Nel “laboratorio” di atletica pesante di San Nicola la Strada

Intervista ad Antonio Orlando e a Luigi Alfieri sulla lunga preparazione culminata col primo posto alle gare nazionali 2018 della W.D.F.P.F. 

 

Qualche settimana fa abbiamo riportato la notizia della vittoria dell’atleta sannicolese Antonio Orlando alle nazionali di powerlifting, essenzializzabile nel passaggio di apertura:

«14 ottobre 2018, Riva del Garda. Il sannicolese Antonio Orlando (classe 1969), dopo 22 anni di assenza dal circuito agonistico, torna a gareggiare nell’atletica pesante (Alzate di potenza, powerlifting) e si aggiudica il primo posto nazionale nella World Drug Free Powerlifting Federation - Categoria Master 2, col risultato: 185 kg di stacco, 170 kg di squat e 120 kg di panca. La W.D.F.P.F. fu creata nel 1988 con l'intento di dare un'alternativa internazionale, capace di garantire lealtà agonistica a tutti gli atleti che praticano il POWERLIFTING senza l'impiego di sostanze dopanti».

Oltre ai ringraziamenti espressi per la scuderia “Bunker 69” di San Giorgio del Sannio (del DM Domenico Zaino), l’Orlando ci esplicita il prezioso supporto di Luigi Alfieri, anche lui sannicolese. Ed è assieme all’Alfieri che qui proseguiamo nell’intervista sul tema della preparazione atletica precedente l’ottimo risultato.


Intervista ad Antonio Orlando

-Parlaci della preparazione alla gara

«In effetti avevo sempre desiderato riprendere l'agonismo anche sottoforma amatoriale, che per me sarebbe sempre stato un accontentarmi, data la mia lunga assenza. Devo dire però che più volte in passato avevo tentato il rientro e per diverse volte mi sono trovato puntualmente davanti ragioni più importanti che mi hanno fatto desistere. Stavolta è stato diverso, una occupazione più solida, il sostegno di mia moglie e la maggiore tranquillità mentale di potermi allenare».

-Come ti sei allenato?

«Nulla di particolarmente difficile, piccoli concetti basilari, nessun programma sofisticato, d'altronde sarebbe stata la mia gara dopo una lunghissima assenza e non potevo pretendere da me stesso troppi artifici, anche in virtù del fatto che mi sono allenato in orari fuori del comune. Per i più e mi sono dovuto arrangiare, e devo dire che il mio rientro doveva essere una gara di minore entità e che si doveva tenere il 16 settembre, data poi cancellata per via delle partenze delle nazionali, trovandomi iscritto al Campionato Italiano per via delle quote minime di prestazione già degne per la gara».

-Chi ti ha seguito nel corso della preparazione?

«Per il vero, sul lato tecnico non mi sono fatto seguire da nessuno, avevo spulciato tutti i concetti che conoscevo benissimo nella mia mente e rispolverandoli ho preso solo ciò che mi serviva. Aggiungo però che tra questi concetti dovevo fare fronte a sentimenti contrastanti e per questi mi sono trovato vicino un amico che mi è stato vicino per tutto il periodo della preparazione, sacrificando tantissimo i suoi impegni».

-Per favore, specifica cosa intendi

«Mi sto riferendo al mio amico Luigi, assieme a lui condivido gli insegnamenti di un motivatore statunitense, per la precisione lo ha conosciuto direttamente in un suo seminario tenutosi in Italia in passato ed è stato proprio lui a farmelo conoscere».

-Il motivatore?

«La persona è Anthony Robbins, di lui si trovano diversi filmati anche su Youtube. Luigi in quel seminario fece perfino la pirobazia e di quel bagaglio di conoscenze ce ne serviamo per aiutarci reciprocamente a seconda delle situazioni che succedono nella nostra vita».


Intervista a Luigi Alfieri
 

-Luigi, a te. Come avete superato i momenti difficili?

«Attingiamo ad una tecnica chiamata: PNL (programmazione neuro linguistica), ovviamente non possiamo ritenerci specializzati in questo settore ne tantomeno godiamo di titoli specifici ma, per il lungo tempo a cui riversiamo il nostro interesse alla materia, almeno riusciamo ad analizzare le nostre problematiche ed a tentare diverse soluzioni cui provare per la risoluzione».

-Tutto dalla lettura dei testi?

«In effetti no! Ho anche frequentato numerosi corsi di PNL e motivazionali, cominciando dalle formazioni professionali finalizzate alle attività della vendita, ma poi mi sono appassionato sempre più alla materia ed ho scoperto che c'è molto ben altro a cui poter e dover imparare, riuscendo a coinvolgere anche l'interesse di Antonio».

-Approfondisci in che modo sei stato di aiuto all’atleta

«Molto semplice, lui è un tipo che riesce ad esaltarsi quando riesce a fare bene ciò che si è prefisso, ma nei suoi allenamenti, dove anche io andavo giù nella sua palestra ad allenarmi con lui, notavo e Antonio stesso confessava, che dapprima si eccitava al riuscire ad usare carichi sempre maggiori, poi vedendoli dal vivo, (meno male sempre dopo aver fatto gli esercizi che doveva), lo vedevo spesso intimorito dal peso utilizzato, parlandone lo riconosceva e così abbiamo iniziato un percorso che lo allontanasse dai timori, perché essere timorosi sotto carichi sempre maggiori ti predispone a incidenti seri e gravi».

-Uno dei principali aspetti di questo lavoro preparatorio?

«Fargli utilizzare a suo favore le emozioni incanalandole in un solo verso, per evitare un dispendio energetico che le stesse emozioni provocano e quindi sviluppare appunto, un unico canale emotivo dove vanno a convergere tutte le energie mentali».

-Il supporto quanto ha inciso sui risultati? «In effetti sulla mia preparazione tecnica non ha inciso per il semplice motivo che Luigi non ha mai fatto nessuna obiezione, riconoscendo la sua poca cultura in merito, ma di fatto è stato un aiuto enorme perché mi ha permesso di perseguire le giuste direzioni in ciò che di volta in volta stavo programmando, ed i risultati ora, parlano da soli. Mi sono limitato semplicemente ed esprimermi in modo chiaro e netto quando Antonio aveva bisogno nei suoi momenti , inducendolo a pensare o meglio al come pensare all'importanza o meno se quella data cosa avesse avuto un valore massimo e lo stesso uno insignificante, invitandolo a provare le emozioni in entrambi i casi, Antonio invece nei miei confronti è molto più crudo e diretto, se ritengo che un qualcosa è importante mi stimola alle emozioni direttamente alle condizioni positive, con un linguaggio molto più barbaro però facendomi spingere subito nella strada che per me è importante, tutti e due stimoliamo nell'altro l'immaginazione creativa».

Infine, alla domanda su future collaborazioni tra i due protagonisti, Antonio Orlando ci risponde:

«Certamente sì, specie tra sannicolesi! Ognuno di noi ha i suoi impegni e le proprie aspirazioni, pur vivendo nella stessa cittadina abbiamo vite indipendenti. Ovviamente ora studieremo meglio a tavolino il da farsi. Inizieremo una vera e propria programmazione, sulla stregua della programmazione degli allenamenti futuri, miei per la pesistica, suoi per la danza, in modo tale che entrambi possiamo collezionare i nostri piccoli successi personali, che non sono mai piccoli quando portano all'accrescimento della persona».

Antonio Dentice d’Accadia
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