Carmelo Ferlito “tra l’Uomo e il capitale”

Nasce dall’ “archivio Palomba” della biblioteca comunale di San Nicola la Strada l’ultima ricerca dell’economista veronese.

 


In ordine di tempo l’ultimo ricercatore ad occuparsi dello scienziato sannicolese del Novecento G. Palomba è il Prof. Carmelo Ferlito, che affronta in particolare il concetto di “economie euclidee e non euclidee”, un progetto ampio, che include diversi studi e correnti filosofiche.
L’analisi del Ferlito tocca direttamente il materiale contenuto nell’“archivio Giuseppe Palomba” dell’omonima biblioteca di San Nicola la Strada.
Il Prof. Ferlito (nato a Verona nel 1978) è docente di Storia del Pensiero Economico e Microeconomia presso l’INTI International College Subang (Malaysia), nonché Senior Fellow dell’Institute for Democracy and Economic Affairs di Kuala Lumpur.
Ferlito, oltre ad essere autore di varie pubblicazioni internazionali, è uno dei pochi studiosi ad essersi occupato dell’originale pensiero economico di Guido Menegazzi: «
Da questo punto di vista, nell’ambito del pensiero economico italiano sviluppatosi a partire dagli anni Trenta, ed evolutosi nel secondo dopoguerra, rivestono una particolare importanza i contributi di Guido Menegazzi e Giuseppe Palomba, due pensatori originali e in grado di proporre un paradigma assolutamente alternativo rispetto appunto al mainstream euclideo. Pur non potendosi ascrivere all’approccio ermeneutico, la peculiarità dei due economisti risiede nel proporre un’analisi che tenga conto di una visione integrale dell’uomo reale attivo nel tempo storico, elemento che, almeno dal punto di vista metodologico, li avvicina alla tradizione soggettivista austriaca, radicata nell’aristotelismo. Sia Menegazzi che Palomba si rifiutano di fondare i propri studi sulla visione stilizzata, e sterile, dell’homo oeconomicus, riconoscendo al soggetto una complessità di motivazioni e comportamenti che non può prescindere dall’appartenenza ad un contesto storico, culturale ed istituzionale che è contemporaneamente causa e conseguenza di un insieme organico di azioni individuali».
L’ultima opera dell’economista veronese è Hermeneutics of Capital: A Post-Austrian Theory for a Kaleidic World, pubblicato dalla Nova Science Publishers di New York (2016).
Applicando l’approccio ermeneutico alla teoria del capitale, il Prof. Ferlito sviluppa un’indagine storica e filosofica del significato più intimo e profondo del “capitale”, significato che connette essenzialmente all’Uomo, quindi alla soggettività immaginativa, volitiva e programmatica umana.
Il Ferlito cerca di “spaccare l’atomo” del Capitalismo e giunge allo studio delle ispirazioni dell’Uomo, dall’uomo all’Uomo ed ecco un altro enorme collegamento con quello che è il metodo palombiano: «
Personalmente mi sto occupando di sviluppare, con particolare attenzione alla teoria del capitale e a quella dei cicli economici, un’interpretazione del soggettivismo di Menger, Mises e Hayek che si fondi sulla svolta ermeneutica iniziata da Ludwig Lachmann e Don Lavoie, in base alla quale la chiave privilegiata per la lettura dei fenomeni economici consiste nello studio delle interpretazioni individuali rispetto a quegli stessi fenomeni».
L’attenzione dell’autore, che in questo periodo si trova in Italia in qualità di visiting scholar presso l’Università degli Studi di Bergamo, è ovviamente diretta anche alle problematiche attuali, tra crisi imprenditoriale, politica e globale, attraverso una serie di seminari nel veronese e presso l’ateneo bergamasco (tra marzo e aprile), aperti anche al grande pubblico, con un occhio sempre diretto al problema scientifico contemporaneo.
«
Uno dei principali problemi che affligge la teoria economica contemporanea, nella forma assunta in particolare dal mainstream econometrico, – aggiunge Ferlito è l’essersi involuta in un sistema strettamente euclideo, una categoria della conoscenza univocamente certa e immune da ogni critica».

Antonio Dentice d’Accadia