Marco Iannuzzi: “Triplete” di Oro a Sidney 2018

Il Corriere di San Nicola incontra il campione paralimpico dopo l’ennesimo successo agli ultimi Invictus Games: tre Ori e un Bronzo.
Nello stesso periodo, il Cavalierato della Repubblica per il lavoro svolto in passato presso lo Stato Maggiore della Difesa.

 

Marco Iannuzzi (classe 1978, Caserta), del Toro, Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare, è campione paralimpico mondiale nel nuoto: tre medaglie d’oro e una di bronzo agli Invictus Games di Sidney 2018, disputati dal 20 al 27 ottobre (oro nei 50 e 100 sl, nei 50 dorso e bronzo nei 50 rana).
Era stato argento ai campionati mondiali Invictus Games di Toronto 2017.
Dal 2000, anno del suo incidente durante un volo di addestramento, Iannuzzi ha partecipato a otto campionati italiani, un europeo ed un mondiale; inoltre, ha preso parte alle quattro edizioni degli Invictus Games.
Un curriculum sportivo internazionale di primissimo ordine. Iannuzzi si conferma tra le stelle italiane ai giochi voluti dal Principe Harry e dalla moglie Meghan.


Se guardiamo la vita militare, oltre i successi sportivi, scopriamo che Iannuzzi ha appena ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il lavoro svolto allo Stato Maggiore ed anche una lettera con le dirette congratulazioni del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta.


Il campione, che per molto tempo ha risieduto a San Nicola la Strada (dove abita la famiglia), già è stato protagonista sul Corriere di San Nicola, che ne ha descritto le vicende e la formazione (articolo al link: https://www.corrieredisannicola.it/sport/notizie/sport/marco-iannuzzi-campione-paralimpico-con-san-nicola-la-strada-nel-cuore), che qui ripetiamo: «E’ stato il Capo sezione Promozione e Sviluppo Pratica Sportiva del Personale Disabile della Difesa, già impiegato (dal 2003 al 2017) presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica, occupandosi della Rivista Aeronautica e delle Relazioni Esterne. Ha da poco ricevuto un importante incarico presso il Segretariato Generale della Difesa, dove lavorerà nella definizione delle strategie ed il coordinamento della ricerca tecnologica, medica e scientifica per il supporto al Veterano ed il recupero delle disabilità. Frequentò l’Istituto Tecnico Aeronautico e nel 1994 (a sedici anni) prese il brevetto di volo. Nel 1999 vinse il concorso per l’Accademia e quello per Allievo Ufficiale Pilota di Complemento».


Ancora una volta, con grande piacere, dialoghiamo col vincitore. L’arrivo a casa trova l’affetto di tutta la famiglia, comprese sorelle e nipoti.


-Da argento nazionale a triplo oro mondiale nell’arco di un anno. Come personaggio sportivo di successo internazionale, che riflesso si riscontra nel sociale, o anche come testimonial?


«Di recente, la premiazione al Gran Ballo “Vienna sul Lago”, alla Reggia di Veneria Reale. Nel prossimo futuro, Roma. 23esima Giornata del Movimento Paralimpico, il Festival della Cultura Paralimpica».


-Prossimi obiettivi?


«Vorrei ritirarmi, ma lo dico sempre e poi potrebbe accadere l’esatto opposto. Vediamo come reagiscono “fisico e velocità”».


La giornata tipo di Marco Iannuzzi.
Sveglia alle 6.30. Colazione decisa dalla moglie Anna Lucia, nutrizionista, da finire entro le 6.40. Alle 7.30 si è già in acqua. L’Allenamento termina alle ore 9.00, poi c’è il lavoro: Segretario Generale della Difesa nel settore “Innovazione e Ricerca Tecnologica” per i militari che hanno subito gravi patologie fisiche. Alle 18.00 c’è il secondo allenamento, con pesi leggeri e la parte aerobica.


-Come si reagisce allo scoraggiamento?


«Metabolizzo il colpo da solo. Poi la reazione arriva subito. Ho avuto paura quando mi sono infortunato tre settimane prima della partenza per Sidney 2018. Per fortuna ho potuto contare sulla professionalità degli ottimi medici militari che mi hanno seguito presso il centro di fisica trai del policlinico militare del Celio. Abbiamo effettuato una “virata stretta”. Anche grazie a loro, è stato possibile superare velocemente quel momento di disperazione e riprogrammare tutto l’allenamento con il mio coach».


-Cos’altro si potrebbe aggiungere, considerando le decine di interviste e articoli pubblicati dal giorno della neo-vittoria?

«Un concetto: mi piace stressare. Il Paese inizia a recepire in maniera diversa la disabilità. Ora c’è una attenzione diversa per i feriti militari. Parlo della vicinanza concreta, che forse un tempo mancava, il non lasciare emotivamente soli gli uomini e donne feriti e pensare a come possa proseguire la vita, al di là dell’assistenza. Ora esistono organi e sezioni che si occupano a diversi i livelli, di tutti gli aspetti relativi alle disabilità. Oggi si cerca di curare sia le ferite fisiche che quelle relative allo stress post-traumatico. Il Ministero della Difesa in Italia è l’unico al mondo che permette, ai militari che subiscono menomazioni in servizio e per servizio, un reinserimento attivo attraverso il Ruolo d’Onore. Un successo in cui l’Italia è ad oggi, ancora l’unico Paese a consentirlo».


Al termine del dialogo mi viene regalato un cappello australiano a tesa larga, preso agli Invictus Games. Lo ringraziamo e attendiamo i prossimi risultati da documentare, tanto nello sport, quanto nella professione militare.


Antonio Dentice d’Accadia
©Corriere di San Nicola
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