Ai confini del “rispetto”

Conferenza stampa del sindaco a pochi metri dalla superinquinata Area Vasta Lo Uttaro, all’aperto e sotto il sole cocente, dove le “istituzioni superiori”, senza interpellare la città di San Nicola la Strada, la più vicina e la più martoriata, hanno deciso di impiantare una tendopoli per accogliere immigrati.
Marotta denuncia con amarezza e determinazione: “Il nostro è un dissenso istituzionale, non politico e non dettato da razzismo. Abbiamo già dato tanto, ma ci hanno mortificato. Il nostro obiettivo è tutelare tutti, cittadini ed immigrati”.

Annunciata una delibera unanime, che il consiglio comunale ha votato in serata, per dare forza alla condivisa protesta dei residenti del parco Mecos, scelto per ospitare un nuovo centro di accoglienza.

 

L’evento è certamente unico. Di quelli che sono entrati subito nella storia. Vito Marotta ha trasferito il suo ufficio di sindaco in un luogo insolito, irrituale, all’aperto, al confine con il Capoluogo e con San Marco Evangelista, sotto il sole cocente e nell’aria asfissiante a pochi metri dalla maledettissima Area Vasta Lo Uttaro, per ribadire, ad altissima voce, in rappresentanza di quella rispettabilissima istituzione che è la gloriosa Città di San Nicola la Strada, che il “no” alla istituenda tendopoli che sta già prendendo forma nei pressi dell’ex macello comunale di Caserta e al centro di accoglienza per gli immigrati allestito dalla prefettura nel parco Mecos non è assolutamente questione di razzismo, anzi è esattamente il contrario, e cioè una battaglia a tutela proprio degli immigrati, a favore della loro auspicata, corretta ed adeguata integrazione nel tessuto urbano della città.
Il Primo Cittadino non ha fatto, giustamente, sconti a nessuno, definendo, senza mezzi termini, “gesto istituzionale sbagliato e mortificante per la comunità di San Nicola la Strada” la decisione degli enti preposti di convocare la conferenza dei servizi finalizzata alla realizzazione di una tendopoli per l’accoglienza degli immigrati in piena zona Lo Uttaro senza il coinvolgimento dell’amministrazione comunale della città ad essa più vicina e più martoriata da un lustro di decenni a questa parte.

E la spiegazione probabilmente sta proprio qui: nel fatto, cioè, che è proprio la città di San Nicola il principale "nemico", da tenere all'oscuro, di tutte le istituzioni provinciali che individuano, come sempre, nella maledettissima zona LoUttaro il luogo dove riversare, oltre che i rifiuti, anche tutti i problemi annessi e connessi alla vivibilità e alla convivenza con gli immigrati.
I quali, occorre ribadirlo a chiare lettere, sono gli unici a non avere colpa alcuna delle assurdità perpetrate dalle cosiddette istituzioni “civili e democratiche” del nostro avvilito territorio. Alle guerre sono sfuggiti, ma ora è più difficile sfuggire all’inquinamento. Poveracci. Vada a loro tutta la nostra solidarietà. Oltre alla speranza di vederli, un giorno, perfettamente integrati ed in numero logico ed adeguato rispetto alle effettive potenzialità di un territorio già massacrato da altre irrisolvibili problematiche.
Il “mostro” LoUttaro Caserta ce l’ha e lo ha sempre avuto soltanto nei suoi confini geografici, a chilometri dalle sue residenze, ma la puzza e l’inquinamento e le mazzate in termini di vivibilità le ha sempre subite, più di tutti, quella poveraccia di San Nicola la Strada, le cui case sono a pochi centimetri dall’inferno maledetto.

Ma torniamo alla “infuocata” conferenza stampa di martedi 28 giugno che il sindaco Marotta ha condotto con determinazione, veemenza e giusta causa per denunciare il trattamento allucinante che San Nicola la Strada ha subito e sta subendo per la questione immigrati.
Con il sindaco hanno presenziato l’incontro, iniziato un po' dopo le undici, gli assessori Megaro, Tramontano, Sortino, Natale e Mazzarella, i consiglieri comunali Tiscione, Santucci, Della Peruta e Mastroianni, nonché il consigliere comunale Zitiello del Comune di San Marco Evangelista.

Avevo la necessità di denunciare con forza -ha detto il Primo Cittadino Marotta- quello che è stato un gesto sbagliato, un atteggiamento mortificatorio nei confronti della comunità sannicolese, un gesto istituzionale sbagliato, ovvero quello di indire la conferenza di servizi per la realizzazione di una tendopoli per l’accoglienza degli immigrati a Lo Uttaro, più precisamente nell’area dell’ex mattatoio di Caserta, senza il coinvolgimento formale della amministrazione comunale sannicolese. Cosa molto insolita ed anomala per un motivo anche abbastanza banale. Voi tutti sapete che l’area dell’ex mattatoio rientra nella cosiddetta area vasta Lo Uttaro e fu perimetrata nell’anno 2011 dall’Arpac ed è stata inserita interamente nel piano regionale delle bonifiche. Del resto, dalla relazione dell’Arpac è emerso un quadro di inquinamento diffuso dovuto in particolare a manganese e ferro, oltre al superamento di limiti relativi alla presenza di arsenico ed altri elementi velenosi. Proprio per questo, l’Arpac ha chiesto all’epoca a tutte le autorità competenti di impedire l’uso delle acque in quell’area e anche San Nicola è tra quei comuni che all’epoca si resero protagonisti di quelle ordinanze. Rispetto ad un quadro del genere, è così importante la partecipazione del comune sannicolese che ogniqualvolta si è svolta la conferenza dei servizi per parlare della bonifica dell’area e della messa in sicurezza delle discariche, pur insistendo le stesse sul territorio di Caserta, comunque i comuni limitrofi, anche San Marco Evangelista, sono stati sempre invitati; proprio perché è un’area in cui l’inquinamento diffuso è stato riscontrato. Quindi, la prima motivazione per la quale siamo qui in veste ufficiale, sul territorio della città, con il gonfalone della città, è per denunciare quello che è stato, ripeto, un errore istituzionale nel non invitare la nostra città, il nostro ente alla conferenza dei servizi. Siamo qui perché è un luogo di confine tra San Nicola la Strada, San Marco Evangelista e Caserta; in linea d’aria il primo centro abitato più vicino all’ex mattatoio comunale è San Nicola la Strada.
Per cui quando si dice o si vuole tentare di utilizzare come scusante il fatto che il mattatoio non ricade nel territorio sannicolese è una mera scusa.
L’altra motivazione per la quale siamo qui è che volevamo annunciare ufficialmente alla stampa il consiglio comunale straordinario di stasera, che si svolge su sollecitazione dei condomini del Parco Mecos lungo il Viale Carlo III e che abbiamo condiviso con tutte le forze politiche, anche di opposizione, per giungere ad un deliberato che deve essere votato all’unanimità da tutti i gruppi consiliari. Devo dire che anche in questo caso c’è stata una mortificazione del territorio, perché i bandi della prefettura, sulla scorta dei quali c’è un centro temporaneo di accoglienza in un condominio privato, anche quelli sono stati bandi emessi senza alcun accordo con il territorio e senza una preventiva consultazione dell’ente comune e degli organi cittadini. Lì c’è una vicenda molto grave rispetto ad una convivenza coatta e quindi sono legittime le preoccupazioni dei cittadini in materia di sicurezza, di igiene sanitaria, ed anche in materia di rispetto delle regole minime del regolamento condominiale. A questo punto ci tengo a dire che non è una questione di preservare e coltivare solo il proprio orticello, ma sono una serie di vicende che si sommano, che gravano tutte sul territorio sannicolese e la nostra contrarietà non ha nulla a che vedere né con ipotesi di razzismo, meno che mai di intolleranza. Anzi, il nostro NO alla vicenda della tendopoli allo Uttaro è soprattutto a tutela dei migranti, che dovrebbero alloggiare presso una struttura il cui inquinamento è incontestabile. E quindi stentiamo a credere che l’Asl o l’Arpac possano aver espresso in conferenza dei servizi pareri favorevoli. Per cui ribadisco che non si tratta di una questione di intolleranza. San Nicola la Strada è una città che da anni vive bene integrata con una serie di extracomunitari, primi tra tutti la comunità senegalese, una delle comunità più numerose e con i cui rappresentanti da tempo collaboriamo attraverso ottimi rapporti di confronto anche nei loro momenti religiosi più importanti. San Nicola la Strada, a differenza di altri comuni, ha già fornito la propria disponibilità per far fronte a quella che è un’emergenza internazionale, attraverso una nota struttura alberghiera del Viale Carlo III, dove sono alloggiati oltre 100 immigrati. San Nicola, quindi, ha già dato il suo contributo. Ma la vicenda del condominio Mecos e quella della tendopoli dello Uttaro sono due questioni completamente differenti che, ripetiamo, non hanno nulla a che vedere né con l’intolleranza né con il razzismo. Essa è a tutela dei cittadini sannicolesi che da anni vivono nel territorio, è a tutela dei cittadini immigrati che rischiano di essere alloggiati presso strutture inidonee o aree addirittura altamente inquinate. Il senso della delibera che sarà votata stasera è esattamente questo. Cioè, il consiglio comunale esprimerà la propria contrarietà all’ipotesi della permanenza del centro temporaneo di accoglienza presso il condominio Mecos ed inviterà gli organi competenti, ovvero prefettura e ministero dell’interno, a trovare soluzioni alternative che non gravino ancora una volta sul nostro territorio. Nelle more, chiederà a tutti gli organi competenti, Asl, Arpac, Vigili del Fuoco, prefettura, mininterno, di attivare tutti i controlli perché qui c’è in discussione un’altra cosa che è a tutela dei ragazzi immigrati, ovvero la validità e l’efficacia di questi progetti di accoglienza che, almeno ad occhio nudo, non sembrano essere progetti validi e portati avanti con serietà e puntualità. Questo lo diciamo senza accusare nessuno; lo diciamo con dati di fatto. Io mi sono recato in prefettura, ho chiesto di visionare la convenzione che ha la cooperativa che gestisce il progetto di accoglienza degli immigrati presso il parco Mecos e non mi è stata fornita copia perché ad oggi si è proceduto esclusivamente con aggiudicazione provvisoria senza la firma e la stipula della convenzione. Per cui voglio dire c’è poco da valutare e c’è poco da tener presente. Il consiglio comunale esprimerà, inoltre, anche il netto dissenso nei confronti della realizzazione della tendopoli nell’area vasta Lo Uttaro per le ragioni di inquinamento che abbiamo detto, nonché solleciterà gli organi competenti a verificare, in relazione alle indagini già effettuate e a quelle ancora da effettuare, le condizioni di inquinamento diffuso, la possibile contaminazione da arsenico ed altri elementi per valutare la reale compatibilità, che a nostro avviso non c’è, tra l’ex mattatoio comunale e la realizzazione di una tendopoli. Identica, medesima compatibilità che non c’è nel caso del condominio del parco Mecos per ragioni diverse, ma sempre parliamo di incompatibilità.
Credetemi, per noi che rappresentiamo la città di San Nicola la Strada è stato indubbiamente difficile tenere questa conferenza stampa, non certamente per gli aspetti organizzativi; si è trattata di una decisione difficile per quanto riguarda, diciamo, il rispetto istituzionale, ovvero i rapporti con lo stato italiano. Noi abbiamo il dovere, è vero, di collaborare in questa occasione di emergenza immigrati e lo faremo in tutte le occasioni in cui lo stato ci chiederà di collaborare. Ma questo stesso rispetto che noi vogliamo nei confronti degli organi superiori vogliamo che sia rivolto anche alla comunità sannicolese, che ha già dato sia in materia di immigrati che di inquinamento. E poi attendiamo da anni la bonifica di questo territorio e qualora dovessero cominciare i lavori di messa in sicurezza e di bonifica, come potete immaginare sarebbero materialmente resi impossibili, perché non può avvenire alcuna movimentazione di rifiuti con una tendopoli allestita in quel posto».

Questo, dunque, in estrema sintesi, il senso della conferenza stampa “istituzionale” che Marotta ha fortemente voluto organizzare “per strada”, in Via Vincenzo Monti numero 4, in una zona di confine, qui simbolicamente trasferendo il suo ufficio di sindaco e l’intero palazzo municipale: esprimere il suo dissenso, non politico ma “istituzionale” e non dettato da razzismo, nel ribadire la sua contrarietà alla realizzazione della tendopoli nello Uttaro e al centro provvisorio di accoglienza nel parco Mecos; ribadire la mortificazione “istituzionale” che la città di San Nicola ha subito; invocare maggiore rispetto alle Istituzioni superiori; affidare la ufficializzazione del suo dissenso e delle sue richieste ad una delibera unanime dell’organo cittadino supremo e sovrano, che è il consiglio comunale.

Al termine della lunga e dettagliatissima conferenza, che ha lasciato segni di abbronzatura sui volti di quasi tutti i presenti, i giornalisti, il pubblico e gli amministratori hanno raccolto le impressioni dei condomini del parco Mecos intervenuti. Difficile non coglierne lo stato di grande amarezza per la vicenda che stanno vivendo. Nessuno di loro è animato da sentimenti che non siano di sconcerto per la decisione presa in maniera così “irriguardosa” da parte delle istituzioni. Al bando razzismo ed intolleranza, con lodevole senso di civile comprensione (tutti sono per l’integrazione degli immigrati nel tessuto cittadino, ma certamente non a queste impossibili condizioni), essi hanno spiegato come sia veramente difficile per tutti, cittadini ed immigrati (per lo più ragazzi liberamente disadattati e senza famiglia e che non sanno assolutamente cosa sia un regolamento condominiale), accettare una convivenza improvvisamente e senza logica calata per mano di quelle “istituzioni” di cui si è parlato e con le quali sembra praticamente impossibile parlare…

Nicola Ciaramella