Qualche domanda sul clochard in una pozza di sangue sotto l’albero di Natale di Piazza Margherita...

...e ricordiamoci Camilleri: «Chi semina odio raccoglie tempesta».

La cronaca nera ci sveglia con la notizia del clochard di 38 anni ritrovato, la notte dell’Epifania, in una pozza di sangue sotto l’albero di Natale di Piazza Margherita a Caserta , lì riparatosi a causa del freddo crescente (qualche giorno fa ha anche nevicato). Soccorso dal 118, l’uomo ferito non è in pericolo di vita. Nessun testimone. Chi lo ha aggredito ha fatto perdere le tracce. Il movente? Probabilmente razzismo. Nessuno sa, nessuno ha visto.

Domandiamoci quando abbiamo iniziato a fare così schifo.

Un senzatetto aggredito, è un fatto di per sé ripugnante.

Un senzatetto aggredito, mentre cerca di ripararsi dal gelo internale, è straordinariamente ripugnante.

Un senzatetto aggredito sotto le luci dell’albero di Natale, al centro della principale piazza di Caserta, nell’ultimo giorno di festa, è orribilmente simbolico. Neanche Kubrick ci aveva pensando, collocando il pestaggio del barbone nelle periferia urbana del suo capolavoro. Ci ha pensato la nostra città a fare quel surreale passo in più.

Per quanto assuefatto dalla cronaca di malavita ed espressioni complementari, il casertano ha comunque mantenuto un certo grado di “onorabilità nella miseria”, sicuramente sotto l’influsso dello spirito partenopeo e campano (in senso lato). L’accanimento sui vulnerabili è percepito spregevole, ma quando avviene senza alcuna “utilità”, per illegittimo disprezzo, nella semplice gratuità, allora diventa un metro di quello che ci prepariamo a diventare e/o a vedere.

Il clima è nero. Camilleri su Rai1, da Fabio Fazio, l’aveva intuito molto bene: «Chi semina odio raccoglie tempesta».

Antonio Dentice d’Accadia
©Corriere di San Nicola