Olimpia Casarino, “comunicare nonostante l’afasia” - PARTE PRIMA

 Il Corriere di San Nicola incontra la nota scrittrice napoletana residente da anni a San Nicola la Strada, fondatrice di un blog dai grandi contenuti umanitari. Impegnata in importanti iniziative con Medici senza frontiere, Emergency e Associazione Italiana Afasici, devolve i diritti d’autore e il ricavato dalle vendite dei suoi libri ad associazioni che lottano contro la fame nel mondo e per la tutela dei diritti umani.
(PARTE PRIMA) 



PARTE PRIMA

L’autrice e attivista Olimpia Casarino apre una serie di interviste al Corriere di San Nicola, in cui legge e interpreta la morfologia cittadina in tre grandi criticità: l’impegno sociale verso la disabilità, i problemi politico-strutturali e l’impegno culturale.

Il primo articolo che pubblichiamo tocca l’attività principale dell’autrice, l’operare in favore delle persone con problemi di disabilità, tanto a livello individuale quanto nella dimensione organizzativa, che molte energie le ha tributato.

Il blog della Casarino (olimpiacasarino.wordpress.com) afferma l’emergenza della disabilità e coagula attorno ad una forte e creativa iniziativa gli aiuti, la divulgazione, i finanziamenti e l’attività inter-associativa nel campo del volontariato e dell’attivismo.

Olimpia Casarino ha un passato come ricercatrice di Storia sociale e di Storia delle donne, con all’attivo diverse pubblicazioni scientifiche. A ventott’anni è colpita da un ictus che la rende afasica per diversi mesi. Negli anni Novanta abbandona la carriera universitaria e si dedica alla formazione come operatore nel campo della medicina olistica e dell’assistenza alle persone con disabilità, in particolare afasici. Ricopre dal 2000 al 2005 la carica di presidente della Sezione campana dell’A.IT.A. Onlus (Associazione Italiana Afasici). E’ autrice di varie opere.
Figlia spirituale di Don Oreste Farina, ama dire le cose che pensa con chiarezza, forza e semplicità anche a costo di farsi dei nemici. Scrittrice di solidarietà e soprattutto di denuncia, viene da 40 anni di esperienze nel campo del volontariato, vissute prima a Napoli e poi proseguite a San Nicola la Strada. 
E’ la mamma di Ivan Cappiello, co-regista del film d’animazione “Gatta Cenerentola”, acclamato alla 74° Mostra internazionale del Cinema di Venezia e in odore di essere scelto tra le nomination all’Oscar 2018 come miglior film d’animazione.

Le pubblicazioni della Casarino toccano tematiche difficili.
Il suo primo libro è L’Anima prigioniera. Memorie di un’afasica (2011, prima edizione). Il volume testimonia fatti complessi ed esperienze di vita, abbracciando il problema della violenza sulle donne, sui minori, sui disabili e sugli emarginati. Un percorso spirituale personalissimo, che dall’introspezione si estende alla pubblica conoscenza di un quotidiano scomodo, invisibile e convissuto nel silenzio da tanti afasici e disabili di vario genere.
L’autrice dal 2011 devolve i diritti d’autore e il ricavato dalle vendite dei suoi libri di solidarietà alle tante associazioni, onlus e ong, impegnate nella lotta contro la fame nel mondo e nella tutela dei diritti umani, comprese nel progetto “Offriamo cibo per l’anima“.

I proventi del secondo libro (Diari di guerre, 2013), sono interamente devoluti alle associazioni Onlus di Medici senza frontiere e Emergency.
Seguono le Storie di afasia (2016) e la serie Storie Bonsai illustrate per bambini e adolescenti (Felix, Il mondo segreto della Sirena, L’uomo che russava da sveglio, Alice alias mezzo etto, Panchina).

Al di là delle pubblicazioni, la piattaforma/blog è centro sintropico per tante, grandi iniziative determinate dai caratteri della virtù sociale e della condivisione civile. Si potrebbe aggiungere che l’autrice distilli l’utile dall’incognita della mala esistenza, ma preferiamo utilizzare le sue più autentiche parole: «Nulla accade a caso (…) ho capito il mio compito».

Sul tema della disabilità, l’autrice racconta che, in passato, il punto moralmente più basso giunge con le vicende della sezione sannicolese dell’A.DI.SA. (Associazione Disabili Sannicolese) che, alla fine degli anni Novanta, passa da una gestione diretta degli stessi disabili -con molteplici attività svolte in sede- a un’etero-direzione meno motivata e più superficiale; il che genera una serie di situazioni sfocianti nell’assurdo e nel grottesco, mentre già nei paesi limitrofi, come ad esempio San Marco Evangelista, altre associazioni di disabili compaiono nel decennio piene di iniziative artistiche e culturali (e non solo festaiole e conviviali). Spesso quando manca la cultura manca anche parte dell’umana sensibilità.

Un fatto particolarmente demoralizzante, che ci riporta la Casarino, è l’atteggiamento verso la disabilità in un passato relativamente recente. A San Nicola la Strada «il ‘diverso’ era reso ancora più diverso», nell’inconscia idea di nasconderlo e/o proteggerlo dall’ ‘esterno’, vergognandosi della sua esistenza.

Diventa chiaramente necessario ben altro atteggiamento, un’esternazione, una libera manifestazione dell’essere e dell’esser-ci, come da sempre propugna la scrittrice.

Affrontare le critiche dirette con cognizione è sempre cosa buona, per quanto sgradevole e magari fucina di contro-repliche e successive affermazioni. Tuttavia non si può certo vivere di autocelebrazione cittadina, ogni tanto una radiografia è terapeutica.

Antonio Dentice d’Accadia