A LOUTTARO FERRO, MANGANESE, ARSENICO E ANCHE RADIOATTIVITA’ …

L’Arpac certifica quello che già si sapeva…

 

L’Arpac ha certificato i controlli effettuati sull'area di Lo Uttaro a Caserta ed i risultati che escono sono molto preoccupanti: nella zona della discarica ci sono addirittura tracce di radioattività. È quanto emerge dalle 19 pagine del dossier sull'analisi del suolo che sono state consegnate nei giorni scorsi alla Regione Campania. Ferro, manganese, arsenico e tracce di trizio sono stati rivenuti nei terreni che circondano la discarica, mentre si attendono nuovi controlli che inizieranno a metà aprile. Si tratta di un supplemento d’indagine, richiesto dall’Arpac l’estate scorsa, che prevede ulteriori prelievi di campioni di acqua sotterranea sui quali effettuare analisi isotopiche per esaminare la correlazione tra la contaminazione riscontrata e la presenza delle discariche. Dati, dunque, preoccupanti che lasciano pensare che, purtroppo, nel corso degli anni tutta il “percorso dei rifiuti” non sia stato trattato nel migliore dei modi. Dopo la sconvolgente notizia, anche a San Nicola La Strada torna prepotentemente alla ribalta l’aumento abnorme, rispetto alla media nazionale, dei casi di decesso per tumori, linfomi, mielomi. La situazione è altamente drammatica ma già nel lontano 2001-2003, l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) aveva pubblicato un rapporto (che in molti hanno dimenticato) denunciando l'aumento abnorme delle morti per tumore, specialmente fra quelle di minori. La Regione Campania, nel 2003, ha effettuato, con l’aiuto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, del C.N.R., della Protezione Civile, uno studio epidemiologico sulle neoplasie e sulle malformazioni neonatali presenti nella popolazione, che prese il nome di: “Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana”. I dati regionali individuarono dei comuni in cui c'era ha una maggiore incidenza di malattie tumorali e di malformazioni. Fra questi, ricordiamo: Aversa, Capodrise, Casagiove, Casal di Principe, Caserta, Castel Volturno, Marcianise, San Cipriano d’Aversa, Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada, Villa Literno, Afragola, Arzano, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Marigliano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Pomigliano d’Arco, Sant’Antimo e Volla. A suo tempo, venne anche pubblicato un rapporto, commissionato dal Dipartimento di Protezione Civile – all'epoca guidato da Guido Bertolaso - e condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dal CNR, dall’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Al progetto concorsero l’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Campania, l’ARPA Campania e le strutture sanitarie territoriali, fra cui L’ASL CE1. Questo rapporto evidenziò una forte corrispondenza tra la presenza di discariche di rifiuti e/o inceneritori e l’aumento di mortalità per cause tumorali all’interno di un’area territoriale. Le analisi consentirono l’identificazione di un’area nella quale la mortalità generale e i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente alti. Numerosi comuni segnalati dal rapporto si caratterizzano per vari sedi tumorali, tra le quali figurano il tumore maligno dello stomaco, del rene, del fegato, di trachea – bronchi e polmoni, della pleura e della vescica. I determinanti principali di questi tumori sono riconducibili a fattori legati allo stile di vita (alimentazione, tabacco, infezioni) e ad esposizioni professionali. Esistono, però, segnalazioni epidemiologiche che li hanno messi in relazione ad esposizioni strettamente ambientali derivanti dalla vicinanza residenziali a siti di trattamento dei rifiuti. Nel territorio studiato, che fa riferimento al periodo 1994-2001, fra le altre città c’era anche San Nicola La Strada. Che l’emergenza ambientale nel nostro territorio sia diventata molto seria ce ne eravamo già accorti. Quando alla sensazione comune si aggiungono dati scientifici allora la situazione diventa allarmante.

Nunzio De Pinto