L’allegria carnevalesca dai “Rurece mise” alla “Zeza”

Serata indimenticabile all’insegna della tradizione popolare nel Salone Borbonico. Il presidente dell’associazione “Il Giardino”, Franco Nigro, lancia un grido di speranza affinché le giovani leve possano continuare questi bellissimi momenti di storia paesana.

 

Domenica 19 febbraio si è svolta, nel salone Borbonico di San Nicola la Strada, la bellissima e tradizionale manifestazione di carnevale organizzata dall’Associazione di Cultura e Tradizioni Popolari “Il Giardino”.
Ad aprire lo spettacolo “Carnevale è muorto pe’ no’ verè ‘o stuorto” è stato l’illustre storico sannicolese Francesco Nigro, che ha salutato e ringraziato i tantissimi presenti che ogni anno gremiscono la sala del Real Convitto per assistere alle più antiche rappresentazioni in maschera, simbolo di una tradizione che non si vuole cancellare.

Ci auguriamo-ha detto il presidente del sodalizio promotore ed organizzatore dell’evento- che le giovani leve possano prendere, un giorno, il posto degli attuali storici partecipanti, così da non far cadere nel dimenticatoio un pezzo importante della nostra storia paesana”.

I numerosissimi spettatori intervenuti sono stati letteralmente rapiti dalla passione e dall’impegno dimostrato dagli attori della farsa carnevalesca, che da tantissimi anni si adoperano per far sì che le tradizioni del territorio sannicolese non vadano ad essere inghiottite inesorabilmente dalla cosiddetta modernità.

Tutto si è svolto, come da programma, tra gli allegri proverbi, balli popolari, la sfilata de “I Rurece mise” (I dodici mesi), fino a giungere alla tanto attesa “Canzone di Zeza-Zeza” con i divertentissimi simboli di una tradizione che non deve scomparire, quali Pulcinella, Vicenzella, Zeza e Don Nicola.

Questi gli interpreti delle varie fasi del meraviglioso programma:

-Gianni Di Santo, Carlo Iengo e Biagio Pace (“Proverbi, detti e motti”);

-Piera Pauciullo e Carlo Iengo (“Antiche voci”);

-Daniele Di Filippo al flauto, Franco Natale alla chitarra, Angelo Rizzi al putipù, Paola Pallisco alla tammorra e Sergio D’Errico alla voce ed organetto (“Tammurriata Bella Figliola”);

-Roberto Di Filippo (gennaio), Antonio Natale (febbraio), Carlo Iengo (marzo), Mario Bartolomeo (aprile), Salvatore Russo (maggio), Giovanni Di Santo (giugno), Michele Serino (luglio), Mario Lieto Fiorito (agosto), Biagio Pace (settembre), Alessandro Panetta (ottobre), Biagio Salzillo (novembre), Alfredo Santillo (dicembre) sono stati i “Rurece mise”;

-Vittorio Di Tommaso (Pulcinella), Carlo Iengo (Zeza), Giuseppe Ossataro (Vicenzella), Michele Serino (Don Nicola), Antonio Natale (caporale), Salvatore Russo e Domenico Leone (soldati) per la “La canzone di Zeza-Zeza”.

Una serata che ha vissuto sulle performance di bravissimi ed appassionati attori dilettanti, che si spera possa sempre ripetersi nel tempo.

©Corriere di San Nicola 





 Roberto Di Filippo (gennaio)

Antonio Natale (febbraio)


Carlo Iengo (marzo)


 Mario Bartolomeo (aprile)

 Salvatore Russo (maggio)

Giovanni Di Santo (giugno)


Michele Serino (luglio)

 

Mario Lieto Fiorito (agosto)

 

Biagio Pace (settembre)

 

 Alessandro Panetta (ottobre)

Biagio Salzillo (novembre)

 

 Alfredo Santillo (dicembre)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Nicola Ciaramella con Peppe Ossataro, una delle colonne portanti della Zeza sannicolese