"Fratello Sole e Sorella Luna” al Gelsomino di Afragola

Sabato 13 maggio in scena la talentuosa Compagnia teatrale di Domenico Palmiero e Domenico Carozza

 Amo...amo dare vita alla finzione, amo far credere con quattro pennellate che quello sia un muro, amo farvi credere che quei personaggi ai quali diamo vita siano tutti veri... Amo questa finzione, perche solo questa, puo raccontarci la realtà!”.
Parole che la dicono tutta sulle sue qualità artistiche, su cosa ha dentro Domenico Palmiero, giovane talento del teatro casertano (abita a San Marco Evangelista), talmente giovane (compirà diciassette anni il prossimo venti giugno) che chiunque, dopo averlo visto recitare almeno una volta, è "costretto" a chiedersi, a buona ragione, come faccia ad amare un “vecchio” come Eduardo, ad essergli uguale, nel modo di parlare, nel modo di muoversi, nel modo di rappresentarne perfettamente i tratti caratteristici dello sguardo, le direzioni degli occhi, il tramutare delle espressioni. Un attore -anche autore e regista!- dal grande avvenire, non c’è dubbio alcuno.
Domenico Palmiero sarà Pasquale Grifone in uno dei capolavori di De Filippo, “Sogno di una notte di mezza sbornia”, in scena sabato 13 maggio, alle ore 20.30, al Teatro Gelsomino di Afragola. Con lui, nella sua Compagnia “Fratello Sole e Sorella Luna”, co-diretta con il co-regista ed attore Domenico Carozza, altro bravissimo artista con cui ha diviso tutta la sua passione artistica (iniziata all’età di appena quattro anni), un eccezionale giovanissimo cast composto da Mena De Filippo, Sara Pascarella, Arianna Carozza, Consiglia Cianci, Nunzio Tedesco, Francesco Gualtieri, Dalila D’Aiello, Gabriele De Lucia, Giovanni Del Prete, Mario Di Fraia, Mattia Serino, Lidia Quintavalle e Pasquale Caiazzo. Le musiche originali sono di Domenico Angelino, i tecnici audio Angela Caiazzo e Lorenzo Sparaco, il trucco è di Pamela D’Aiello.

La compagnia teatrale "Fratello Sole e Sorella Luna" nacque nel 2010 grazie ai due Domenico, Palmiero e Carozza, e ha sinora rappresentato una quindicina di commedie con svariate repliche. Dopo l’esordio, nel 2013, con "Tre pecore viziose" di Eduardo Scarpetta, essa ha portato in scena altri grandi capolavori eduardiani come“Non ti pago”, “Miseria e Nobiltà”, “Questi fantasmi”, ”Natale in casa Cupiello”, “O’ scarfalietto”, “Napoli milionaria”, atti unici come “Le chiavi di casa”, “I morti non fanno paura”, “Pericolosamente” e “Sik Sik l'artefice magico” ed anche opere quasi sconosciute come “Caviale e lenticchie” e “Chi è cchiù felice e me!”.
Da ricordare che “Natale in casa Cupiello” è stata, tra l’altro, rappresentata anche all’Arena Comunale di San Nicola la Strada nella rassegna estiva 2016 con la Compagnia “I Vari…età” diretta dal suo maestro all’Istituto d’Arte di San Leucio, Vittorio Di Tommaso.
E da non dimenticare che Domenico Palmiero, appena tredicenne, è stato anche autore di una commedia in due atti, "O’ suonno d’ ’o passato", ambientata in due epoche diverse ma indivisibili nel comune desiderio della vita: la fine del 1800 e la Seconda Guerra mondiale.

E per finire, prima di immergersi nella giovane-vecchia atmosfera che solo Domenico Palmiero e la Compagnia “Fratello Sole e Sorella Luna” sanno creare, ricordiamo la trama dell’ennesimo capolavoro di Eduardo scelto con grande cura e profondi sentimenti da questi portentosi interpreti.
Pasquale Grifone, che vive in un basso con la sua famiglia, riceve in sogno la visita di Dante Alighieri. Il poeta suggerisce all'uomo, annebbiato dai fumi dell'alcol, quattro numeri da giocare al lotto, ma sottolineando che essi rappresentano anche la data della sua morte, che avverrà a breve. Dopo poco tempo, come aveva predetto Dante, i numeri vengono estratti davvero e Pasquale vince una somma considerevole, ma la felicità è offuscata dal dubbio che la predizione fosse giusta anche sulla data della sua dipartita. La famiglia si trasferisce in un costoso appartamento e tutti i componenti, ma in particolare sua moglie Filomena, si comportano, ora, come dei gran signori. L'unico che non riesce a gioire della nuova vita è, ovviamente, Pasquale, terrorizzato dalla sua "imminente" morte. A nulla valgono i tentativi di sua moglie, di suo figlio Arturo e di sua figlia Gina, volti a spazzar via quella che considerano una sciocca superstizione. Il giorno annunciato da Dante, però, la famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli sono gli ultimi momenti di vita del padre di famiglia, anche perché Pasquale sostiene di sentirsi molto male. Si attende soltanto l'ora stabilita (le tredici) e, al suo scoccare, Pasquale, preso dal terrore, sviene ed è considerato morto. Entra quindi in scena il medico, il quale si rende conto immediatamente che Pasquale è vivo e vegeto. Questi, preso dall'euforia, invita il medico a pranzo per festeggiare lo scampato pericolo, ma il medico declina l'offerta sostenendo di avere un impegno proprio alle ore tredici. Pasquale e la famiglia lo invitano a rimanere, convinti che le tredici siano ormai passate, ma il medico è implacabile: alle tredici mancano ancora cinque minuti.

Un sabato sera tutto da vivere e da ridere a Via Don Bosco in Afragola.

Nicola Ciaramella