“Bei tempi”: presentata la prima rassegna teatrale dell’Associazione “30allora”

Conferenza stampa nel nuovo “Spazio Mèliés” di Recale: una piccola “bomboniera” con grandi progetti.
Nella compagnia di Casagiove ci sono anche sannicolesi.

Il primo impatto, che permane e si rafforza nel corso della serata, è quello di una graziosa “bomboniera”.
Così appare lo Spazio Mèliés: un grazioso piccolo scrigno con un palchetto dalle mille luci e quasi un centinaio di posti a sedere, che nel futuro si prevede di adagiare su pedane in graduale salita. Ricavata nel salone di una villetta, la sala ti rivela qualcosa che non ti aspetti. Poi, quando ti indicano il camerino per gli artisti e l’angolo ristoro (con degustazione di vini) per gli spettatori, la considerazione da simpatica diventa sbalorditiva: in Via Salk numero diciassette, a Recale, esiste un vero e proprio teatro, piccolo contenitore per grandi emozioni.
A gestirlo è l’Associazione Culturale ”30allora” di Casagiove, della quale fanno parte anche alcuni sannicolesi. Come dire che il teatro non ha confini territoriali. Perché confini non può averli un contenitore di storie che appartengono a tutti, che sono patrimonio di vita vissuta e di sensazioni provate.
Non è detto che dobbiamo piacere a tutti. Anzi, possiamo anche non piacere a nessuno. Ma quello che ci anima, quello che ci spinge è questo...”: e la mano va sul cuore, dolcemente, mentre dal tono delle parole facilmente si percepisce commozione.
Che altro si può dire del teatro, dopo che Valeria D’Amore, non solo con il suo cognome, ha espresso questo sentimento in tutta la sua portata, in tutto il suo significato?
Valeria D’Amore, sannicolese, è la direttrice artistica della prima Rassegna teatrale ideata e promossa dall’Associazione Culturale “30 allora”. Si chiama “Bei tempi” ed è stata presentata venerdi 27 settembre. In Via Salk numero diciassette a Recale, come abbiamo detto, dove risiede una della più vecchie compagnie teatrali della provincia, pluririconosciuta e pluripremiata, simbolo di una tradizione artistica che si rinnova e si accresce.
Sono ospiti il primo cittadino di Recale, Raffaele Porfidia, il sindaco di San Nicola la Strada, Vito Marotta, l’assessore alla cultura del comune di Casagiove, Gennaro Caiazza, e la presidente provinciale della Fita (Federazione Italiana Teatro Amatori), Anna Marra.
A portare i colori sannicolesi (ma questa, ovviamente, è solo una battuta, perché a dipingere un luogo d’arte è solo l’arcobaleno) c’è anche la già senatrice Lucia Esposito.
Tutti solo ed esclusivamente per salutare il battesimo di un evento artistico ed offrirsi con la loro presenza al piacere degli organizzatori.
E poi, proprio perché era una conferenza stampa, alcuni giornalisti, oltre ad attori ed altri intervenuti.
A fare da padroni di casa, ovviamente, i componenti-artisti dello staff dei “30allora”, con in testa il presidente Vincenzo Russo, la tesoriera Carla Lettiero e la presentarice Rita Solimeno (tutti sul palco accanto alla direttrice artistica) e poi Raffaele Cepparulo (“occhio critico”), l’ “ingegnere” dello Spazio Mèliés, Francesco Pisano, Bruno Vaccaro, lo scenografo Peppe Petriccione, l’amministratrice della pagina social Michela Perrotta ed altri.
Ed infine, il gruppetto dei sannicolesi: Alessia Tiscione, addetta alle pubbliche relazioni (la direttrice ha detto di lei: “La sua è una presenza fondamentale. La muove la dolcezza. Ha una diponibilità immediata”); Stefano D’Ambrosio, un vecchio pioniere del teatro sannicolese (ci ha raccontato di aver conosciuto il presidente dei “30allora”, Vincenzo Russo, quando questi, qualche anno fa, venne a chiedergli un copione); Fabrizio Cinque. 

Perché la prima rassegna teatrale promossa ed organizzata dall’Associazione “30 allora” di Casagiove con sede a Recale e con attori anche sannicolesi si chiama “Bei tempi”? 
A spiegarlo subito, dicendola proprio tutta sullo spirito fondante dell’iniziativa, è la direttrice Valeria D’Amore: «Mischiando un po’ i “tempi” del teatro e della musica, è la prima cosa che mi è venuta in mente, alla luce delle nuove esperienze che stiamo vivendo adesso. Ho pensato alla nostra attività che si è estesa anche in altri settori artistici. Per noi, insomma, è tempo non più di soli spettacoli teatrali, ma anche di musica. E sono decisamente tempi molto belli». 

Nel cartellone, che snoderà i suoi appuntamenti dal 26 ottobre al 9 maggio, ci sono otto spettacoli con cadenza mensile, tutti con artisti professionisti.
Il primo, sabato 26 otttobre, è “Mamma mà” con Daniela Ioia; il 16 novembre c’è “Ballate, racconti e serenate” con Luca Rossi; il 7 dicembre è la volta di Massimo Andrei con “Il cane di fuoco”; il 25 gennaio si esibiranno Giovanni Allocca e Enzo Varone in “Salpa chi può”; il 15 febbraio salirà sul palco il cabarettista Francesco Arienzo con “Maschio, adorabile, poco virile”; il 21 marzo è il turno dei musicisti Sha Dong con “Acoustic set”; il 18 aprile c’è Antonella Morea con “Mamma, piccole tragedie minimali”; a chiudere la rassegna, il 9 maggio, Antimo Casertano con “Il bambino con la bicicletta rossa”. 
Un programma molto vario. C’è di tutto, insomma, come ha spiegato la direttrice artistica, dal comico alla musica e al “sensibile”.
E qui un cenno alla “tragedia dimenticata” di Ermanno Lavorini (“Il bambino con la bicicletta rossa”), il dodicenne che nel 1969 fu rapito per chiedere un riscatto e poi ucciso: uno dei casi di maggior scalpore nella storia d’Italia del dopoguerra.

La direttrice D’Amore, dopo aver voluto spendere qualche parola in più per Allocca e Varone (“Un po’ i testimonial della storia del teatro casertano; il loro spettacolo è scritto da Paolo Caiazzo. Hanno risposto alla nostra richiesta per amicizia. Perché l’arte si condivide, non può essere mai uno scrigno riservato”), ha quindi annunciato una probabile “sorpresa”.
Si affaccia, infatti, l’ipotesi dello spostamento dello spettacolo di Massimo Andrei (“attore di punta di Vincenzo Salemme, che tra poco ricomincerà a lavorare con lui”).
Insomma “Il cane di fuoco” da dicembre dovrebbe passare ad aprile.
Ci pare brutto lasciare questo spazio vuoto, proprio in occasione della nostra prima rassegna, -ha detto Valeria D’Amore- per cui probabilmente ci saremo noi ad aprile con “L’ultimo scugnizzo”, un nostro spettacolo pluripremiato in tutta Italia, da Bolzano alla Sicilia, cha avuto tantissimi riscontri. Chiaramente sarà ad ingresso libero, uno spettacolo in più rispetto a quelli già previsti in cartellone”.

Questo annuncio, comunque ancora da confermare, spinge la direttrice a parlare più da vicino della compagnia “30 allora”, molto nota a San Nicola la Strada per aver partecipato alla rassegna teatrale estiva promossa dal Comune e dalla Pro Loco: «La molla che ci spinge è quella di trasmettere qualcosa. La nostra curiosità è tanta. Parliamo un linguaggio meramente teatrale, perché siamo spinti da questa passione; noi ci esprimiamo attraverso le storie degli altri messe su un palcoscenico. Questa struttura, Spazio Melies, noi la chiamiamo casa, perché è un posto dove ritrovarsi, dove tornare sempre e comunque. Cerchiamo di dare una alternativa ad un ragazzo, ad un giovane; noi miriamo a sensibilizzare, cioè a far arrivare quanto meno la nostra curiosità ad altri; perché la vita è bella anche quando si guarda con gli occhi degli altri. Noi, in questo momento, siamo diventati un raccoglitore di storie bellissime e siamo felici di aver incontrato altre persone per condividerle». 

Prima di chiudere, un invito ad andare il 19 ottobre al Teatro Don Bosco di Caserta, dove andrà in scena “Donnacce”, di Gianni Clementi, “racconto ironico, divertente che alterna momenti di luce piena a momenti di buio fittissimo”. Valeria D’Amore ne è regista ed interprete. Con lei Rita Solimeno e Vincenzo Russo.

Per quanto riguarda i prezzi, l’abbonamento agli otto spettacoli costa appena 95 euro. L’eventuale esibizione dei “30allora” sarà ad ingresso libero. 15 euro, invece, è il costo del biglietto per assistere ad uno spettacolo unico. 

La conclusione della conferenza è affidata al presidente Russo, che ricorda il successo che sta ottenendo il già avviato corso di tammorra e le attese per i prossimi corsi di swing, danze popolari ed altri. 

Poi, dopo aver spiegato che per questo Spazio si è scelto il nome di Melies “per dedicare un omaggio a chi, si dice, ha inventato il cinema prima ancora dei Lumiere”, il presidente ha voluto sottolineare l’importanza che assume un teatro piccolo in tema di socializzazione, di amicizie che quasi naturalmente si possono stringere tra gli spettatori, soprattutto nei momenti in cui ci si potrà incontrare nell’intervallo a degustare i vini e a deliziarsi con qualche piccola leccornia. 

Infine, la risposta ad una nostra curiosità. Abbiamo chiesto perché l’associazione si chiama “30 allora”.
Molto divertente la spiegazione dell’ “arcano”.
Vincenzo Russo, dopo aver detto che «L’ultima volta che ci hanno fatto questa domanda eravamo ad Alcamo, di fronte a 400 persone», ha svelato: «Noi siamo nati nel 98. Eravamo tre ragazzi, ce ne siamo andati in un’altra realtà e avevamo deciso di fondare questo gruppetto teatrale con tre persone. Eravamo entrati in una rassegna, dove stavamo per rappresentare uno spettacolo su Massimo Troisi. Avevamo pensato a tutto, anche alle scenografie; tutto fatto da noi; avevamo ricevuto i complimenti da parte degli organizzatori, i quali, ad un certo punto, prima di andare in scena, ci hanno chiesto il nome della compagnia. Siamo andati quasi in tilt. E’ vero, a tutto avevamo pensato tranne che al nome. Stavamo in macchina, tornavamo dalle prove, ci siamo detti “la prima cosa che vediamo per strada sarà il nostro nome”. Girando in una traversa abbiamo letto polleria, ma non ci era sembrato il caso di chiamarci polli.... poi c’era Last Travel e neanche questo era il caso... Ci colpì, però, un cartello piccolino, un segnale stradale con il limite di velocità a trenta all’ora. Ecco, da allora ci accompagna questo nome così buffo, ma anche così pieno di ricordi e di storia. Poi, se gli vogliamo dare veramente un senso, beh... si può dire che andando piano si possono raggiungere grandi traguardi». 

Prima dei saluti finali, un simpatico buffet con degustazione di vini. Abbiamo scelto due dita di Piedirosso. Delizioso! E’ tra i nostri preferiti.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola