Continui, selvaggi “copia ed incolla”…

Deontologicamente scorretto… a parte la legge...

 

Mi dispiace molto. Sinceramente. Soprattutto per non aver ricevuto risposta (da chi nemmeno conosco) ad una mia legittima "osservazione". E’ questa la cosa che più mi cagiona amarezza.
Io sono abituato, da sempre, e come me moltissimi, a citare la fonte ogniqualvolta pubblico sul mio giornale lavori scritti da altri e pubblicati da altri. Ciò, ovviamente, vale anche per le foto.
La stessa cosa non fanno altri.
Mi capita spesso di vedere miei articoli, scritti da me, da me firmati e da me pubblicati sul Corriere di San Nicola, che vengono “regolarmente” copiati e pubblicati da altri, senza alcuna citazione della fonte (che, come si dovrebbe sapere, per gli articoli va fatta direttamente nel testo e per le foto direttamente sull’immagine).
“Regolarmente”, dicevo, perché ormai è diventata abitudine, quasi "diabolica" per la facilità e la frequenza con cui viene perpetrata da quando esiste il web, fare dei “copia ed incolla” selvaggi, senza alcun rispetto per il diritto d’autore.
L’episodio più recente è accaduto qualche giorno fa. Il solito copy & paste, rigorosamente non firmato, di un mio articolo su un altro giornale.
Deluso, ho chiesto al "responsabile" con cortesia (nonostante ci sia la legge a prescriverlo), ringraziando comunque per l’attenzione riservatami, di citare la fonte.
Risultato: silenzio e noncuranza da parte di chi avrebbe dovuto subito scusarsi e poi provvedere.
Di tutto ciò sono profondamente dispiaciuto.
E’ semplicemente deplorevole non citare la fonte quando si utilizzano opere dell’ingegno altrui.
Non tanto, come dicevo, perché lo disponga la legge: ci sono, a mio avviso, cose molto ma molto più importanti da affidare ai codici; e poi, ciò che veramente conta, e per questo bisogna ringraziare tutti coloro che si impegnano a farlo, è che si abbia informazione di cosa ci accade intorno, brutto o meraviglioso che sia.
Ma, semplicemente, molto semplicemente, perché così è giusto, così è deontologicamente corretto.
Che bello se la correttezza più che norma del vivere civile fosse un sentimento.
Ma…stop! Non mi va di sognare.
Intanto, sento di perdonare, e lo faccio con la stessa sincerità, chi, probabilmente, si è distratto.
Sperando, però, che non si abbiano più a ripetere questi episodi che certamente non fanno bene soprattutto al pubblico dei lettori, che va assolutamente rispettato oltre ogni limite.

Nicola Ciaramella