Quindici anni fa morì il “Maestro” Amedeo Ciaramella

Fu notissima figura della tradizione musicale sannicolese


Quindici anni fa, il 13 maggio 2002, morì, nell’Ospedale di Piedimonte Matese in cui era ricoverato da alcuni giorni, il Maestro Amedeo Ciaramella, personaggio molto popolare e rappresentativo di una delle più vecchie famiglie sannicolesi.
Fu uomo buono, tanto amato da parenti ed amici per l’innato culto della famiglia, del lavoro e dell’amicizia.
Nato a San Nicola la Strada il 1° Novembre 1922, fu avviato agli studi musicali dalla sorella Pina che, sin dal lontano 1934, sebbene insegnante di ruolo nelle scuole statali di Capaccio, seguiva gli studi pianistici sotto la valente guida della Professoressa Maria De Sena che, due volte la settimana, veniva da Napoli ad impartire, presso il Convitto Borbonico di San Nicola, gestito dalle suore, lezioni di pianoforte a numerosi giovani di Caserta e San Nicola.
Successivamente, Amedeo Ciaramella si iscrisse al famoso Conservatorio di Musica “S. Pietro a Maiella” di Napoli, dove fu allievo prediletto del Maestro Francesco Gamberoni, bresciano, che lo seguì per tutto il corso degli studi.
Nel 1941 fu prescelto, quale allievo dell’ultimo anno di Conservatorio, a far parte dell’Orchestra Giovanile diretta dal Maestro Franco Bellezza di Napoli e inviato, nell’ambito degli scambi culturali con la Germania, a Vienna, Weimar e Berlino, dopo una serie di concerti svoltosi nei più prestigiosi teatri lirici italiani, trasmessi dall’Ente Radiofonico Nazionale. Ma, subito dopo aver conseguito il diploma, fu chiamato alle armi e assegnato al Corpo Autieri di stanza a Salerno, ottenendo, successivamente, l’esonero dal servizio militare perché fratello di cinque militari già in zona di operazione.
Nello stesso anno, la madre fu colpita da trombosi con paralisi del braccio e gamba destra. Questa sventura fu certamente causata dai continui pensieri e preoccupazioni che la donna aveva per i figli sparsi, per la guerra, in zone di battaglia: Pasquale in Africa Orientale, Espedito in Tripolitania, Vincenzo pilota nelle Isole dell’Egeo, Mario al Gran S. Bernardo, Nicola al Distretto Militare di Caserta, dove uscì incolume dalle macerie di una parte del grande edificio borbonico colpito da un bombardamento aereo nemico.

Successivamente, perdurando lo stato di guerra, anche Amedeo fu richiamato alle armi e dovette raggiungere il corpo autieri in zona di operazione.
Finita la guerra, ritornò in famiglia dove alternò il suo intenso lavoro artistico con la cura e la sua dedizione continua ai vecchi genitori, nonché alla vecchissima zia materna che viveva in famiglia e costituiva per i sette fratelli Ciaramella e per Pina, insegnante a Eboli, una seconda madre.
Ritornati tutti i fratelli dalla guerra o dalla prigionia di guerra (Pasquale prigioniero in Australia e Mario in Sudafrica), ciascuno riprese la sua vita (cinque si sposarono), ma anche stavolta Amedeo rimase solo perché Egidio, l’ultimo dei sette fratelli, risultò vincitore di concorso direttivo nell’Amministrazione della Giustizia e fu destinato a prestare servizio alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo.
Tra l’altro, Amedeo stava per sposare una brava ragazza che aveva conosciuto da poco, ma la morte di quest’ultima per un tragico incidente stradale (fu investita mentre attraversava, a piedi, il Vialone Carlo III) lo addolorò talmente che non volle più parlare di matrimonio.
Le principali doti del Maestro Amedeo Ciaramella erano la simpatìa (uomo dai mille sorrisi, sempre impressi sul suo viso), la modestia (virtù di cui aveva un vero e proprio culto), e l’allegria, che non lo faceva mai sentire solo. Come uomo, come cittadino e come professionista rimase sempre fedele ai suoi ideali: rispetto per il prossimo e soprattutto amore per la famiglia, per la musica (sacra ed anche leggera) e per l’arte in genere.
Suonava il contrabbasso, l’organo ed anche la chitarra, strumento che considerava un semplice passatempo (ne possedeva una di marca Eko, una delle primissime elettriche, di colore azzurro scuro, forse così da lui dipinta).
Fu anche autore di alcuni brani musicali: gli spartiti furono lasciati al suo nipote prediletto Nicola, che scrive, il quale li ha in seguito donati alla biblioteca musicale tenuta dal Maestro Antonio Barchetta di Maddaloni.
Profondamente devoto, amava trascorrere qualche ora della giornata nel Santuario di S. Anna perché la sua devozione alla Patrona di Caserta faceva rivivere in lui l’affetto per la madre, che si chiamava anch’essa Anna.
Molto conosciuto negli ambienti ecclesiastici per la sua partecipazione, in veste di animatore musicale, a numerose celebrazioni religiose nelle città della provincia di Caserta e Napoli, era stato per diversi decenni organizzatore della parte musicale della messa conclusiva che si tiene nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alla conclusione della Festa in onore del Santo Patrono di San Nicola la Strada.

Nicola Ciaramella