Entro luglio il primo bilancio ufficiale dell’Amministrazione Marotta

Superato, in tempi quasi record, lo scoglio burocratico previsto dal ministero per l’approvazione del vecchio bilancio 2014 (dal quale scaturirono le vicende che portarono al dissesto), il sindaco ha spiegato in conferenza stampa l’attuale situazione economico-finanziaria del Comune e i “sacrifici” imposti dalla legge ai cittadini.


Non è certamente compito agevole per il sindaco e l’amministrazione di un comune dichiarato in dissesto finanziario realizzare i propri programmi. Ogni azione deve essere dettata da criteri di prudenza e di contenimento delle spese, perché poche sono le risorse e grande è il contributo necessariamente richiesto alla comunità per sanare i debiti (nel caso di San Nicola la Strada, undici milioni e mezzo di euro). Se poi ci mettiamo anche l’assenza di un bilancio ufficiale su cui lavorare, il compito diventa quasi impossibile.
Ma non è stato così per Vito Marotta e la sua squadra, che, pur tra mille difficoltà e operando "in dodicesimi" sulla base teorica dell’ultimo documento finanziario esistente (vecchio di tre anni), hanno cercato in tutti i modi di assicurare quella “normalità” amministrativa che comunque non potrà esserci al cento per cento se prima non ci sarà, e i tempi sono finalmente maturi, un bilancio regolarmente predisposto ed approvato dal consesso civico.
Questi, nella sostanza, i motivi che hanno spinto il sindaco di San Nicola la Strada ad indire un incontro con la stampa locale, tenutosi mercoledì 13 aprile nella sala consiliare di Piazza Municipio.
Una conferenza un po’ “antipatica” su una materia “ostica”: Marotta non ha usato mezzi termini per definire la riunione con i giornalisti intervenuti (Nicola Ciaramella, Lucio Bernardo, Nunzio De Pinto e Serena Li Calzi).
Purtroppo”, come ha spiegato ricorrendo ad un simpatico gioco di parole, “non si può non fare i conti con il bilancio, lo strumento fondamentale di ogni governo, che, nel caso della nostra amministrazione eletta nel giugno del 2015, non c’è ancora stato a causa del dissesto”.
Argomento specifico dell’incontro, presenziato, oltre che dal sindaco, da ben dieci rappresentanti dell’amministrazione (gli assessori Natale, Mazzarella e Megaro, il presidente del consiglio comunale Schiavo e i consiglieri comunali Motta, Papa, Pascarella, Feola, Tripaldella e Santucci), la spiegazione dettagliata dell’attuale condizione economico-finanziaria del Comune alla luce dell’approvazione definitiva, da parte del consiglio comunale, del “vecchio” bilancio di previsione 2014 (quello da cui nacquero gli eventi che portarono alla dichiarazione di dissesto del Comune) e del bilancio pluriennale 2014-2016 sulla base dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato approvata dal Ministero dell’Interno: atto che ha finalmente posto fine al tortuoso iter burocratico richiesto dallo stato per tutti i comuni dissestati.
Ci avviamo, comunque, verso la risoluzione: la notizia buona è che finalmente, dopo quattro mesi, e non nove come i soliti gufi di quartiere continuano a dire (cioè esattamente da quando, nel mese di ottobre, scegliendo la soluzione che abbiamo ritenuto più giusta tra quelle prospettate dal Ministero, abbiamo inviato a Roma la sostituzione dell’ipotesi del Bilancio Stabilmente Riequilibrato relativo all’anno 2014), è arrivato, lo scorso febbraio, il decreto ministeriale di ratifica che ha sancito l'ok al nostro lavoro; decreto di cui il consiglio comunale ha preso atto nell’ultima riunione del 7 aprile.
Tempi in perfetta linea, anzi con qualche corposo anticipo rispetto alla media dei comuni italiani che si trovano nella stessa situazione di dissesto. E’, questo, un momento di svolta importante in quanto l’amministrazione è stata finora costretta ad operare, laddove c’era l’impegno di spesa, in dodicesimi sull’ultimo bilancio regolarmente approvato, ovvero quello relativo al 2013. Pur senza bilancio, abbiamo agito senza scoraggiarci, facendo mille sacrifici. Tutti, sottoscritto, assessori e consiglieri, ci siamo rimboccati le maniche, aiutati in questo sforzo anche da un grande senso di responsabilità assunto dall’opposizione. A questo punto, ci tocca fare un’altra serie di adempimenti importanti dal punto di vista economico-finanziario. Tutti noi cittadini dobbiamo ora avere piena consapevolezza della parte decisiva che ci tocca fare, confrontandoci con una serie di sacrifici importanti, come le aliquote tributarie al massimo e tutte le altre prescrizioni impartite dal Ministero in quanto comune dissestato. E’ chiaro, però, a questo punto, che avremo uno strumento finanziario nostro su cui lavorare e con il quale portare avanti gli obiettivi che si è posto questa amministrazione”.
“Seduta …impopolare, ma Marotta ha coraggio!”, scrivemmo in occasione del primo consiglio comunale della nuova amministrazione, durante il quale si prese atto dei pesanti aumenti dei tributi locali intervenuti in seguito alla dichiarazione di dissesto finanziario che portò allo scioglimento della precedente consiliatura.
Come, a ben considerare, questa conferenza stampa, che altri meno coraggiosi forse si sarebbero risparmiato, ma che Marotta ha fortemente voluto per aggiornare la cittadinanza, per quanto non ancora al corrente, sui futuri sacrifici che essa dovrà sostenere e sull’importante passo in avanti compiuto dal governo locale nell’ottica di avere finalmente il primo bilancio utile su cui lavorare per attuare il programma presentato alle elezioni di maggio 2015.
Il sindaco ha poi parlato delle prescrizioni a cui saranno sottoposti per cinque anni i bilanci di questa amministrazione, ovvero le note dolenti che peseranno per cinque anni sui contribuenti, precisando, anche qui con un senso quasi di rabbia nei confronti dei “soliti denigratori”, che esse non sono certamente scelte politiche come si vuole malignamente far credere, bensì disposizioni imposte dalla legge per i comuni dissestati.
E qui comincia la lunga lista. 
Innanzitutto le spese per il personale: “Proprio quando si dovrebbe poter incentivare il personale per assicurare alla macchina amministrativa la miglior efficienza possibile, ecco il paradosso: non si può, perché bisogna contenere le spese”, ha detto con amarezza Marotta, che ha continuato sottolineando come in passato si sono sperperati tanti soldi per consulenze ed incarichi esterni
mortificando le tante professionalità che abbiamo all’interno”, mentre oggi “siamo stretti nella morsa di questi limiti”.
Sempre rimanendo in tema di personale e sempre in ossequio all’obbligo, previsto dalla legge per i comuni in dissesto, di non spendere più del previsto per il normale funzionamento dell’ente, non si potranno, ovviamente, assumere nuovi dipendenti o promuoverli, a meno che ciò non comporti spese.
...Di contro, ma questa è la legge, oltre che una nostra riflessione, un’altra parte del personale, chiamiamolo anch’esso così, navigherà nell’oro grazie ai lauti stipendi che riceverà per seguire la liquidazione dei debiti: parliamo della triade dei commissari mandati dallo stato, che è già costata e costerà ai cittadini per un totale di un milione e duecentomila euro...
Torniamo alle prescrizioni, ai “sacrifici” a cui la cittadinanza dovrà per forza di cose sottoporsi.
Le più dure riguardano certamente le entrate tributarie ed extra-tributarie. Le aliquote Imu, addizionale Irpef e Tasi, ad esempio, saranno pagate, per almeno cinque anni, al massimo delle aliquote con decorrenza 2014: il che significa che, avendo i contribuenti pagato sulla base delle vecchie aliquote, presto arriveranno i conguagli…
In dettaglio, per la Tasi-Imu si pagherà il 2.50% sulla rendita catastale nel caso di abitazione principale; il 6% per l’abitazione principale di categoria A1, A8, A9; il 10.60% per gli altri immobili. L’addizionale Irpef sale all’aliquota dello 0,80%.
Livelli massimi, con vistosissimi aumenti rispetto al passato, anche per tutti i diritti di segreteria per le aree urbanistica, demografica e cimiteriale, come i certificati di destinazione urbanistica, certificato di idoneità locali, segnalazione certificata di inizio attività, agibilità, permessi a costruire (che passano, tanto per fare un esempio, da un massimo precedente di 150 euro al massimo attuale di 1.100 euro), certificati anagrafici, dichiarazioni sostitutive, carta di identità, tumulazione, ecc., nonché per i canoni patrimoniali, gli oneri di urbanizzazione, la tassa sull’occupazione del suolo pubblico, ecc.
Altre prescrizioni, che forse è più il caso di chiamare raccomandazioni, riguardano lo svolgimento di attività dell’ente volte al recupero e alla produzione di entrate. Tra queste, la rapida definizione delle pratiche di condono edilizio (“La pronta attivazione della commissione condono è uno dei meriti acquisiti da questa amministrazione”, ha tenuto a sottolineare Marotta); l’adeguamento dei canoni per il fitto degli immobili di proprietà del Comune (“Valutando caso per caso, ovviamente, chi occupa un immobile per scopi sociali, come alcune associazioni, rispetto a chi lo sfrutta per ricavarne reddito o altri vantaggi”, ha precisato giustamente il sindaco); la lotta all’evasione (a tal proposito è stato ricordato l’importantissimo protocollo di intesa tra il Comune e l’ Agenzia delle Entrate promosso dalla consigliera comunale Tiscione); la messa in mora dei contribuenti inadempienti (al riguardo, il sindaco, oltre a ricordare il recupero di circa 30.000 euro dai commercianti del mercato ottenuto grazie all’opera della consigliera delegata all’annona Santucci, nonché ad annunciare l’invio delle cartelle di pagamento relative al servizio acquedotto per gli anni dal 2012 al 2014, ha detto che si farà di tutto per agevolare i morosi diluendo in quante più rate possibili gli importi dovuti alle casse comunali). 
Messaggio finale: “E’ assurdo che si continui a speculare sull’operato di questa amministrazione, strumentalizzando le prescrizioni imposte dalla legge per i comuni dissestati, dimenticando le nefandezze del passato, le opere faraoniche realizzate, i mutui contratti, gli incarichi assegnati a consulenti esterni mortificando la classe dirigente di questo Comune. Tutte le conseguenze negative le pagano oggi i cittadini!
Infine, risposte precise a domande precise dei giornalisti: considerando i tempi ancora occorrenti, ma non più sottoposti alle lungaggini ministeriali, per l’approvazione del bilancio consuntivo 2014, preventivo e resoconto 2015, si può certamente ipotizzare che a luglio 2016 Marotta avrà finalmente il suo primo bilancio ufficiale su cui ufficialmente impiantare l’attività amministrativa per dare corpo ai propositi enunciati in campagna elettorale. Esattamente ad un anno dalla sua elezione. Il tempo, cioè, che è stato necessario, nel caso di San Nicola la Strada, considerati gli iter burocratici stabiliti dalla legge.

Nicola Ciaramella