Per “tornare a sperare nella famiglia”



Fabio Candalino, Valentina Munno e Giovanni Di Lillo: chi sono i candidati del “Popolo della Famiglia” e perché si propongono all’elettorato.


Non ci stanno bombardando, come altri, con fiumi di comunicati stampa affidati ad occasionali scribacchini che spesso poco conoscono la grammatica. Sanno benissimo che il Corriere di San Nicola detesta i "copia e incolla".
Abbiamo capito subito che Fabio Candalino e Giovanni Di Lillo, candidati del “Popolo della Famiglia”, pensano di propria testa e scrivono di proprie mani: virtù molto rare, quasi introvabili! Ci hanno chiesto di potersi esprimere attraverso l’unico quotidiano di San Nicola la Strada. Per dire perché si propongono all’elettorato. Non potevamo dire di no. Li abbiamo ascoltati.

«Due anni fa, precisamente il 30 gennaio 2016, -racconta Fabio Candalino- oltre un milione di persone scendevano in piazza a Roma per il "Family day" per scongiurare l'approvazione della scellerata Legge Cirinnà. Si trattava nella quasi totalità di una moltitudine di famiglie con bimbi al seguito, una miriade di associazioni, comitati. Vi erano anche Sacerdoti e Suore. I poteri forti fecero calare su quella immensa piazza, che era il Circo Massimo, il quasi totale silenzio. La legge proposta dal Pd venne approvata anche grazie al voto di molti uomini del centrodestra e diversi sedicenti cattolici (anche casertani). L'unico male che venne evitato fu l'utero in affitto, una mostruosa pratica di mercificazione dei bambini e di schiavizzazione delle donne. In questi ultimi sei anni del resto sono stati approvati il "divorzio-breve", votato in gran parte anche dal centro destra, e così la legge eutanasica sul cosiddetto biotestamento, che ha ricevuto voti favorevoli e astensioni/assenze anche da Lega e Fratelli d'Italia. Sempre in questi ultimi tre anni mediante le pillole "Norlevo" e "Ellaone", spacciate per strumenti contraccettivi (quando invece trattasi di farmaci abortivi), sono stati soppressi circa 1.200 bimbi (queste le cifre di vendita delle suddette pillole) e difatti il numero dei morti in Italia è proprio in questi tre anni superiore ai nati. Non serve essere demografi per capire che la civiltà europea (e l'Italia tra le prime) è al collasso e si avvia all'estinzione, se non si torna a credere nella Vita e nella Famiglia».

«La delusione di quella piazza del Family Day, il tradimento di esponenti di varie aree partitiche, -a continuare è Di Lillo- destò in un gruppo consistente dei presenti, che giorno dopo giorno va crescendo, una reazione spirituale e intellettuale. Mario Adinolfi, ex parlamentare del Pd, poi avvicinatosi al cattolicesimo, Gianfranco Amato, Presidente nazionale di Giuristi per la Vita e tanti altri sentirono l'urgenza di creare un movimento di più chiara ispirazione cristiana, che non svendessero i "Principi non negoziabili", come avevano fatto tutti gli altri partiti». 

Nasceva così il Popolo della Famiglia, che si è presentato in alcune realtà alle elezioni amministrative, ma che ora è presente in tutti i 97 collegi italiani, per le prossime elezioni del 4 marzo. La scelta è stata netta: nessuna alleanza con chi, dicono i candidati del Popolo della Famiglia, tradisce le basi antropologiche della nostra civiltà e propone modelli pedagogici devastanti alle giovani generazioni. Il Popolo della Famiglia ha un programma ben articolato, che si basa esplicitamente sulla Dottrina Sociale della Chiesa, pur essendo aconfessionale.
Una delle proposte più interessanti è l'introduzione del "Reddito di maternità", cioè 1000 euro al mese alle famiglie che decidano di fare figli.

«Il crollo della natalità -spiegano all’unisono Candalino e Di Lillo- è il problema dei problemi. Da un fiume di sangue innocente (gli aborti) e dalla cultura della contraccezione, deriva una conseguenza economica inequivocabile. L'economia è bloccata irreversibilmente. E' una crisi economica nata e voluta da certi ambienti ideologici internazionali e nascosta in vari modi, fino a quando nel 2008 non si è resa manifesta ai più in tutto l'occidente. Dunque la soluzione non può prescindere dall'intervenire alla radice del problema: tornare a promuovere una nuova, vera cultura della Vita, tornare a sperare nella Famiglia (colpita da anni con una legislazione demolitrice, oltre che sul piano culturale), aiutare le mamme che vogliono accudire i piccoli e che magari sono costrette a lavorare (finanche di Domenica), smettere di proporre modelli di vita fuorvianti a irresponsabili, come fanno gli altri schieramenti al servizio di potenti lobbies».

Nel Collegio di Caserta per la Camera dei Deputati, che comprende anche San Nicola la Strada, è candidato Mario Romanelli, che, come spiega Candalino, «per quasi quarant'anni ha operato come volontario dei Centri di Aiuto alla Vita. E' noto per aver insieme ad altri volontari aiutato diverse donne a cambiare idea sulla volontà di abortire».
Al plurinominale per la Camera è impegnato il Dr. Giovanni Di Lillo, sposato e con quattro figli (che insieme alla moglie lo aiutano attivamente nella campagna elettorale).
Funzionario della Provincia, si è per anni battuto con diverse associazioni e comitati, specie nella zona di Vitulazio-Pignataro-Capua, contro il malaffare e le speculazioni e devastazioni ambientali. Anche lui gravita nel mondo associativo cattolico.
Al Senato troviamo poi l'Avvocato penalista Fabio Candalino di Caserta, che vede al suo fianco (candidata nel plurinominale) la moglie Valentina Munno. Hanno sei figli. La scelta simbolica di concorrere da coniugi, uniti per il Popolo della Famiglia, vuole essere un messaggio di speranza sulla famiglia stabile e aperta alla vita.

«La nostra campagna elettorale -ci dicono- si sta svolgendo di casa in casa, associazione in associazione. Alle spalle non abbiamo finanziatori, tanto meno possiamo utilizzare soldi pubblici dei partiti. Il nostro confronto è a tu per tu, nelle strade e nelle case. E' stata una terribile disillusione il riscontrare che alcuni cattolici (o sedicenti tali) sparsi qua e là in diverse formazioni partitiche, portassero un contributo positivo di umanesimo integrale. Gli ultimi sei anni sono stati i peggiori della storia d'Italia, con leggi nefaste approvate con la complicità anche di chi doveva opporsi. Ci voleva, dunque, una nuova forza, un movimento compatto sui principi basilari del vivere. Abbiamo riscontrato una forte volontà di astensionismo (specie nel mondo cattolico) ma anche tanto entusiasmo e tanta fiducia perché il Popolo della Famiglia, dopo la scomparsa della Democrazia Cristiana, rappresenta una novità per chi crede ancora nelle sorgenti cristiane dell'Europa (che non vogliamo più come un sistema tecnocratico di oppressione della povera gente e degli imprenditori) e tra chi comprende che senza la famiglia la società semplicemente smette di esistere».

Nicola Ciaramella