Terra dei fuochi o terra di nessuno? Quello che i giornali non dicono

Zona Asi Giugliano: il polo dell’eccellenza campana nel mondo vive fra rifiuti, roghi tossici e campi Rom.
Intervista ad Angelo Ferrillo, attivista nella lotta contro i roghi e ideatore del blog “laterradeifuochi.it”. 


Cos’è la zona Asi di Giugliano? L’acronimo è Area di Sviluppo Industriale o almeno dovrebbe esserlo; è il polo industriale dell’eccellenza campana nel mondo, visto che qui sorgono aziende che da anni hanno avviato importanti processi di internazionalizzazione. Nella zona industriale di Giugliano-Qualiano le imprese svolgono attività di recuperi industriali, lavorazioni di vernici, macchine integrate e alta tecnologia, sistemi integrati (gruppo Finmeccanica), produzione armamenti.
In questa area, fra cumuli di rifiuti, roghi tossici e campi Rom, sorge anche un’importante industria farmaceutica, fiore della ricerca, che da anni opera su mercati europei, nel Medio oriente e nel Nord Africa. Sono circa 64 in tutto le aziende ASI e oltre allo Stir c’è anche un depuratore costruito per trattare le acque industriali, fermo da 20 anni e costato 18 miliardi di lire alla Cassa del Mezzogiorno.
Sembrerebbe quasi di raccontare un incubo, un film dell’horror, una sorta di triangolo delle bermude partenopeo.
L’Asi si trova in prossimità dell’Auchan di Giugliano, di Ponte Riccio (dove ci sarebbe anche la stazione dei treni, ma siccome ha le sembianze del Far West, molti preferiscono raggiungere quella di Aversa) e del campo Rom. E’ proprio qui che c’è un inceneritore a cielo aperto, dove brucia di tutto, senza alcun controllo. Chi viaggia su quelle strade intravede già da lontano i cumuli di rifiuti e i fumi che si alzano verso il cielo e questo è uno spettacolo quotidiano.

Le istituzioni dove sono? Nonostante i proclami e le statistiche (per qualche ministro i roghi sarebbero diminuiti) sbandierate a destra e manca, la triste verità è che i roghi non si fermano mai. I cittadini delle zone limitrofe, costretti a restare chiusi in casa anche in piena estate perché c’è puzza di bruciato, ignari di quanto accade a qualche centinaio di metri dalle loro abitazioni continuano a ripetersi “Chissà cosa sta bruciando.
La stampa, almeno quella più nota, quella pagata profumatamente, preferisce parlare di altro, in particolare delle non-notizie.
La tv del servizio pubblico, ad esempio, la stessa che oltre 60 milioni di italiani pagano, elargendo generosamente 9 euro al mese, trasmette puntualmente non–notizie.
Alcuni giornalisti guadagnano di più non raccontando.

Ecco alcune delle non–notizie ...più interessanti degli ultimi tg nazionali:

-Ritorno di Ariana Grande a Manchester;

-Fecondazione in vitro per rinoceronti;

-Cosa accade nel Parco archeologico di Milano?

-Adotta un musicista, guarda che bella iniziativa del golfo;

-Da oggi il formaggio a Bergamo verrà stagionato nelle miniere;

-Multa da 572 milioni per Johnson & Johnson perché ritenuta responsabile dell’abuso di oppioidi;

-Finalmente la navetta spaziale ha attraccato al secondo tentativo, a bordo anche un Robot.

Abbiamo intervistato Angelo Ferrillo, da anni impegnato nella lotta contro i roghi e ideatore del blog “laterradeifuochi.it”. Poche sere fa Ferrillo e un suo collaboratore venivano aggrediti, mentre tentavano di documentare un rogo nei pressi del campo Rom. Recatisi sul posto, i due scoprivano che il rogo era di vaste dimensioni, senza che fossero presenti né forze dell’ordine, né Vigili del fuoco.

-Che tipo di segnalazioni arrivano sul blog e sulla pagina?

«Sono centinaia le segnalazioni che arrivano ogni giorno: foto e video realizzati sul posto. Si tratta di cittadini che documentano i roghi e tutto quello che i mass media locali e nazionali non fanno vedere. Proprio perché arrivano tantissime testimonianze non riusciamo a pubblicarle tutte, anche perché l’area della terra dei fuochi è vastissima e abbraccia comuni del casertano e di tutta la Campania. Stando alle segnalazioni ogni giorno vengono appiccati circa 80/90 roghi, cioè oltre 2500 roghi al mese»

-Poche sere fa, lei e un suo collaboratore avete subito un’aggressione presso il campo Rom di Giugliano; ci racconta i dettagli?

«Percorrevamo Via San Francesco a Patria, più comunemente nota come doppio senso, quando abbiamo intravisto del fumo e delle fiamme; a quel punto abbiamo deciso di dirigerci verso il fumo e abbiamo scoperto un rogo di vaste dimensioni con fiamme enormi. Abbiamo provveduto a chiamare 112 e 113, che non sono arrivati subito sul posto; una pattuglia portata da noi è arrivata sul luogo intorno all’una e trenta, mentre noi avevamo dato l’allerta alle 22:40. Prima dell’intervento della volante, la nostra auto veniva aggredita da un gruppo di Rom con calci e pugni e Francesco, il mio collaboratore, veniva minacciato e schiaffeggiato; il tutto è stato ovviamente refertato in ospedale». 

-Leggiamo sulla fanpage “la terra dei fuochi” che molti cittadini stanno organizzando ronde notturne; in realtà è aperto un acceso confronto fra chi vuole agire per conto proprio e chi invece non vuole sostituirsi alle forze dell’ordine. Com’è lo stato delle cose attualmente?

«Sulla pagina è stato aperto un confronto fra chi vuole fare e chi invece vuole solo scrivere e commentare davanti al pc. Intendiamoci, “fare” non vuol dire andare in giro con cattive intenzioni, anche perché quella gente è pericolosa e hanno armi vere, mentre noi siamo semplici cittadini. Ciò che sta avvenendo è che alcuni cittadini si stanno organizzando in gruppi autonomi e fanno video e denunciano, recandosi direttamente sul posto quando vedono fuoco e fiamme. Di più non possono fare, purtroppo, solo che queste denunce dovrebbero essere raccolte da chi di dovere e avere un seguito, ma non è così. Vorrei aggiungere che per il 28 settembre prossimo stiamo organizzando un raduno a Napoli; prima sarà chiesto un incontro con le autorità preposte in Prefettura. Chiederemo in quell’occasione un intervento immediato. L’altra denuncia che vorrei fare è che l’informazione sta ancora una volta strumentalizzando e confondendo le idee, come nel caso della chiusura del termovalorizzatore di Acerra. Quella vicenda è distinta e separata dai roghi, quello che noi denunciamo da anni sono i roghi e invece i mass media su queste vicende continuano a fare tanta confusione».

L’ultimo appello di Angelo Ferrillo è quello di iscriversi alla pagina facebook per seguire gli aggiornamenti, le vicende e le iniziative per contrastare i roghi.

La terra dei fuochi è proprio la terra di nessuno; non rappresenta una notizia abbastanza rilevante da rientrare nel “servizio pubblico” da offrire ai cittadini, ma serve solo ai politici di turno, in occasione della campagna elettorale o per qualche passerella politica di parte.

Abbiamo sentito anche gli abitanti delle zone a ridosso del campo Rom, che vedono roghi a tutte le ore.
“Si brucia di tutto”, ci riferiscono, “il campo Rom è stracolmo di rifiuti di qualsiasi genere, in quelle zone ci sono decine di carcasse di auto incendiate, si pensa rubate; e tutte le notti bruciano. Probabilmente i Rom vengono pagati per bruciare materiali di fabbrica, che le Aziende non smaltiscono legalmente. Se qualcuno reclama viene minacciato verbalmente e fisicamente”.

Le domande sono tante: Da dove provengono i rifiuti? Chi è che sversa? Questi individui non possono essere identificati? Inoltre, si parla di discariche e inceneritori, termovalorizzatori e delle dure lotte che si fanno per non costruirli; a questo punto è naturale chiedersi, allora, dove bisognerebbe smaltire? Se l’alternativa a inceneritori e termovalorizzatori sono i siti di trattamento rifiuti a cielo aperto e illegali, dove viene incendiato di tutto in modo indistinto e indiscriminato, allora non sarebbe meglio costruire inceneritori e termovalorizzatori in ogni città, in modo che ognuno provveda in modo autonomo a smaltire i propri rifiuti?
Gli inceneritori possono essere costruiti seguendo norme e protocolli di sicurezza, che, seppur imperfetti, sarebbero di gran lunga migliori dei falò selvaggi.
Queste domande resteranno immortalate nel tempo e nell’etere senza risposta. Non è che la soluzione è più semplice di quanto possiamo immaginare?

Le possibilità per smaltire e ridurre i rifiuti in realtà sono tante, ma è necessaria una forma mentis che noi, mortali cittadini del sud, per ora non abbiamo ancora. Berlino in sei mesi ha ridotto i rifiuti del 50%, riducendo imballaggi e prodotti usa e getta (la plastica). Il riutilizzo è l’altra soluzione: le cose possono avere una seconda vita (ma anche una terza e una quarta); sono nati da alcuni anni i prodotti alla spina, riutilizzando in questo modo i contenitori in plastica; con il compostaggio molti condomini trasformano i rifiuti in concime biologico; infine, Treviso forse è la città più virtuosa, perché ha raggiunto un riciclo dei rifiuti dell’82% (qualche comune della provincia raggiunge il 90%).
Al sindaco di Giugliano, Antonio Poziello, più volte i cittadini si sono rivolti chiedendogli di proclamare lo stato d’emergenza per la terra dei fuochi. Il sindaco di Giugliano, il sindaco di Qualiano e tutti i sindaci delle zone colpite dai roghi non possono da soli far fronte a questo immane disastro ambientale, non disponendo dei poteri necessari per combattere la scelleratezza, lo scempio e il degrado più grandi degli ultimi secoli.

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola