Bullismo, grande convegno sul tema

Il Salone Borbonico, grazie alle iniziative promosse dall’assessorato alla cultura guidato da Maria Natale, si riempie sempre più di “sociale”.
La pedagogista Anna De Luca e l’Associazione Sirio spiegano tutto su uno dei più drammatici problemi attuali.
L’incontro, magistralmente moderato dal giornalista Luigi Russo, ha visto, tra gli altri, gli interventi del sindaco Vito Marotta e di Don Francesco Catrame.
Eloquente monologo del giovanissimo attore Francesco Feola.


Bullismo e Cyberbullismo - da preoccuparsi a occuparsi” è stato l’attualissimo tema del convegno tenutosi lunedì 28 maggio, alle ore 18:30, presso il Real Salone Borbonico.  
A promuoverlo l’assessorato alla cultura del Comune di San Nicola la Strada guidato da Maria Natale.
Oltre a numerosi i cittadini che hanno partecipato con vivo interesse, il Sindaco Vito Marotta, i consiglieri comunali Gaetano Mastroianni e Giovanni Motta, il presidente del Nucleo Valutazione Vincenzo Feola, il responsabile dell’area tecnica del Comune, l’arch. Giulio Biondi, una folta rappresentanza delle associazioni sannicolesi come “Il Filo di Arianna”, “La Barca di Teseo”, “Alterum”, “Associazione Cattolica Accollatori San Nicola”, Agesci gruppo Scout, nonché molti professori appartenenti all’Istituto comprensivo E. De Filippo. Ad assicurare, come sempre, la massima sicurezza, i volontari della Protezione Civile.
Al tavolo dei lavori il giornalista Luigi Russo, di cui sono ben note la raffinatezza e l’abilità di conduttore, la sempre presente a tutti i convegni di importante contenuto sociale, assessore alla cultura Maria Natale, la pedagogista dott.ssa Anna De Luca, l’avv. Vincenzo Di Tella e le dottoresse Cristina Merolla, Agnese Vaiano e Filomena Maietta facenti parte dell’associazione di promozione culturale e dei diritti della persona “SIRIO”, famosa ed apprezzata organizzazione di esperti in materia presente già da tempo sul territorio con sedi in Santa Maria Capua Vetere e San Nicola la Strada.
In prima fila, chiamati ad intervenire, l’immancabile sindaco Vito Marotta e il parroco Don Franco Catrame.

Ad aprire brillantemente il dibattito è stato il giornalista Luigi Russo, che ha introdotto, senza indugi, l’argomento oggetto della discussione, ovvero “quel fenomeno sociale che sta mettendo in silenziosa crisi una fetta fondamentale della società e che impone, a tutti coloro che sono chiamati a studiarlo, di intervenire per combatterlo e per evitarne le sempre più frequenti disastrose conseguenze”.
Gigi Russo, a cui siamo grati per aver sottolineato la costante presenza del Corriere di San Nicola a queste iniziative, ha poi condotto con maestria i lavori, intervallando con argute ed incisive osservazioni le varie fasi degli interventi.

Ad esordire il Primo Cittadino. “Bisogna sensibilizzare la cittadinanza trattando temi anche più complessi, come questo del bullismo, -ha detto Vito Marotta- che oggi è molto sentito soprattutto all’interno delle scuole; bisogna avvalersi per saperne di più di figure professionali che aiutino le famiglie a trovare la giusta strada; credo che la prevenzione sia l’arma migliore per far fronte a questo grave problema che attanaglia i nostri ragazzi”.
Egli ha voluto anche evidenziare come sia importante per le istituzioni poter ricevere dagli studiosi del fenomeno preziose indicazioni ed utili suggerimenti, al fine di predisporre programmi di prevenzione con adeguate destinazioni di risorse.

Io che vivo nel mondo della scuola, sicuramente so cosa potrebbe significare la partecipazione attiva dei genitori agli sportelli di ascolto, attraverso i quali portare alla luce episodi talvolta angosciosi che si possono verificare”: l’assessora Maria Natale ha poi spiegato che ha voluto promuovere fortemente questo convegno per gettare un seme per la conoscenza approfondita di questo fenomeno, indicando nell’amore e nella famiglia le chiavi fondamentali per combattere il bullismo.
Chiedo la partecipazione di tutti presenti per capirne di più e, come affermava in una bellissima frase Madre Teresa di Calcutta, amiamo anche se siamo troppo impegnati per poterlo fare. Oggi le famiglie dovrebbero ricordarsi che l’amore è alla base di tutto, perché se noi diamo ai nostri figli la possibilità di essere amati, di essere circondati di amore, essi non possono che diventare parte integrante di una società positiva, disdegnando la parola bullismo ed addirittura farla scomparire”.

Dell’aspetto normativo del fenomeno in esame, inserito in maniera non specifica nell’ampia tipologia dei reati di violenza contro la persona, ha parlato l’Avv. Vincenzo Di Tella: «Le normative vigenti in Italia in materia di violenza sono carenti; per questi nuovi casi di violenza psicologica bisogna rifarsi alle leggi già in vigore; per l’ingiuria e la diffamazione purtroppo non ci sono ancora leggi specifiche, ma speriamo che ben presto ci sia un adeguamento, perché il fenomeno è in larga espansione»

Poi c’è stato un interessante piccolo intermezzo artistico sul tema, che ha visto una brillante performance del giovanissimo attore Francesco Feola, figlio di quella splendida realtà del panorama teatrale della provincia di Caserta (molto nota e soprattutto legatissima al pubblico sannicolese) che è “Non Solo Sipario”, fondata e diretta da un maestro come Fausto Bellone, regista, attore ed autore, la cui attività si svolge anche in numerosi altri campi, tra i quali i laboratori cinematografici, animazione, teatro per i ragazzi, regia teatrale, consulenza scenografica e teatro sociale.
Feola ha recitato un bellissimo monologo dal titolo “Uffà”, di cui Bellone (assente al convegno per precedenti impegni professionali, ma rappresentato dal noto attore sannicolese e suo assistente alla regia Domenico Bottone) ha curato la regia e l’adattamento del soggetto della pedagogista De Luca.
E’ stato un momento di vera riflessione, che ha descritto la vita di un ragazzino di dieci anni, stufo di essere strumentalizzato dai genitori -sempre pronti a postare foto e momenti di vita privata sui social- non avendo quasi più privacy e momenti intimi in famiglia.
Chiaro il messaggio trasmesso al pubblico: “Mammina, papino, ma non trovate che ciò è pericoloso, potendo io diventare oggetto di mercanzia da parte di persone cattive?”. Ottima esibizione, applausi sinceri e scroscianti.

Quindi, la parola agli esperti che, con interventi e slides, hanno spiegato tutto su bullismo e cyberbullismo: genesi, aspetti, specificità, cause e possibili rimedi.

Di assoluta pregevolezza la esposizione della D.ssa Anna De Luca, vera anima del convegno, pedagogista esperta in counselor vittimologico e relazioni d’aiuto, che ha parlato anche di altri aspetti forse meno noti, ma non per questo meno drammatici, del fenomeno, come il “sexting”, ovvero la pratica dell’
invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare.
«Il bullismo –ha detto- è una piaga sociale che sta colpendo i nostri adolescenti di età compresa tra i 12 e 18 anni. Esso è un comportamento violento, aggressivo che viene espletato da ragazzi adolescenti a danno di un coetaneo. Le caratteristiche peculiari sono: la volontà di danneggiare una vittima, la sistematicità di perpetrare violenza nel tempo e lo squilibrio di potere che si crea tra chi effettua violenza e chi la subisce. Il bullo è un ragazzino, che ha un atteggiamento aggressivo, violento che umilia un’altra persona, aiutata da gregari che danno man forte al bullo facendo da spettatori; la vittima, invece, è colei che viene bullizzata. Vengono presi di mira il modo di vestire, l’aspetto caratteriale e fisico di un soggetto, che, vista l’età adolescenziale, già di per se particolare, si sente escluso e fuori luogo, evidenziando il disagio sociale. I genitori devono stare attenti nel capire se il proprio figlio è vittima di bullismo, devono avere un dialogo aperto, invogliandolo a parlare, rassicurandolo, ma senza sminuire il proprio ruolo genitoriale. Invece se il genitore scopre che il proprio figlio è un bullo, come prima cosa deve mantenere la calma, non deve avere un atteggiamento autoritario, ma un atteggiamento autorevole, facendo sviluppare al figlio un’empatia, in modo che si cali nei panni del ragazzino che subisce violenza».
«Anche il Cyberbullismo ed il Sexthing -ha continuato la dott.ssa De Luca - si stanno sviluppando a macchia d’olio; i ragazzi trasferiscono informazioni e foto molto intime , postate ed inviate magari in gruppi privati, su piattaforme social visibili ad una moltitudine di soggetti, innescando un meccanismo molto pericoloso, passando così la linea di confine. Infatti un vecchio detto giapponese dice “chiodo che sporge deve essere preso a martellate” e cioè i soggetti ritratti nelle foto postate, avendo passato la linea di confine, devono essere de-umanizzate, trattati male e allontanati dalla società».
De Luca si è infine soffermata sul “Progetto rosa”, teso allo sviluppo di “Sentinelle contro il bullismo” in ambito familiare, per concludere con “Diamo fiducia ai giovani” che la dice tutta sulla necessità di credere, come il famoso psicologo Bauman, che “la felicità comincia a casa, in contatto con altre persone, e non in internet”.

A seguire, c’è poi stato l’eccezionale contributo offerto dai valenti professionisti dell’Associazione di Promozione Sociale SIRIO A.p.s., organizzazione che lavora già da tempo con scuole e gruppi di genitori, al fine di arginare e di espellere un fenomeno che negli ultimi anni si è dilagato a macchia d’olio, arrivando anche a casi gravi di cronaca. I suoi specialisti, insomma, aiutano e sostengono, attraverso programmi specifici, le problematiche che vedono coinvolti i ragazzi, arrivando insieme all’origine del disagio/problema guidando l’interessato verso un percorso di risoluzione del problema stesso.
A tali fini, dopo il primo intervento di natura legale dell’Avv Di Tella, le Dottoresse Maria Agnese Vaiano, Cristina Merolla e Filomena Maietta con accurate trattazioni hanno aiutato a comprendere le dinamiche di fondo nel fenomeno del bullismo. Tutti gli interventi hanno avuto come intento inviare dei messaggi semplici e chiari al fine di sensibilizzare e far comprendere alla comunità sannicolese i bisogni dei ragazzi, bulli e vittime. Ciò che si è tenuto a sottolineare è che bisogna intervenire sulle dinamiche del fenomeno e non stigmatizzare il bullo e sostenere la vittima. Entrambi sono il rovescio della medaglia del fenomeno. I ragazzi hanno bisogno di regole, di essere guidati, contenuti, sostenuti, di poter contare su un adulto di riferimento. Hanno bisogno delle cure, dell’attenzione e della presenza dei propri genitori, della scuola e della comunità. Bisogna essere e stare nella relazione con i giovani; bisogna dare loro esempio di civiltà e di risoluzione dei problemi, delle difficoltà o delle preoccupazioni in modo costruttivo e pacifista e non con denigrazione o atteggiamenti aggressivi.
L’aiuto può essere chiesto nel momento in cui un soggetto, un bambino o ragazzo, senta di appartenere ad una società aperta, accogliente, comprensiva e protettiva e non giudicante e discriminante. Altrimenti il tutto si riduce ad un fumo di chiacchiere. L’accoglienza, l’attenzione e la premura possono far sì che le cose cambino, che i copioni della vita vengano riscritti. E’ stato, inoltre, spiegato un aspetto particolare del bullismo, il Bullismo Omofobo, legato alla sfera sessuale del soggetto preso di mira, dove è ancora più difficile chiedere aiuto, per l’ansia e la depressione che provoca.

A chiudere il convegno è intervenuto Don Franco Catrame, l’amatissimo parroco di Santa Maria degli Angeli, sempre pronto ad impreziosire ogni argomento della sua vasta cultura e delle sue grandiose riflessioni, dei cui messaggi tutti conoscono il sublime spessore.
«Non c’è mai da perdere la speranza –ha detto- e mai bisogna farsela rubare»: da questa premessa, poi alcune considerazioni realistiche sulla disgregazione in atto del concetto di famiglia.
«Il bullismo è a tutti i livelli, è stratificato nella società. Dobbiamo realmente fare una analisi -ha continuato- per poi poter fare una diagnosi. Credo che ci sia oggi una realtà socio-familiare che non è sufficiente informata. Oggi è tutto fai-da-te: l’educazione, la vita cristiana, ecc. Oggi c’è una società che va in frantumi; il problema è come coagularla, come orientarla, come confrontarla. Non c’è dialogo in famiglia. E’ tutto un monologo. Neanche con la scuola si dialoga, anzi contro la scuola si parte in quarta. La violenza ci abita. C’è una realtà pregiudiziale, terribile, aggressiva che la fa da padrona in tutti i rapporti, in tutti gli strati della società. Sono sotto gli occhi di tutti gli ultimi episodi. Siamo tutti preoccupati. Tutti prevenuti. I genitori non hanno tempo per i figli; il tempo che essi spendono per i figli non è una realtà educativa, è un semplice riempitivo. C’è crisi di affettività. Vedo bimbi che pur non conoscendomi mi abbracciano. C’è un grande vuoto affettivo. In famiglia non c’è tempo per far sì che i genitori possano avvertire un eventuale disagio dei propri figli. Dobbiamo fare qualcosa, perché non dobbiamo rassegnarci. Io vi chiedo -ha concluso Don Franco rivolgendosi ai relatori, di cui sottolinea l’eccellente competenza- di aiutarci ancora a dare degli elementi informativi. Occuparsi è necessario, informare è fondamentale. Perché quello di non comunicare un disagio è un problema culturale. Dobbiamo impegnarci per far crescere la società. E insieme è meglio”.

Giovanna Tramontano