Scuola in streaming ovvero la didattica nell'era del coronavirus






Cerchiamo di trasformare questa grave crisi in opportunità e in un momento di crescita personale e collettiva.

Insegnare nell’era 2.0 è difficile e impegnativo. Conciliare progresso tecnologico e umanizzazione delle esperienze non è un lavoro semplice, eppure risulta doveroso. La lezione deve diventare soprattutto momento di vita vissuta, di esperienze concrete, prima che astratte; la classe è luogo di umanità, prima che di apprendimento. Eppure, quanta soddisfazione quando gli alunni comprendono che un “like” in più può far piacere, sì, ma mai come la stretta di mano di un amico, mai come un abbraccio, mai come un sorriso, mai come quello che si prova sentendosi parte di un gruppo “reale” di coetanei, mai come una pacca su una spalla del proprio insegnante.
Questo ci sta facendo comprendere questo difficile momento in cui nemmeno la stretta di mano è possibile e in cui si applica la formazione a distanza, come Google Classroom, Microsoft 356, Moodle, Edmondo, che si uniscono al registro elettronico per mantenere una comunicazione aggiornata tra docenti e studenti e, soprattutto, per condividere materiali didattici (mappe, esercizi aggiuntivi, ecc.).
“Il CoViD-19 fa fare ulteriori vacanze ai docenti!”. Questo è sicuramente il pensiero di qualche denigratore della Scuola. Non è affatto così! C'è da indignarsi davanti a tanta diffamazione di persone che, per uno stipendio non commisurato al percorso, alla preparazione e alle responsabilità di cui quotidianamente sono investiti, donano la propria vita e la loro professionalità per la crescita culturale delle nuove generazioni.
I docenti si sono subito attivati per utilizzare i mezzi elettronici e per fare didattica a distanza. La professionalità, la loro deontologia e la loro passione per l’insegnamento li hanno spinti ad attivarsi immediatamente per non abbandonare a se stessi i bambini ed i ragazzi a loro affidati.
Si sono attivati per cercare modalità di insegnamento on line consapevoli del danno che una pausa, proprio in questo momento dell’anno scolastico, possa arrecare al lavoro svolto.
Sono in effetti la stragrande maggioranza i professionisti che nella Scuola ci credono e ci mettono il cuore.
Oggi per fortuna l’elettronica permette di fare cose incredibili. Sono stati contattati i genitori, coordinandosi con loro tramite il proprio cellulare ed il registro elettronico (che lavora sul cloud ed è quindi accessibile da dovunque, anche da casa) inviando materiali multimediali (file testo, video e audio) di approfondimento o di recupero, letture, stilare relazioni da inviare per la correzione. Si è utilizzata anche WhatsApp che magari, per la prima volta, rischierà di essere usato decentemente, cioè per trasmettere in tempo reale informazioni e non chiacchiere.
La sfida maggiore è per gli insegnanti di strumento, cosa che vivo in prima persona, perché oltre la teoria la lezione si svolge con prove pratiche sul proprio strumento in video chat.
Uno strumento semplice dato dai normali smartphone, con i quali si possono registrare audio o brevi video, da condividere con gli studenti tramite gruppi WhatsApp, oppure dare appuntamento con videochiamate per salutare i ragazzi, assegnare compiti e verifiche. Chiamate collettive sono poi possibili anche tramite Skype, che nella versione free può ospitare videoconferenze con un massimo di 25 utenti, ai quali dare appuntamento in una data e ora stabiliti. Anche Hangout o Hangout Meet, sempre in versione free e utilizzabile tramite account Gmail, permette di avere connessi fino a 10 utenti. Con Gsuite for Education si può arrivare fino a 25 persone connesse.
Anche il personale collaboratore scolastico sarà impegnato in pulizia a fondo e disinfettazione di tutti i locali.
Cerchiamo dunque di trasformare in opportunità questa grave crisi e in un momento di crescita personale e collettiva. La comunicazione con i propri studenti va presa come simbolo dell’atteggiamento positivo e propositivo dell’intera comunità scolastica nazionale, che si conferma, a mio avviso, importante ponte educativo con le famiglie e pilastro dell'intera comunità.

Gerardina Rainone
©Corriere di San Nicola