La chimera delle bonifiche nella “Terra dei fuochi”


Il dossier “Le bonifiche in Italia: chimera o realtà?”
presentato a Caserta nel corso del convegno “La bonifica del ex-SIN Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano: dalla Terra dei fuochi alla Terra felix”.


La storia del risanamento in Campania sembra ferma a dieci anni fa nonostante i drammatici effetti sulla salute e il rischio ecomafie e criminalità

Legambiente: “Sui 2000 siti contaminati dell’ex-SIN Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano per circa il 74% nessuna attività di bonifica svolta, solo per 0,2% sono stati svolti o sono in corso gli interventi di bonifica”

Centinaia di ettari di territorio avvelenato da rifiuti industriali di ogni tipo. Caratterizzazioni, analisi del rischio e progetti di bonifica che tardano ad arrivare, bonifiche completate praticamente assenti a parte qualche piccolissima eccezione. Sempre più concreto il rischio di infiltrazione delle ecomafie nel business del risanamento ambientale. In Campania le bonifiche sono ancora una chimera. E davanti ai drammatici effetti sulla salute dei cittadini  la storia del risanamento nella nostra regione sembra ferma a dieci anni fa.
 

È quanto denuncia Legambiente nel dossier “Le bonifiche in Italia: chimera o realtà?”, presentato questa mattina a Caserta nel corso del convegno “La bonifica del ex-SIN Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano: dalla Terra dei fuochi alla Terra felix”. L’appuntamento rientra nel programma del Treno Verde 2014 di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, lo storico convoglio ambientalista che fino a lunedì sarà in sosta al binario 6 della stazione centrale di Caserta ed è stato organizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro-Caserta. All’incontro erano presenti Nicola d’Angerio, presidente di Legambiente Caserta; Don Nicola Lombardi, direttore della biblioteca diocesana di Caserta; Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania; Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente; Simonetta Tunesi, Honorary Research Fellow - University College London e Raniero Madonna, #Fiumeinpiena e il sindaco di Caserta Pio Del Gaudio.

La “Terra dei fuochi” è parte del sito inquinato più vasto denominato Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano. Fu uno dei primi 15 SIN inseriti nel programma nazionale di bonifica nel 1998 ed è diventato lo scorso anno in modo del tutto incomprensibile un SIR, sito di interesse regionale, grazie al decreto del Ministero dell’ambiente dell’11 gennaio 2013 che lo ha declassificato con il benestare della Regione Campania. Contro questo decreto Legambiente ha presentato ricorso al Tar del Lazio.

“Questa drammatica vertenza è entrata finalmente anche nell’agenda della politica nazionale con la recente approvazione in via definitiva di un decreto ad hoc – dichiara Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente - Il testo poteva essere migliorato cosa che, invece, non è stata fatta. Per rendere più efficace e concreta la procedura di risarcimento e risanamento del danno ambientale si poteva istituire un Superfund nazionale su modello di quello americano. Restano, inoltre, forti perplessità sull'utilizzo per le bonifiche di quegli stessi fondi comunitari destinati allo sviluppo della Campania. Sarebbe sicuramente più utile e corretto, non solo per la Terra dei fuochi rendere davvero efficace e concreta la procedura di risanamento e risarcimento del danno ambientale partendo dall’Istituzione di un Fondo Nazionale, su modello del cosiddetto Superfund americano, istituito nel 1980 e finanziato dalle industrie produttrici di rifiuti speciali e pericolosi. In Italia l’istituzione di un fondo nazionale simile per i siti “orfani”, quelli che sono rimasti “senza padrone”, sovvenzionato dal mondo dell’impresa in proporzione alla pericolosità e all’impatto ambientale causato dallo specifico settore produttivo, risolverebbe il problema del reperimento delle risorse finanziarie per la bonifica dei siti inquinati; darebbe vita ad un meccanismo virtuoso con la creazione di nuove professionalità e posti di lavoro; ma soprattutto riuscirebbe a rendere concreto il risanamento ambientale, che fino a oggi sembra una chimera, un sogno irraggiungibile”.

L’area dell’ex SIN si estende nella porzione nord occidentale della Campania, comprendendo 77 comuni delle province di Napoli (28) e Caserta (49) per una superficie complessiva di circa 1.800 Km2, pari a oltre il 13% del territorio regionale.  Oggi si registra un fortissimo ritardo nella realizzazione degli interventi nell’ex SIN “Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano” rispetto alla data di istituzione risalente al 1998. Secondo il Piano Regionale delle Bonifiche della Campania al settembre 2010, lo stato di avanzamento per i quasi 2.000 siti contaminati e potenzialmente contaminati censiti nell’ambito dell’ex SIN risulta: per circa il 74% non è stata svolta alcuna attività, per circa il 3,4% sono state svolte le attività preliminari o la messa in sicurezza d’emergenza, per circa il 21,5% è stata svolta o è in corso la caratterizzazione, per circa lo 0,3% è stata svolta o è in corso l’analisi del rischio, per lo 0,8% è stata realizzata o è in corso la progettazione degli interventi di bonifica  e solo  per lo 0,2% sono stati svolti o sono in corso gli interventi di bonifica. A distanza di 15 anni dall’individuazione del sito quindi, gli interventi per la bonifica sono praticamente fermi al palo.

Già nel 1994 Legambiente denunciò i traffici illeciti e gli smaltimenti abusivi perpetrati dalle organizzazioni camorristiche del luogo definendo per la prima volta il concetto di Ecomafia. I numeri di questo fenomeno continuano ad essere sconcertanti: tra il 2012 e il 2013 ci sono stati oltre 6.000 roghi tossici, sono circa 2.000 i siti potenzialmente contaminati individuati dall’Arpa, 33 le inchieste per criminalità organizzata e traffico di rifiuti dal 2001 ad oggi. In ventidue anni sono stati smaltiti nella Terra dei Fuochi, tra la provincia di Napoli e di Caserta, circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Un vero e proprio disastro ambientale realizzato “scientificamente” dalla camorra dei rifiuti.

“Sulle bonifiche serve elevare ai massimi livelli la rete dei controlli per evitare che al danno ambientale e sanitario si aggiunga la beffa che chi ha inquinato, e cioè le ecomafie con le loro società di comodo, entrino nel ricco business delle bonifiche ambientali – commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - I segnali inquietanti ci sono già tutti e la strategia criminale è chiara. Ora serve mettere in campo una strategia di contrasto che attivi i sensori di tutti gli investigatori attivi contro le ecomafie ma anche di tutte le stazioni appaltanti di opere di risanamento ambientale delle regioni a tradizionale presenza mafiosa ma anche del centro-nord Italia. Il coinvolgimento del centro-nord come luogo di smaltimento illegale dei rifiuti speciali e pericolosi emerge, infatti, da molti anni nello scacchiere dei traffici illeciti lo stesso vale anche per le bonifiche, come dimostrano anche recenti indagini. Al posto dell’intervento dell’esercito previsto nel recente decreto, con i relativi costi, sarebbe invece necessario rafforzare il più rapidamente possibile tutte le attività di controllo, prevenzione e repressione dei traffici illegali e dei roghi di rifiuti  e, allo stesso tempo, quelle di monitoraggio e bonifica, per consentire l’individuazione e la delimitazione dei terreni agricoli e delle falde acquifere contaminate, non più destinabili alle produzioni agroalimentari”.

Il Treno Verde è una campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane,
con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Partner: Ecolamp, Renovo, Weber - Saint Gobain
Media Partner: La Nuova Ecologia, MiniMega Pubblicità, Rinnovabili.it

Si ringraziano il Museo A come Ambiente di Torino per le installazioni interattive e l’ Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma (Corso di Interior and Industrial Design / AAnt Factory) per aver progettato la mostra del Treno Verde 2014.

Ufficio stampa Treno Verde
Luigi Colombo 
349 6546593
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(COMUNICATO STAMPA)