Magdi Allam a San Nicola la Strada

Presentato presso la Chiesa Apostolica Agape l’ultimo libro del noto giornalista convertitosi al cattolicesimo e da sempre in prima linea nella critica all’Islam. Ha moderato l’incontro il pastore evangelico Antonio Sorrentino.

 

Magdi Cristiano Allam ha presentato il suo ultimo libro “Maometto e il suo Allah” alla Chiesa Apostolica “Agape” di San Nicola la Strada. Ha moderato l’intervento il pastore Antonio Sorrentino con Giovanni Alessandro che ha curato le conclusioni.
L’autore, noto giornalista, politico e scrittore egiziano (naturalizzato italiano) convertitosi al cattolicesimo, è da sempre in prima linea nella critica all’Islam. E’ costantemente seguito da una scorta di vari uomini. Fuori la sede della presentazione erano presenti due auto dei carabinieri, con almeno quattro agenti all’ingresso dell’auditorio. Per passare era necessario identificarsi e fornire documenti al servizio di sicurezza.
L’unico rappresentante politico di tutta la provincia casertana era la consigliera comunale Alessia Tiscione. Indipendentemente dall’orientamento partitico, esserci a certe espressioni potrebbe risultare costruttivo, magari per affermare una replica parziale o totale. Per affermare una presenza, che è mancata. 
Allam ha iniziato il discorso esplicando l’impossibilità, in Occidente, anche solo di ironizzare sull’Islam, citando il caso Charlie Hebdo. L’ultima sua opera è il racconto della vita di Maometto, come stesso il profeta descrive e il culto di Allah. Dal trauma per la morte dei figli, alle esperienze meditative nella grotta, alle visioni dell’Arcangelo Gabriele, alla diversità dei santi e dei profeti islamici rispetto a quelli cristiani ed ebraici: «Il Cristo islamico si concepisce inferiore a Maometto».
Una parte fondamentale del discorso ha toccato la divinità: «Allah era uno dei trecentosessanta idoli pagani di un pantheon politeista in cui era considerato il Dio Supremo. Maometto non ha creato una nuova religione, ma ha limitato il culto alla sola divinità nota come Allah. Infatti la preghiera ad Allah e il pellegrinaggio sono rimasti invariati, esistevano anche prima della religione islamica, con la differenza che si onoravano tutti gli dèi».
L’autore ha terminato con una netta affermazione politica, esprimendo il pericolo del tracollo demografico e della decadenza occidentale, soprattutto di fronte a tribunali islamici operanti (ad esempio in Inghilterra) secondo procedure contrarie ai principi dello Stato: «Siamo sottomessi ai loro mercati, i loro petroldollari. Tutti noi dobbiamo pretendere che si rispettino le stesse leggi».
Numerose sono state le domande del pubblico e la prima è stata proprio la nostra:
"Perché in questo momento si trova a San Nicola la Strada, il più importante centro del Sufismo Muridista del Sud Italia, frequentato anche dai membri di altre Confraternite Sufi. Come si esprime nei confronti del Sufismo in generale e del Muridismo in particolare?".
«Nel corso dei secoli  -così Magdi Allam ha risposto- alcune comunità hanno espresso modalità diverse della stessa religione. I Sufi, i mistici dell’Islam, sono stati condannati e perseguitati come eretici. In Senegal l’Islam ha assorbito parte della spiritualità africana. I Sufi sono maggiormente compatibili con il Cristianesimo e con le leggi dello Stato, ma non dobbiamo pensare che loro siano il vero Islam e i radicali no. E’ vero il contrario. I radicali sono l’Islam puro e violento».
La risposta di Allam ad un’altra domanda del pubblico ha definito un particolare del suo pensiero: «Non esiste l’Islam moderato, ma possono esserci islamici moderati».
Magdi Cristiano Allam è un intellettuale controverso, formalizzandosi a cavallo tra valori laici e tradizione cristiana. Tuttavia, quando si toccano temi come la famiglia e l’unione tra coppie omosessuali, l’autore predilige nettamente i valori della fede. Mentre nell’approccio dichiaratamente storicistico del suo studio del mondo musulmano, fede cristiana e razionalismo appaiono procedere assieme.
Ovviamente tralasciamo ogni interpretazione dottrinale e sociale, fotografando il discorso come è stato manifestato.

Antonio Dentice d’Accadia