Poziello: “Nella terra dei fuochi andata in fumo, lo Stato ha perso"

Il sindaco di Giugliano in un’accorata lettera chiede alle istituzioni lo stato di calamità


L’ennesimo rogo di sostanze tossiche, stavolta a Torre Carinati, getta nello sconforto una popolazione ormai allo stremo; moltissime persone ricoverate in ospedale. C’è un disegno criminale dietro ai numerosi roghi che da giorni attanagliano tutta l’area nord di Napoli. Ci sono forti interessi politici, la camorra, i famosi “furbetti”, che vivono creando emergenze, che per soldi uccidono. Molte le ipotesi che arrivano da intellettuali e politici; le loro menti pensanti vanno al terrorismo o semplicemente a chi distrugge per poi accaparrarsi appalti per ricostruire. Le terre che bruciano diventano discariche abusive, i terreni bruciati sono bloccati per 15 anni, per cui non edificabili.
Quello che c’è da rinnovare (assai difficile) è la fiducia dei cittadini nelle istituzioni inesistenti e indifferenti, nei mass media nazionali che danno spazio a notizie marginali e non diffondono quello che sta accadendo a questa terra già per anni martoriata dall’emergenza rifiuti.
C’è un’altra emergenza, ben più grave: quella degli organi di informazione che non informano, che non denunciano, che non fanno il loro dovere di cronaca. Ciò che si sta consumando nella terra dei fuochi è un vero e proprio massacro, un olocausto. Può definirsi un’indegna emergenza quella perpetuata dalle istituzioni che girano la faccia dall’altra parte.
Il sindaco di Giugliano, dr. Antonio Poziello, ha inviato questa lettera-appello
al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, al Presidente della Regione Campania, al Prefetto di Napoli e al Procuratore della Repubblica di Napoli Nord: «Oggetto: richiesta dichiarazione stato di calamità, di interventi urgenti per la sicurezza dei cittadini e di convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal Ministro dell’Interno.
Da giorni la nostra città è trasformata in un campo di battaglia. Decine di incendi ogni giorno stanno bruciando tutto quello che può andare in fiamme. A dispetto di ogni nostro tentativo di prevenzione. Viviamo la frustrazione di non sapere dove i piromani colpiranno, ma con la certezza che lo faranno. Le fiamme hanno colpito case, attività economiche, terreni. Hanno messo a rischio cose e persone. Lasciando cittadini ed amministratori sgomenti. Di fronte alla evidente impunità per i criminali che stanno mettendo a ferro e a fuoco la città. Dando a tutti noi un senso di impotenza di fronte alla circostanza che nemmeno uno dei piromani in azione sia stato individuato ed arrestato.
Mettendo in evidenza anche la debolezza dei sistemi di protezione dei cittadini, che andranno rivisti alla luce di quanto sta accadendo: vedere le fiamme avanzare in attesa che arrivino i Vigili del Fuoco è qualcosa che non vorremo rivivere mai più. È necessario dichiarare lo Stato di calamità, ma non basterà. È necessario dispiegare l’Esercito, ma non basterà. È necessario che le Forze dell’Ordine si mettano sulle tracce dei delinquenti che stanno appiccando gli incendi e dei loro mandanti, ma non basterà. Oggi qui, nella terra dei fuochi andata in fumo, lo Stato ha perso. Le istituzioni tutte sono sconfitte. Chiediamo la convocazione di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e che sia lo stesso Ministro dell’Interno a presiederlo. Chiediamo attenzione e atti concreti e forti. Oggi la credibilità dello Stato è andata in fumo, è necessario per tutte le Istituzioni riguadagnare l’onore ed il rispetto perduto».

Giovanna Angelino