“Crotone ci mette la faccia” non è solo il nome di una pagina facebook

Nella “Terra dei veleni” la gente si ammala di cancro nel silenzio delle istituzioni, mentre gli enti preposti alle bonifiche continuano a cambiare nome.


Leggiamo su una pagina fb con quasi trentamila iscritti: «…Ho venti anni e sono di Crotone, la Terra dei veleni. Qui la gente si ammala in continuazione di tumore e molta muore, soprattutto bimbi con leucemie. A Crotone sono state scaricate illegalmente 350.000 tonnellate di rifiuti tossici. Nella mia famiglia mio padre ha avuto il linfoma di Hodgkin, mia cugina anche, e due anni fa mia madre un tumore al seno. Io sono stanco. Come è stanca la gente crotonese di sentire "hai visto Antonio? Ha un tumore!". Non se ne può più. Mia madre qualche anno fa ha creato una pagina su Facebook chiamata "Crotone ci mette la faccia" dove ha postato una sua foto con un cartello in mano con scritto "Sono Tina, ho 47 e sto lottando. Non voglio che i miei figli si ammalino di tumore". Da lì a poco la pagina arriva a 19 mila mi piace e tantissime persone pubblicano foto con cartelli in mano ricordando i loro parenti defunti a causa del cancro o parlando in prima persona della loro malattia. Io ho venti anni e ho paura a vivere qui. D.M.».

Crotone ci mette la faccia”.
Non è solo il nome di una pagina facebook.
Può succedere, a Crotone, di ammalarsi di cancro e sentirsi soli; allora lo spirito di sopravvivenza prevale o forse è la rabbia a imporsi o semplicemente lo zampillo di vita che pulsa dentro di noi. Tina De Raffaele nel 2013 scopre di essersi ammalata di cancro e, come troppo spesso succede, si sente sola. Cosa fare? Smanetta sul pc e apre una pagina facebook che dopo 10 minuti ha 150 like, oggi circa 30 mila.
Persone di qualsiasi età postano sulla pagina le loro foto mettendoci la faccia. Il tam tam si amplifica e riproduce un suono all’infinito; ad ogni foto postata Tina esclama: “anche lui?” e poi “anche tu!” e la storia continua.
Già, perché la storia è appena iniziata.

Dopo i post e le foto, la rabbia, la voglia di sapere perché e il desiderio di vivere si spostano dallo schermo e dal mondo virtuale per trasferirsi nella vita vera, quella crudele, ma dove spesso si trova anche tanta umanità.
Manifesti affissi per le strade di Crotone recitano: “Crotone ci mette la faccia”; all’inizio la gente fa fatica a capire.
I ragazzi del Crotone calcio esibiscono allo stadio uno striscione: “Crotone ci mette la faccia”.
Seguono manifestazioni, a volte osteggiate da una politica poco presente, che ha permesso lo sversamento di rifiuti tossici, interrati nel sottosuolo di scuole elementari, abitazioni, uffici.
La solidarietà arriva da tutte le parti d’Italia: un signore da Firenze regala 200 magliette con la scritta “Crotone ci mette la faccia”; arrivano palloncini con la stessa scritta, mascherine antismog. Una ragazza offre a Tina una panda e un megafono e lei va in giro per le scuole a parlare di ciò che accade nella terra dei veleni.
Intanto gli amministratori locali di Crotone temono che queste manifestazioni danneggino l’immagine della città e quando una scuola non concede l’autorizzazione, Tina entra lo stesso nei cortili della scuola e inizia ad urlare: “E mo basta!”. La donna spiega le sue ragioni, lo sdegno e dalle finestre i ragazzi applaudono e ancora una volta metterci la faccia diventa condivisione.
"Le Iene" e il Tg2 hanno dedicato ciascuno un servizio, trasmettendolo in tv.
Oggi, nonostante la massima attenzione anche della stampa locale, la bonifica dei luoghi dove sono seppelliti i veleni non inizia, anzi non vi è nemmeno un progetto di bonifica. Industrie come la Ex Pertusolo, ex Montedison oggi dismesse, per anni hanno lucrato sulla pelle dei crotonesi e la città oggi sembra morta. La comunità organizza anche il funerale di Crotone sfilando per le strade con una bara. Ogni anno il 2 novembre, dal 2014, centinaia di persone sul lungomare, dove si trova il cimitero cittadino, rilasciano lanterne che volano nel cielo illuminandolo; ogni lanterna è un morto di cancro.
Il movimento legato alla pagina facebook ha tentato di organizzarsi in una associazione no profit, ma, come troppo spesso succede, il marcio tenta sempre di infiltrarsi: qualcuno cercava di ingabbiare qualcosa che non era nato per avere un’etichetta. Qualcuno avrebbe voluto lucrare nascondendosi dietro una maschera no profit. Così “Crotone ci mette la faccia” è stato ed è ancora un movimento libero.
A Crotone vi sono 18 siti dove i rifiuti tossici sono sotterrati, fra cui anche il piazzale della questura. Sul lato mare vi sono montagne di materiali tossici liberi senza alcuna protezione.
Il 29 gennaio scorso è stato depositato presso la Sezione P.G. dei Carabinieri un esposto firmato da 176 cittadini per sollecitare i controlli su una falda acquifera contaminata nella ex zona industriale.
La Ex Montedison, l’Eni società ionica (nel 2014 occupata dagli operai) e l’Ex Pertusola hanno contribuito al disastro ambientale di Crotone. Negli anni Ottanta e Novanta Crotone era uno dei maggiori poli industriali del paese; nel 1998 la Pertusola sud, prima di essere liquidata, viene ceduta ad Enirisorse. Nel 2001 il decreto legislativo 468/01 del ministero dell’Ambiente identifica l’azienda “sito di interesse nazionale da sottoporre ad attività di bonifica di aree industriali dismesse, della fascia costiera contaminata da smaltimento abusivo di rifiuti industriali e del relativo specchio di mare, di discariche abusive”. Alla Syndial, Ex Enichem e sempre gruppo Eni, vengono affidati 500 ettari di terreno ex Pertusola per la bonifica, la quale ha inizio nel 2010. La (finta) bonifica riguarda le discariche a mare e non le 400.000 tonnellate di rifiuti nella zona Ex Impianti che resteranno a Crotone senza essere smaltiti.
Crotone è piena di veleni, è uno dei siti più inquinati d’Italia. Nel 2001 lo stato ha individuato un’area corrispondente a 4000 campi da calcio totalmente inquinata. Sono stati avviati processi dove i responsabili non sono mai stati individuati. Eni è stata condannata a versare 56 milioni di euro e ad oggi si ignora dove siano finiti i soldi.  
Smanettando su internet si trova anche un’iniziativa chiamata “eniday”, con la quale si intende (si studia, si progetta) bonificare terreni inquinati. “L’energia è una bella storia” recita il sito. “La società del gruppo Eni si occupa del risanamento ambientale.
Risanamento ambientale? L’Eni cambia nome, opera attraverso società controllate per bonificare un territorio ucciso per novant’anni, ma è sempre la stessa.
E’ grottesco, assurdo e fuori da ogni logica pensare di inventare la soluzione quando per anni si è lavorato incessantemente per creare il problema. L’obiettivo delle bonifiche è di fare ancora soldi: la beffa. Facce di bronzo, pronte a tutto; un essere umano che non ha decenza, che non ha pudore, non ha più nulla, non è un essere umano. Siccome noi sappiamo bene cos’è e cosa può essere ancora un essere umano, pensiamo che esso sia, che esso è altro; altro oltre il dio denaro e oltre gli interessi.
E’ un essere umano Tina De Raffaele, che in uno sfogo ci dice: “Vorrei che questa gente provasse sulla propria pelle la sensazione di aspettare l’esito di uno screening oncologico, che sapesse cosa si prova ed essere sospesi fra la vita e la paura, ma solo per un attimo; poi vorrei che l’esame fosse negativo, perché tutti hanno il diritto di vivere”.
Ecco, questo è un essere umano: avere pietà per chi non l’ha mai avuta.
C’è chi ci mette la faccia e chi al suo posto usa una maschera e continua come se nulla fosse a sembrare quello che non è, confondendosi nelle luci e nei colori di un triste carnevale. Nell’era di internet e dei social, del virtuale, dove è d’obbligo comunicare pigiando sulla tastiera di un pc, è bello scoprire che ogni tanto si può “condividere”, anche se spesso dimentichiamo che dietro a uno schermo c’è sempre una faccia. Mi piacerebbe conoscere le facce di quanti leggono il giornale, vedere le facce della gente semplice, onesta, pulita; ci sono degli argomenti che per raccontarli bisognerebbe proprio guardarsi in faccia.

Giovanna Angelino 
 


Approfondimenti

Ecoremed: il progetto che bonifica i terreni piantando pioppi https://lifestyleslow.com/2018/02/01/progetto-ecoremed-la-tecnica-che-bonifica-i-terreni-inquinati-con-i-pioppi/

Studio sentieri - Insediamenti esposti a rischio da inquinamento http://www.epiprev.it/sentieri/risultati

Video Crotone, terra dei veleni https://www.youtube.com/watch?v=byZY1Ej4xAc

Video LeIene https://www.iene.mediaset.it/video/crotone-la-terra-dei-veleni_8208.shtml?r=q1-fe583d93f535c61b24b87dec17209b47e90864f5036071b928467eba3870c1bb