognose di braccia italiane di finanziarne la migrazione,  assistiamo nuovamente ad una forte mobilità geografica dei nostri giovani. Ai quali stavolta si chiedono notevoli competenze acquisite con lo studio e non semplice resistenza fisica. Sebbene in Inghilterra la pizza sia immangiabile, il sole faccia timidamente capolino tra le nubi anche durante l'estate e la sanita' pubblica abbia una (forse meritatamente) cattiva reputazione, vale certamente la pena per un giovane italiano considerare un trasferimento in quella terra per studiare, ma soprattutto per vedere più avanti premiati i propri sforzi e coronati i propri sogni di conquistare un  lavoro gratificante.





Francesco Discanno, University of Cambridge Examiner






Francesco Discanno ha scritto per il Corriere di San Nicola anche:

Il valore dell'esperienza

Italia: gli ingredienti che mancano

Il giornalista ha preso un granchio